Sono 3.860 i minori ucraini attualmente presenti nelle classi d’Italia, nei diversi cicli di istruzione. Per farli sentire a casa si sono moltiplicate iniziative e manifestazioni di vicinanza da parte di istituti e studenti.
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Anche la scuola italiana sta dando il suo contributo alla gestione dell’emergenza umanitaria derivante dal conflitto in Ucraina: finora sono 3.860 i minori ucraini accolti nelle nostre scuole. Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione, aggiornati al 21 marzo, sono così suddivisi: 565 nella Scuola dell’infanzia, ben 1.977 nella Primaria, 1.050 nella Secondaria di I grado e 268 nella Secondaria di II grado. I più coinvolti sono gli istituti di Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Campania, visto che ben il 73% è concentrato in queste sei Regioni.
Bambini e ragazzi, provenienti dalle zone di guerra, che in queste settimane sono stati letteralmente "abbracciati" dalla scuola italiana - il Ministero ha messo a disposizione 1 milione di euro per la loro accoglienza - ma anche dagli stessi studenti che ora sono diventati loro compagni di classe. Come confermano le diverse segnalazioni e testimonianze che si sono susseguite in questi giorni. Il portale Skuola.net ha voluto “raccontare” alcune di queste storie.
Mediatori in erba, cartelloni e bigliettini multilingue: anche questa è accoglienza
Integrazione, supporto psicologico e supporto linguistico: queste le tre linee che stanno adottando le scuole italiane nell'accoglienza delle migliaia di alunni provenienti dall'Ucraina, In tutte le attività, però, un contributo essenziale sta venendo dagli stessi studenti italiani, impegnati in iniziative peer to peer e spesso coinvolti in prima persona per una "mediazione linguistica" in erba. E' ciò che, ad esempio, racconta Davide, studente della scuola media Dante Alighieri di Mariano Comense, in provincia di Como a proposito di una nuova compagna di classe ucraina che, però, "non parla una parola di italiano". Secondo quanto svelato a Skuola.net dal ragazzo, infatti, "Il nostro traduttore è un altro compagno ucraino che è in Italia da circa 10 anni quindi sa sia l'ucraino che l'italiano". Ma tutti i compagni si sono adoperati affinché la giovane si sentisse a suo agio: "La stiamo aiutando con le lingue straniere creando dei bigliettini con parole in italiano, inglese, francese e ucraino". Per questo conclude: "credo si stia trovando bene".
Un'altra segnalazione arrivata al portale di riferimento degli studenti parla di uno straordinario benvenuto. Un ragazzo, rimasto anonimo, ha infatti rivelato come la sua scuola abbia preparato al meglio l'arrivo di una studentessa ucraina: la classe dove è stata inserita è stata addobbata a festa, "piena di cartelloni scritti in Ucraino che davano il benvenuto alla ragazza".
Le scuole diventano un'oasi di pace per chi scappa dalla guerra
Ma da Nord a Sud sono numerosissime le storie apparse negli ultimi giorni sui quotidiani che parlano di studenti e insegnanti che hanno reso le classi italiane un vero e proprio rifugio per i bambini e i ragazzi che hanno lasciato la loro casa per fuggire dai pericoli della guerra. Su OrizzonteScuola, ad esempio, si riporta la storia di 12 bambini ucraini, in Italia con le loro mamme, accolti nelle scuole di Somma Vesuviana, nel napoletano: tante le iniziative e i progetti messi in piedi per accoglierli, ma balza soprattutto all'occhio come i compagni li abbiano festeggiati con disegni e bandierine e regalando loro un pesciolino, pensando che i bimbi hanno lasciato in Ucraina anche i loro animali domestici.
E poi, ancora, l'arrivo da Leopoli di Dimitri e Victoria, fratello e sorella di 8 e 10 anni che, come riporta Il Messaggero, qualche giorno fa hanno vissuto il loro primo giorno di scuola a Pomigliano d'Arco e i compagni e le maestre li hanno applauditi, anche qui con tanto di sventolio bandierine giallo-azzurre. All'entrata dell'istituto, poi, gli alunni hanno costruito una catena umana che ha accompagnato i due nuovi studenti fino in classe, con due compagni che li hanno presi per mano.
Anche le università si mobilitano
Ma l'accoglienza non riguarda solo il mondo della scuola. Anche le università si stanno muovendo con iniziative e progetti. Un esempio di ciò viene dall'Emilia Romagna, dove Regione e Università stanno lavorando assieme per attivare provvedimenti urgenti mirati al sostegno degli studenti ucraini. All’impegno della Regione si aggiungono così 58 borse di studio messe a disposizione dagli Atenei regionali, per il supporto congiunto di supporto agli universitari provenienti dall’Ucraina.
A Milano, come scrive Il Corriere della Sera, la Bicocca metterà a disposizione dieci borse di studio, otto per studenti di nazionalità ucraina e due per studenti con protezione internazionale provenienti da altri Paesi. Previsto un beneficio in denaro, il servizio abitativo e di ristorazione. In più, saranno erogati corsi di lingua italiana, servizi personalizzati di accoglienza per studenti con disabilità e counselling psicologico. L'ateneo ha inoltre azzerato le tasse per i suoi 21 iscritti ucraini. Cosa che ha fatto anche la IULM per i 18 studenti ucraini dell’ateneo, dando parallelamente pure la disponibilità al Ministero per l'accoglienza di tre docenti o ricercatori.
L'Università della Tuscia, da par suo, ha stanziato ben 200mila euro per accogliere studenti, personale docente e tecnico amministrativo delle università ucraine, con le quali l’ateneo aveva già in essere cinque accordi di cooperazione. L’ateneo, in accordo con la Prefettura, potrebbe presto fornire supporto anche ai familiari degli studenti ospitati.
A Cagliari, l'università ha previsto interventi a favore dei 22 studenti e dei ricercatori ucraini che studiano o lavorano nel capoluogo sardo, nonché per chi verrà accolto in futuro dalle zone di guerra. I provvedimenti di emergenza prevedono l'esonero dalle tasse universitarie, l’istituzione di dieci borse di studio da oltre 6 mila euro e di tre assegni di ricerca da 20 mila euro, oltre a corsi gratuiti di italiano per studenti, ricercatori e insegnanti.
Le iniziative, in tutto lo Stivale, sono dunque molteplici; una delle prime, ricordiamo, è stata quella messa in piedi dall'Università Sapienza di Roma che, per salvare cinque studenti ucraini dalla guerra, ha prolungato per loro la borsa Erasmus in modo da evitarli il ritorno in Patria in pieno conflitto. I giovani sono così rimasti in Italia e, oggi, alloggiano nelle residenze dell'ente regionale per il diritto allo Studio e alla Conoscenza.