Lontani dall’immaginario comune che li vede immersi negli schermi tra social e videogiochi, in realtà gli adolescenti e i giovani adulti di oggi leggono più delle generazioni in là con gli anni. Anche se, per quantità, si potrebbe fare di meglio
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Giovani vs adulti, uno a zero. In Italia, infatti, sono i giovani a trainare il mercato del libro. Se infatti, dati Istat alla mano, nel 2022 - ultimo periodo disponibile - ad aver sfogliato almeno un testo nell’arco dei dodici mesi, non per motivi di studio o professionale ma per svago, è stato il 39,3% della popolazione di età superiore ai 6 anni, tra gli 11 e i 24 anni non si scende mai sotto quota 50%. In assoluto, sono gli adolescenti i lettori più assidui: tra gli 11 e 14 anni si va oltre il 57%; con un picco ulteriore nella componente femminile, laddove si arriva a sfiorare il 65% di lettrici. Dopodiché, a partire dai 25 anni, questa buona abitudine diminuisce, tornando a crescere solo a ridosso dei 60 anni, per poi ridiscendere nella terza età, dopo i 74 anni.
Il numero dei giovani lettori torna a salire
Altra nota lieta, sempre in ottica giovani, è che il nostro Paese sta anche recuperando il terreno perso negli ultimi anni. Perché, come fa notare l'analisi del report effettuata dal portale Skuola.net, tra il 2010 e il 2016, in particolare tra gli 11-24enni c’è stata una contrazione dei lettori di ben 14,3 punti percentuale. Dalla 2020 in poi, invece, il trend si è invertito, in meglio. Cosicché, attualmente, si viaggia poco sotto quelle vette. Cosa, questa, che non avviene analizzando la situazione nel complesso: se nel 2020 i lettori totali erano il 41,4%, nel 2021 erano già scesi al 40,8%, per attestarsi al 39,3% di oggi; il livello più basso degli ultimi venticinque anni lontanissimi.
Rimane aperta la questione degli utenti "deboli"
Non è tutto rose e fiori, però. Anche tra le nuove leve si osservano delle criticità. Come il fatto, trasversale a tutte le generazioni, che buona parte dei fruitori di libri sono lettori cosiddetti “deboli”, che dichiarano cioè di aver letto al massimo tre testi nei dodici mesi precedenti l’intervista dell’Istat. In generale, si tratta del 17,4% degli italiani dai 6 anni in su, ben il 44,4% dei “lettori”. Anzi, tra le ragazze e i ragazzi, questo dato sale ulteriormente: tra gli 11 e i 24 anni è circa la metà dei lettori ad aver preso in mano nel 2022 solo tre volumi di propria iniziativa.
Solamente il 15,4% della popolazione (pari al 39,3% dei lettori) può, invece, essere considerata “lettore medio”, avendo nel carniere dai 4 agli 11 libri nel corso dell’anno. Pochissimi, soltanto il 6,4% dei residenti (pari al 16,3% dei lettori) ha letto almeno dodici libri e possono essere etichettati come lettori “forti”.
Il digitale conquista soprattutto le nuove generazioni
Entrando nel dettaglio dei formati scelti, sebbene sia ancora molto forte la predilezione verso il cartaceo, negli ultimi anni si sta diffondendo anche in Italia il consumo di prodotti editoriali digitali (e-book e libri online). Nel 2022, infatti, i lettori di libri stampati sono il 34,1% della popolazione di 6 anni e più, pari all’86,9% dei lettori, ma i fruitori dei formati digitali sono stati comunque l’11,1% degli italiani, il 28,3% dei lettori. Ancora una volta, sono i giovani a far salire il segmento: la lettura di e-book è più diffusa tra i 15-34enni, diminuendo nelle fasce di età successive, in modo particolare tra le persone di 65 anni e più. Per quanto riguarda il “genere”, la lettura esclusiva di libri cartacei è più elevata tra le donne (71,9% contro il 66,9% degli uomini), mentre quella di e-book/libri online è maggiore tra gli uomini (15,5% contro il 10,1% delle lettrici).
Le ragazze e i ragazzi frequentatori sempre più assidui delle biblioteche
Infine, uno sguardo a un altro elemento che può aiutare la diffusione della cultura: la frequentazione delle biblioteche. Nel 2022, è stato il 10,2% della popolazione di 3 anni e più a essersi recato almeno una volta in uno di questi luoghi. Un dato in aumento rispetto al 7,4% del 2021, ma ancora distante dal 15,3% del 2019. Di nuovo, i giovani e i giovanissimi tra 6 e 24 anni sono stati gli utenti più assidui, con una quota più che doppia rispetto al resto della popolazione (23,5%). Tuttavia, gli stessi, mostrano i livelli più distanti rispetto al pre-pandemico, con riduzioni sul 2019 di -13,5 punti percentuali.
La fruizione delle biblioteche è più elevata nelle regioni del Nord (13,9%) rispetto a quelle del Centro (9,2%) e soprattutto del Mezzogiorno (5,7%), con l’unica eccezione della Sardegna, che si attesta all’11,5%. Le attività più diffuse tra gli utenti delle biblioteche sono “prendere libri in prestito” (57,6%), “leggere o studiare” (37,2%) e “raccogliere informazioni” (22,2%). I motivi per cui ci si entra, però, si diversificano ampiamente in base all'età. L'attività del prendere libri in prestito è svolta con prevalenza più alta dai giovani utenti fino a 14 anni e dagli anziani di 65-74 anni (circa 7 su 10). Al contrario, si recano in biblioteca per leggere o studiare soprattutto i giovani tra 15 e 34 anni, con picchi che superano l’80% tra i 20-24enni.