I percorsi del sistema di Istruzione e Formazione Professionale, con poco più di 4mila iscritti all’anno, restano in fondo alle scelte dei ragazzi, ben lontani dai numeri di licei, istituti tecnici e professionali
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Sono gli indirizzi di istruzione secondaria meno pubblicizzati e, anche per questo, i più “snobbati” dagli studenti. Qualcuno li confonde persino con gli istituti professionali. Quella che per molti è la “serie D” delle possibili scelte post terza media risponde al nome tecnico di Istruzione Formazione Professionale (IeFP). Eppure, forse proprio per questa loro scarsa notorietà, sono percorsi che in prospettiva possono far trovare lavoro più facilmente di altri.
A dirlo è un’analisi condotta dal portale studentesco Skuola.net, costruita mettendo a confronto domanda e offerta di personale nei settori produttivi che afferiscono a questo mondo. E che, proprio nei giorni in cui sono aperte le iscrizioni al prossimo anno scolastico 2025/26, può essere un utile strumento di orientamento per quelle ragazze e quei ragazzi che cercano una scuola superiore di breve durata, dall’approccio molto pratico e capace di “collocare” bene già con il diploma in mano.
Perché la caratteristica principale degli IeFP è proprio questa: si tratta di corsi professionalizzanti - la cui offerta è gestita dalle regioni - che prevedono un piano di studi fortemente connesso con la formazione on the job e che, dopo 3 o appunto 4 anni, restituiscono una qualifica professionale che è un gradino sotto al diploma di Maturità.
Quasi nessuno scommette sui corsi professionalizzanti
Ebbene, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito all’inizio dell’attuale anno scolastico 2024/25, nei prossimi anni sono pronti a uscire da questi percorsi poco più di 4 mila giovani ogni dodici mesi; meno della metà, intorno ai 1.700, se si tratta dei corsi più “lunghi”. Perché grossomodo tanti sono i frequentanti censiti nelle ultime tornate di iscrizioni.
E, secondo l’ultimo report rilasciato dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, con le previsioni sul fabbisogno occupazionale per il periodo 2024-2028, sommando questi studenti al resto della truppa degli “occupabili”, si formerà una platea di circa 72 mila potenziali lavoratori all’anno.
I settori in cui ci sarà più carenza di lavoratori "manuali"
Peccato che, sempre in base all’analisi di Unioncamere, le attività produttive dei vari settori in cui dovrebbero confluire i diplomati IeFP avranno bisogno - sempre ogni dodici mesi - del doppio delle persone: si parla di un dato che dovrebbe oscillare tra le 120 mila e le 140 mila (abbondanti) posizioni aperte. Uno scenario che, perciò, rende questi percorsi particolarmente appetibili.
Più nel dettaglio, la carenza di lavoratori sarà particolarmente accentuata nel comparto Edile/Elettrico, per il quale ogni anno pare mancheranno circa 15-17 mila giovani. A seguire il segmento Agricolo/Agroalimentare, laddove la carenza dovrebbe attestarsi tra 9 mila e 15 mila figure. Simile il discorso per i settori Meccanico e Amministrativo segretariale/Servizi di vendita: gli addetti di difficile reperibilità dovrebbero essere, in entrambi i casi, circa 9-11 mila all’anno. Un “buco” di 5-7 mila unità annue attende anche l’ambito Logistica, Trasporti e Riparazione veicoli.
Pochi gli ambiti che non dovrebbero avere problemi
Di più complicata interpretazione, invece, è il quadro per quel che riguarda la Ristorazione: le proiezioni più ottimistiche parlano di poco più di 1.000 figure mancanti, ma ci sono scenari ben più pessimistici che ne contano quasi 6 mila. Mentre l’area dei servizi di Promozione e Accoglienza sarà manchevole di 4-5 mila diplomati. Più tranquilla, invece, si dovrebbe presentare la situazione nei settori Elettronico, Termoidraulica, Moda, con circa 1-3 mila caselle scoperte.
Infine, lo studio di Unioncamere menziona un generico “altri indirizzi IeFP”, per i quali paradossalmente ci sarà sovrabbondanza di candidati: a fronte di oltre 23 mila risorse formate a disposizione ogni anno, ne serviranno tra le 11.700 e le 13.200, in pratica la metà.
Cosa sono i percorsi IeFP?
Ma, a questo punto, in molti si staranno chiedendo: cosa sono, di preciso, i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale? Si tratta, come detto, di corsi triennali o quadriennali rivolti a ragazzi che desiderano acquisire competenze pratiche e professionali, utili per un rapido inserimento nel mondo del lavoro.
Promossi dalle singole Regioni, questi percorsi offrono una formazione in settori specifici, come i già citati artigianato, industria, commercio, turismo, ristorazione e servizi alla persona. Il tutto integrando alla formazione in aula dei veri e propri tirocini in ambito lavorativo.
Al termine, gli studenti conseguono una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale ed europeo, con la possibilità di anche di proseguire gli studi verso il diploma di istruzione secondaria o di frequentare corsi di specializzazione tecnica.