L'INTERVISTA

Il ministro per l’Innovazione: coronavirus? Opportunità per il digitale

L’emergenza Covid-19 sta imprimendo un’accelerazione forse decisiva al cambiamento tecnologico, in tutti i settori coinvolti, dalla scuola al lavoro, dalla sanità alle istituzioni

04 Mar 2020 - 16:33
 © LaPresse

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“Una grandissima opportunità per spingere l’Italia verso il digitale”. Il ministro per l’Innovazione Tecnologica, Paola Pisano, prova a dare una lettura positiva dell’emergenza coronavirus. E lo fa parlando con chi, in questo momento, è particolarmente coinvolto dal problema: gli studenti, che nelle regioni con i picchi di contagio sono a casa ormai da una decina di giorni. “Il fatto che le persone debbano cambiare in modo forzato le proprie abitudini - continua il ministro, ospite della diretta streaming di Skuola.net - ha aperto una finestra incredibile per puntare forte sulle nuove tecnologie. È arrivato quel cambio culturale auspicato da tempo”.

L'emergenza agevola il cambiamento

Il riferimento è alle tante iniziative messe in campo in questi giorni dal suo dicastero, in sinergia con il ministero dell’Istruzione, per garantire forme di didattica ‘a distanza’ al maggior numero di ragazzi. Un processo che si muove parallelamente a quanto fatto col ministero del Lavoro per potenziare l’utilizzo dello ‘smart working’ da parte delle aziende. “Mi aspettavo una reazione del genere – sottolinea Pisano - perché normalmente dalle grosse crisi nasce sempre l’idea geniale che cambia le cose. Ci si innamora del problema, si vuole trovare una soluzione, si ha poco tempo; così s’innesca un sistema che fa prendere decisioni importanti rapidamente. Tutti si stanno muovendo: settore pubblico, privato, istituzioni e chiunque voglia contribuire”. 

Il ruolo strategico del ministero per l'Innovazione

Un ministero, quello per l’Innovazione Tecnologia e la Digitalizzazione, salito improvvisamente alla ribalta. Un alleato strategico per tutti gli altri dicasteri. Così, il live di Skuola.net è anche l’occasione per spiegare ai giovani (ma non solo a loro) di cosa si occupa: “Abbiamo creato un ministero quasi da zero – racconta Paola Pisano –, una sorta di startup che si occupa principalmente di dare l’indirizzo, il coordinamento e l’impulso verso la digitalizzazione della pubblicazione amministrazione e dell’intero Paese. Dobbiamo riuscire a fare in modo che l’Italia sia della partita dell’innovazione. Ci sono tanti paesi che stanno avanti, noi dobbiamo tiare fuori gli artigli ed entrare in campo”.

La 'solidarietà digitale' per superare lo stallo

Il coronavirus, in questo senso, è stato un importante banco di prova. “Ci siamo attivati con un’iniziativa di solidarietà digitale – continua il ministro - e abbiamo avuto due idee. La prima è un po’ il nostro mantra: utilizzare la tecnologia per risolvere le problematiche della società, anche quelle grandi; la digitalizzazione non è un gioco, l’innovazione può davvero migliorare la vita delle persone”. Come applicare questo principio? “Abbiamo chiesto alle aziende di dare supporto alle zone rosse, sullo ‘smart working’, sulla didattica a distanza, sull’aumento di connettività per le zone critiche, sulla diffusione di contenuti multimediali, sull’informazione sanitaria”.

L'importanza dei dati per le politiche pubbliche

E il secondo punto? Sono i dati: secondo il ministro Pisano, “dobbiamo riuscire a spingere all’interno delle pubbliche amministrazioni delle politiche data driven (supportate dai dati) che riescano a sostenere tutta l’attività del Governo con dei dati ex post, a posteriori. Per restare sull’attualità, stiamo formando una task force sul coronavirus per collezionare dati e capire se le iniziative intraprese stiano avendo un impatto positivo o meno. È un processo molto lungo ma necessario”.

Come sfruttare al meglio la tecnologia

Di fronte a un pubblico di ragazzi, inevitabili anche dei consigli da parte di chi tratta quotidianamente questi temi su come approcciarsi correttamente alle nuove tecnologie. “Ci sono tante cose da fare – sostiene il ministro - la prima è riuscire a utilizzarle non in modo passivo, come si fa con smartphone, tablet o videogiochi. Non ci facciamo mai la domanda: come mi può supportare tale tecnologia per darmi nuove opportunità?”. Uno snodo fondamentale è l’insegnamento di questa filosofia: “Nativi digitali non si nasce, si diventa. L’ambiente digitale – continua Pisano - non è naturale per l’essere umano. Ci vuole più ‘educazione’. Bisogna stimolare il senso critico”.

Un Fondo per gli aspiranti startupper

Solo così si possono formare generazioni pronte al cambiamento. La prima pietra la sta provando a mettere direttamente il Governo: “Bisogna ritrovare quel rapporto di fiducia tra Stato e cittadini che si è gradualmente perso, portando a un eccesso di burocrazia che ha impantanato le dinamiche sociali. Ci siamo già incontrati più volte con i ministri Azzolina e Manfredi (responsabili, rispettivamente, dell’Istruzione e dell’Università) per focalizzarci sulle competenze e sui lavori del futuro. Con l’iniziativa ‘Repubblica digitale’, ad esempio, abbiamo già riunito vari soggetti per capire cosa serve”. E poi c’è il Fondo per l’Innovazione, 1 miliardo di euro per supportare quei fondi che vogliono investire in startup: “Sino ad oggi ci si è mossi in modo poco connesso e strutturato, col giusto coordinamento si possono fare grandi passi in avanti”. 
 

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