IL RAPPORTO 2024

Invalsi: un maturando su due (ancora) "bocciato" in italiano e matematica

La scuola italiana soffre ancora degli effetti della pandemia: i livelli di apprendimento non sono ancora quelli raggiunti nel 2019 tranne che in inglese

11 Lug 2024 - 11:09
 © ansa

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La scuola italiana ancora non è ancora uscita fuori dalla pandemia: a qualsiasi livello scolastico le competenze in Italiano e Matematica sono, infatti, inferiori rispetto a quelle registrate prima del 2020. Fa eccezione l’Inglese, forse complice la scorpacciata di serie tv in lingua straniera, dove siamo nettamente migliorati. Questa la sintesi dello “stato di salute” del nostro sistema didattico italiano, fotografato dal Rapporto Nazionale INVALSI 2024, presentato oggi e analizzato dal portale specializzato Skuola.net.

Tuttavia, qualche buona notizia c’è: ad esempio, l'emorragia di competenze si è se non altro arrestata e, soprattutto in quinta superiore, si registra un netto miglioramento anche in Italiano e Matematica rispetto all’anno precedente. E poi anche la dispersione scolastica è in calo: sia quella esplicita, ovvero coloro che abbandonano la scuola prima del diploma, sia quella implicita, ossia di quanti arrivano al diploma ma che senza dimostrare di avere le competenze minime attese simultaneamente in Italiano, Matematica e Inglese.

In diminuzione gli studenti con il diploma di carta (straccia)

Per dire, il 6,6% degli alunni del quinto anno delle superiori non comprende un testo in lingua italiana, non ha competenze in ambito logico-matematico e non sa leggere o ascoltare l’inglese al livello minimo che si attenderebbe da un diplomato. Un dato che, peraltro (cosa che dovrebbe far riflettere), è il migliore di sempre da quando questo parametro viene rilevato: era il 7,5% nel 2019 e durante la pandemia era esploso fino a toccare punte del 10% a livello nazionale. Purtroppo Campania e Sardegna sono le uniche due regioni che attualmente restano sopra questa quota.

La metà dei maturandi non sa leggere un testo

Chiaramente lo studente “disperso” è il caso limite, perché presenta questi deficit in tutte e tre le aree monitorate dall’INVALSI. Ma le lacune, se considerate singolarmente, sono ben più diffuse. Così si scopre che solo il 56% degli studenti di quinto raggiunge adeguate competenze di comprensione del testo e il 52% gli obiettivi minimi in Matematica. Va meglio in Inglese, dove il livello minimo atteso è raggiunto dal 60% per quanto concerne la lettura (Reading) e dal 45% per l’ascolto (Listening). Va detto, comunque, che rispetto a dodici mesi fa i miglioramenti sono evidenti su tutte e tre i fronti. Ma, purtroppo, non siamo ancora ai livelli pre-pandemici. Fatto salvo, ancora, l’Inglese dove invece il miglioramento è stato costante dal 2019 in poi.

Allarme (rosso) alle scuole medie sulla matematica

Scendendo alla terza media, gli esiti registrati nel 2024, come era avvenuto nel 2023, confermano che si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, tuttavia non si evidenzia ancora un’inversione di tendenza (rispettivamente in Italiano dal 62% del 2023 si è passati al 60% del 2024, mentre in matematica nel 2023 e nel 2024 il dato è rimasto stabile al 56%). Gli esiti di Inglese sono invece in netto miglioramento: in Reading si è passati dall’80% nel 2023 all’82% nel 2024; mentre in Listening il dato è salito dal 65% nel 2023 al 68% nel 2024. Anche se, di nuovo, rimangono ancora molto marcati i divari territoriali: in alcune regioni del Mezzogiorno si riscontra un maggior numero di allievi e allieve con livelli di risultato molto bassi.

Sta proprio qui - secondo quanto ha dichiarato a Skuola.net Roberto Ricci, presidente dell’INVALSI - la peggior notizia del rapporto 2024: il fatto che 4 studenti su 10 non raggiungano le competenze minime attese in Matematica alla fine della terza media mette a rischio, in proiezione futura, la possibilità di soddisfare adeguatamente la domande di “ingegneri, fisici, matematici, biologici, chimici ma anche pedagogisti, per fare un esempio di una disciplina umanistica, visto che anche in questo ambito è una competenza richiesta”.

Scendendo verso Sud la situazione peggiora sempre di più

Per restare in tema di (non) lieti annunci, si conferma pure una netta differenza di performance fra i vari territori, con un Centro-Nord che ha una marcia in più rispetto al Centro-Sud, che a sua volta sopravanza Sud con Isole, area macro geografica che corrisponde a Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna. E, sottolinea Ricci, “grossomodo gli studenti che si attestano un gradino sotto il livello minimo rappresentano più o meno la stessa quota percentuale nelle varie regioni, la differenza vera la fa la percentuale di alunni che si fermano al livello più basso: cresce in maniera significativa man mano che si scende verso Sud”.

Tutto inizia dalle elementari…

Il gap Nord-Sud sembra nascere alle scuole elementari e, col passare della vita scolastica, cresce invece di attenuarsi. Nella scuola primaria si riscontra una differenza dei risultati tra scuole e tra classi ancora più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e la prova di Inglese Listening. Ciò significa, sottolinea l’INVALSI, che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.

Aumentano gli studenti eccellenti, ma sono soprattutto al Nord

La sfida che la Commissione Europea pone ai paesi membri è proprio quella di ridurre il numero di ragazzi e ragazze che versano in condizioni critiche, che spesso sono il preludio dell’abbandono scolastico. Ma, d’altra parte, si punta anche ad aumentare la quota di studenti che si posizionano al vertice della scala in tutte le aree monitorate dall’INVALSI: al termine delle scuole superiori sono il 15,1%, in aumento rispetto al 13,3% del 2023. Anche in questo caso con massimi del 33% al Nord e minimi del 5% al Sud.

Non bisogna comunque cadere nella trappola che sopra al Rubicone sia tutto rose e fiori: infatti ci sono sacche di fragilità pure nelle regioni che appartengono a quest’area, solo che non sono così rilevanti da manifestarsi in termini di dato medio. Questo anche perché qui il cosiddetto parametro di equità, che misura quanto la scuola o la classe in cui si capita incidono sul risultato, è assolutamente sotto la soglia di allarme, che invece viene costantemente superata man mano che si va verso Sud: qui la buona sorte nel trovare la classe giusta nella scuola giusta fa tutta la differenza del mondo. Alla faccia della nostra Costituzione.

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