Quasi la metà dei 5mila maturandi ha iniziato a prepararsi per il maxi orale solo dopo la pubblicazione dell’ordinanza, a un mese dall’esame
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Una corsa contro il tempo che, per molti, si concluderà solo all'ultimo secondo utile. Che, soprattutto a causa dell'emergenza sanitaria, per gran parte del tragitto è stata vissuta in solitaria. E che per la metà dei ragazzi continuerà a essere tale: per loro assolutamente banditi i tradizionali gruppi di studio da notte prima degli esami, nonostante l’allentamento del lockdown. Tutta colpa dei mille ostacoli che quest'anno, come mai accaduto in passato, hanno caratterizzato il percorso degli studenti verso la Maturità. Un secondo quadrimestre svolto solo grazie alla didattica 'a distanza', le informazioni contrastanti sul destino dell'esame con il cambio di formula ufficializzato ad appena un mese dal via, gli strascichi psicologici della quarantena: tutte ragioni che hanno spinto gli studenti a mettere quasi in secondo piano il ripasso finale (quello che i loro colleghi del passato iniziavano mesi prima). Così, a pochi giorni dai primi colloqui orali, circa 1 maturando su 3 – tra i 5mila intervistati da Skuola.net - confessa di non essere ancora entrato in clima maturità.
Il vero ripasso è iniziato da meno di un mese
Appena il 16% si è portato avanti col lavoro già durante il lockdown. La maggior parte dei ‘diplomandi’ ha, invece, atteso di conoscere il contenuto dell'ordinanza sull'esame per partire con lo studio vero e proprio: più di 1 su 2, infatti, dice di aver accelerato con la preparazione solo dal 16 maggio in poi. Un azzardo, visto che il calendario degli orali sarà comunicato a due giorni dalla partenza e molti di loro potrebbero essere tra i primi. Una prospettiva che, però, non li spaventa più di tanto: il 41% del campione spera proprio di togliersi questa incombenza subito. Se non altro per chiudere una stagione davvero complicata, specie dal punto di vista emotivo. Oltre i due terzi degli intervistati (68%) dicono che la chiusura delle scuole ha inciso negativamente sulla loro preparazione in vista dell'esame. E in tanti (38%), guardando in avanti, già immaginano che il voto di maturità sarà più basso di quello che si erano prefissati.
I gruppi di studio sono un ricordo del passato
Un senso di scoramento che ha fatto desistere i ragazzi anche dal partecipare a un grande classico dei mesi che precedono ogni Maturità: i gruppi di studio. Durante l'isolamento, al di là delle lezioni quotidiane, in pochi si sono organizzati per confrontarsi in video-chat con i compagni di classe sugli argomenti spiegati dai professori: solo il 17% racconta di aver imbastito dei veri e propri gruppi 'digitali' e il 32% ha interagito al massimo con un paio di compagni; più di 1 su 2 ha fatto tutto da solo (aiutandosi con le risorse messe a disposizione dal web, in primis appunti e riassunti online).
Preparazione in solitaria fino alla fine
Neanche l'avvio della Fase 2, con la possibilità di vedersi 'dal vivo' (modalità sicuramente più pratica per studiare assieme), li ha smossi. Solo 1 su 5 ha già partecipato a gruppi di ripasso, quasi tutti in luoghi sicuri: 2 su 3 si sono visti in casa, il 28% all'aperto (parchi o biblioteche con giardino). Un altro 31%, però, si sta organizzando in questi giorni. Ma sempre la metà (50%) non ci sta pensando e, anche dovesse essere invitato, ha deciso di non aderire, forse frenato dalla paura.
I professo cercano di aiutare con approfondimenti e lezioni extra
Una preparazione a cui nemmeno i professori, nonostante la buona volontà, sono riusciti a dare lo sprint. Perché, in parecchi casi, neanche loro avevano tutto ben chiaro: il 56% degli studenti intervistati sostiene, ad esempio, che su molti dettagli del nuovo esame i docenti gli sono sembrati poco sicuri (e il 19% dice che il funzionamento dell'orale lo ha approfondito da solo). L'impegno però c'è stato: più di 7 maturandi su 10 raccontano di aver trovato di fronte a sé insegnanti disponibili (il 57% anche al di fuori dell'orario di scuola). E 1 su 3 ha potuto usufruire di lezioni collettive extra organizzate dai prof per affinare la preparazione; mentre a un altro 23% sono state promesse delle sessioni di ripasso nei prossimi giorni.
Tempi stretti per l'elaborato sulle materie d'indirizzo
Uno spirito di collaborazione che ha investito anche la vera novità di questo maxi-orale: l'elaborato sulle materie d'indirizzo - in sostituzione della seconda prova – da preparare a casa e presentare il giorno del colloquio. Sebbene l'ordinanza indicasse che il tema dovesse essere assegnato dai professori, circa la metà dei docenti ha ascoltato il parere degli studenti: nel 22% dei casi l'argomento è stato proposto direttamente dall'alunno, il 20% dei maturandi lo ha concordato assieme all'insegnante. Peccato che, spesso, il via libera sia arrivato last minute: in 1 caso 3 l'assegnazione è avvenuta l'1 giugno (ultimo giorno utile), per 1 su 10 si è andati oltre, solo il 57% dei ragazzi ha potuto lavorarci già nella seconda metà di maggio. Così, il 22% di loro non crede di farcela a consegnarlo entro il 13 giugno (data fissata dall'ordinanza) e appena il 28% l'ha già fatto.
Qualche anticipazione sulle domande è già circolata
Ma, in definitiva, non è questa la principale preoccupazione dei maturandi: nella classifica dei passaggi dell'orale più temuti, l'elaborato è solo al terzo posto (principale fonte d'ansia per appena il 10% degli intervistati). Al vertice troviamo i materiali multidisciplinari predisposti dalle commissioni (per il 56% sono loro il vero problema), seguiti dall'analisi del testo d'Italiano, altra novità introdotta al posto della prima prova (che spaventa il 16% dei ragazzi). Questa paura, però, non è del tutto motivata, perché tanti commissari d'esame (quest'anno, eccezionalmente, le commissioni saranno composte solo da 'interni', tranne il presidente) stanno dando più di un aiutino ai loro ragazzi: il 38% degli studenti, infatti, sostiene di avere già avuto un’anticipazione sulle domande d’esame dai propri prof.