In classe

La scuola diventa uno zoo: vespe e nutrie tra i banchi

In provincia di Milano, una scuola è stata attaccata da uno sciame di vespe, mentre a Crema si sta svolgendo una particolare "caccia alla nutria”. Ma non sono gli unici casi in cui gli studenti si sono ritrovati con compagni di classe "particolari".

21 Ott 2016 - 17:54

Un bel giorno può capitare di ritrovarsi come compagno di banco uno sciame di vespe. Non è goliardia, ma realtà. Accade alla scuola elementare Don Milani di Cernusco sul Naviglio. Il dirigente scolastico, per precauzione, ha mandato a casa gli alunni, circa 300. Non tutti però, l'hanno presa bene. Il sindaco della cittadina milanese è chiaro, così come riporta "Il Giorno": "Credo che qualche volta ci si debba assumere delle responsabilità. I ragazzi potevano rimanere in palestra o nell’auditorium aspettando che il tecnico intervenuto per la disinfestazione finisse il proprio lavoro". Skuola.net ha dato un'occhiata in giro, isolando gli ultimi casi di presenze indesiderate nelle scuole italiane.

Dalle vespe alle nutrie...
Non solo vespe, però. A pullulare nelle scuole sono anche topi, blatte e altri animaletti che fanno sembrare le aule scolastiche più uno zoo. Scendendo un poco più giù, a Crema, è iniziata la caccia alla nutria. Una caccia costosa con un appalto da 40mila euro a una ditta specializzata nel ritiro delle carcasse degli animali. L'istituto commerciale "Sraffa" è uno degli edifici più interessati dalla presenza di questi grossi roditori.

Dalle nutrie ai topi...
A Roma, invece, escrementi di topi sono comparsi all'interno delle aule, sopra i vestiti e sui banchi, tanto che gli studenti dell'Istituto comprensivo "Manzi" di Villalba sono dovuti tornare a casa. Scendiamo di altri chilometri e passiamo a Catania: alla scuola media statale "Maiorana" a far "compagnia" agli studenti non sono solo i topi, ma anche blatte e zanzare. Uno spettacolo davvero raccapricciante anche perché non si è ancora fatto nulla in tema di disinfestazione e derattizzazione così come rivela al quotidiano locale "La Sicilia", il presidente del Consiglio d'Istituto.

Dai topi ai coleotteri
I bambini di una scuola primaria in Brianza, si sono ritrovati nel piatto servito a mensa un ospite indesiderato: una delle tante varietà di coleottero. Non basta? Per finire questo piccolo giro d'Italia ci spostiamo in Friuli: interi paesi sono alle prese con le cimici. Non solo gli edifici privati, ma anche le scuole devono far fronte all'invasione tanto che diversi dirigenti hanno invitato i docenti a chiudere le finestre delle aule. All’istituto comprensivo di Sedegliano, in provincia di Udine, qualche giorno fa i sistemi di allarme non hanno suonato per la presenza di possibili ladri, ma a causa di un alto strato di cimici (note come asiatiche) che ricoprivano i sensori. Ma i casi sarebbero centinaia, basterebbe fare una semplice ricerca su Google per rendersi conto che il problema non riguarda singole regioni, ma è, purtroppo, generalizzato su tutto il territorio italiano. La presenza di animali portatori di malattie infettive come topi e ratti nelle scuole, rappresenta un pericolo da non trascurare per la salute. Topi e ratti sono "bombe ecologiche" che portano con sé pulci, pidocchi, acari, tutti vettori di pericolose malattie per l’uomo: per questo motivo la derattizzazione va accompagnata dalla disinfezione ambientale.

E l'igiene?
Tra questa varietà di specie, sembra esserci una grande assente: l'igiene. Secondo il XV Rapporto “Sicurezza, Qualità, Accessibilità a scuola” (settembre 2016) elaborato da Cittadinanza Attiva su 150 scuole, in cima alla classifica degli ambienti meno puliti – si legge nel documento - ci sono biblioteche e palestre che, quasi in un caso su due, presentano polvere (rispettivamente 46% e 48%) e, in più di un quarto dei casi, segni di sporcizia (27% e 26%). I bagni, invece, risultano sporchi nel 14% dei casi e soprattutto sono sprovvisti dei presidi igienici fondamentali: nel 52% mancano gli scopini per il water, nel 50% il sapone, nel 60% gli asciugamani, nel 37% la carta igienica. Il 13% dei bagni presenta sanitari danneggiati o non funzionanti

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