Il ministero dell'Istruzione ha confermato anche nel 2020 un finanziamento di oltre 30 milioni di euro e avviato una campagna di promozione per gli Its
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Il ministero dell'Istruzione continua a credere che gli ITS – gli Istituti Tecnici Superiori – siano una buona alternativa all'università o alla ricerca di un lavoro poco qualificato per il post-Maturità. La ministra Lucia Azzolina ha infatti appena firmato il decreto che assegna oltre 33 milioni di euro al Fondo per il potenziamento del sistema ITS. Somme, erogate direttamente alle Regioni (che hanno il compito di gestire l'organizzazione dei 'diplomi' professionalizzanti) a cui andrà ad aggiungersi la quota di co-finanziamento a carico degli Enti Locali, pari almeno al 30% delle risorse nazionali.
Per i diplomi professionalizzanti numeri in costante crescita
A viale Trastevere, dunque, si prosegue sulla strada già tracciata negli anni scorsi. Anche nel 2019, l'allora ministro Bussetti, sbloccò circa 30 milioni a favore degli ITS. Qualcosa di simile hanno fatto i suoi predecessori a partire dal 2010, data in cui vennero inaugurati questi percorsi, nati per formare figure professionali specializzate in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività in Italia, in appena un triennio e senza dover necessariamente passare per un corso di laurea. Un impegno economico suggerito, forse, dalla crescita costante registrata dagli ITS, sul fronte degli iscritti e soprattutto su quello degli occupati.
Un lavoro quasi sicuro, stabile e coerente con gli studi
A parlare sono i numeri. Secondo l'ultimo monitoraggio – elaborato da INDIRE e aggiornato a maggio 2020 – a dodici mesi dal titolo l'83% dei diplomati ha un lavoro, quasi sempre in un'area coerente con il percorso svolto. È il dato più alto dal 2015 a oggi, nonostante nel frattempo sia decisamente aumentato il numero di iscritti ai vari corsi. Inoltre, oltre la metà sono occupati 'stabili': più di 3 su 10 sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato o lavorano da autonomi in regime ordinario; il 27,5% è in apprendistato; mentre 4 su 10 hanno un contratto a tempo determinato o lavorano da autonomi in regime agevolato. Giusto per fare un raffronto col mondo accademico, secondo il rapporto Alma Laurea 2019, il tasso di occupazione delle varie tipologie di lauree (primo livello, secondo livello, ciclo unico) dopo un anno si ferma intorno al 70%.
I settori che aprono più opportunità
Per quanto riguarda le aree con le performance migliori, a spiccare sono i diplomi afferenti alle “Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali - Turismo” (86,4%). Ottimi risultati anche per la “Mobilità sostenibile” (83,6%). Seguono le “Nuove tecnologie per il Made in Italy” (83,4%), segmento articolato in un ulteriori cinque specializzazioni (Moda, Casa, Meccanica, Agro-Alimentare, Servizi alle imprese) e che da solo assorbe quasi la metà dei 104 ITS censiti; con il Sistema meccanica che supera il 92% di occupati.
L'identikit dello studente ITS
Ma chi sono i ragazzi che si rivolgono agli ITS? Il 44,3% degli iscritti – il monitoraggio 2020 ne ha censiti quasi 16mila (15.735), distribuiti nei 616 percorsi attivi - ha un’età compresa tra 20 e 24 anni; il 36,1% ha 18-19 anni. Prevale la presenza maschile (72,1%). Il 62,3% possiede un diploma di istruzione secondaria di secondo grado a indirizzo tecnico. Interessante il dato dei Licei, da cui proviene il 20,7% degli studenti. Così come non è da sottovalutare la composizione della presenza femminile: la percentuale più elevata (28,0%) è in possesso di un diploma liceale, più di 1 su 10 della laurea. Segno di come sia trasversale l'utenza che popola questi percorsi. E che spesso anche con una laurea in tasca non si riescano a trovare opportunità lavorative mentre si vede negli ITS la risposta giusta per entrare nel mondo del lavoro.
Il ruolo decisivo di imprese e aziende
Gli Istituti Tecnici superiori, a dieci anni dalla loro creazione, si confermano quindi in grado di far fronte alla domanda di nuove professionalità e competenze che proviene dal mondo del lavoro e di essere capaci di operare in sinergia con i sistemi produttivi territoriali. Perché il legame col tessuto industriale italiano è uno dei punti di forza del Sistema: il 43,1% dei partner soci delle 84 Fondazioni ITS con percorsi monitorati è costituito da imprese e associazioni di imprese. E le aziende coinvolte nelle attività di stage sono state il 90,6% su un totale di 3.672 sedi di stage. A livello regionale, è la Lombardia quella che registra il maggior numero di Istituti (20); molto più omogenea la distribuzione nel resto del Paese, con le altre regioni che non arrivano alla doppia cifra ma hanno tutte almeno un ITS (uniche eccezioni la Valle d'Aosta e le province autonome di Bolzano e Trento).
Oltre la teoria tanta pratica
Il legame con le aziende e le realtà economiche non è solo di facciata: infatti i corsi di studio offerti dagli ITS devono prevedere una divisione pressoché identica tra ore svolte in aula e ore impiegate in tirocini curricolari. Come se non bastasse, anche i docenti e i contenuti dell'offerta ITS devono essere sottoposti ad un certo travaso dal mondo del lavoro. Insomma i prof che si trovano agli ITS spesso sono professionisti che lavorano nel settore per il quale si prestano alle docenze. Questo rende gli studenti degli ITS molto appetibili sul mercato del lavoro, sia per le aziende presso le quali hanno svolto il tirocinio sia per le altre della stessa filiera.
La campagna di informazione
Un ottimo riscontro che il ministero dell'Istruzione ha deciso di potenziare ulteriormente avviando una campagna di comunicazione – partita a fine aprile - caratterizzata da un'importante attività digital che si svilupperà fino alla fine di giugno e di cui anche Skuola.net è partner: assieme allo youtuber e influencer Nikolais si accompagneranno, in modo divertente, gli aspiranti iscritti alla scoperta degli 'effetti collaterali' dei colloqui di lavoro, spiegando come gli ITS possono essere utili e strategici nel contesto formativo/lavorativo attuale, consentendo sbocchi concreti grazie alle professioni tecniche. In più, il MI ha messo a punto il sito https://sistemaits.it/, progettato per far conoscere tutto il potenziale degli ITS, per raccontare come funzionano questi Istituti, i casi di successo e le buone pratiche.