L'INTERVISTA AL MINISTRO

Lavoro, Calderone ai giovani: "Non temete l’IA, la useremo anche per aiutarvi a trovare lavoro"

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, durante un confronto con la community di Skuola.net, invita le nuove generazioni a non temere l’intelligenza artificiale, ma a vederla come un’opportunità

12 Feb 2025 - 17:33
 © skuola.net

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I mestieri del futuro? Inevitabilmente quelli legati alla tecnologia, quindi tutto ciò che attiene al mondo delle STEM: scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. Ma anche quelli del passato, come idraulici, meccanici e meccatronici, che oggi praticamente hanno il posto assicurato. Parola di Marina Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervistata in streaming dal portale specializzato Skuola.net.

Considerando, tuttavia, che le nuove tecnologie, in particolar modo l’intelligenza artificiale, cambieranno tutti i lavori e che quindi sarà necessario per tutti “la formazione continua”. Ma l’IA, a detta del Ministro, non deve spaventare: “I ragazzi non possono aver paura del futuro. Quella dell’intelligenza artificiale la devono prendere come una sfida. Fa parte del progresso di una società”

Una piattaforma per facilitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro

Calderone che ha anche annunciato novità sulla piattaforma SIISL - il Sistema Informativo per l'inclusione Sociale e Lavorativa - dove a breve arriverà un assistente virtuale che potenzierà l’attuale offerta di supporto ai futuri candidati: in questo caso la tecnologia aiuterà gli aspiranti lavoratori a sviluppare una maggiore consapevolezza sulle proprie competenze e a suggerirgli sia percorsi formativi che offerte lavorative coerenti. Ma anche gli studenti consentendo “di capire che cosa c’è all’interno dell’offerta scolastica e universitaria e soprattutto di come quelle offerte si coniughino con le richieste delle imprese”.

Insomma, inutile negare che il digitale e, in particolare, l’intelligenza artificiale siano in cima all’agenda del ministro del Lavoro italiano e di quelli del resto del G7. Sul punto, la promessa è che verrà adottato un approccio saggio: “Noi ci dobbiamo impegnare per avere uno sviluppo ‘umanocentrico’ dell’IA. Questa non si può negare né ostacolare, cresce ogni giorno. Bisogna governarlo, per far sì che diventi uno strumento per vivere meglio e per lavorare meglio. La macchina deve essere al servizio dell’uomo e non il contrario”.

Ovviamente sarà necessaria tutta una regolazione, una serie di norme da mettere a punto: “Come Ministero del Lavoro - prosegue Calderone - insedieremo un Osservatorio sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro. In questo, il contributo dei giovani sarà fondamentale, per capire quali sono le sensazioni e le paure”. Fermo restando che “dobbiamo giocarci la partita, senza limitarci a preoccuparci di quali potrebbero essere i problemi”.

Per "governare" l'IA centrale la formazione continua

Ma, in concreto, secondo il Ministro quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato occupazionale? “Certamente - sottolinea - ci saranno dei lavori che, seppur scompariranno, dovranno comunque essere ripensati in una logica di interconnessione con l'intelligenza artificiale. Ci sarà la necessità di formarsi. Ecco, l’IA porta con sé l’imperativo della formazione continua. Non sarà più sufficiente prendere un titolo per definirsi esperto e poter governare le logiche e le sfide del mio lavoro. Sarà invece necessario entrare nell’ottica di idee che si studia ogni giorno e che ogni giorno bisogna imparare una cosa nuova”.

Molto, però, si potrà fare anche orientando le nuove generazioni - e non solo - verso gli ambiti che, a prescindere dall’intelligenza artificiale, possono mettere in mano alle ragazze e ai ragazzi abilità meglio spendibili nella fase di ricerca del lavoro: “Noi partiamo dal presupposto che bisogna essere informati - dice Calderone - che bisogna conoscere quelli che sono i percorsi di studio ma anche le opportunità di lavoro. E in che modo queste due cose si parlano”.

In questo, un ruolo chiave potrebbe giocarlo strumenti come la piattaforma ministeriale SIISL (Sistema Informativo per l'inclusione Sociale e Lavorativa): “Stiamo lavorando tantissimo - assicura il Ministro - per svilupparla ulteriormente, per incrociare sempre meglio domanda e offerta di lavoro. Presto avrà a bordo un assistente virtuale che consentirà ai ragazzi di capire che cosa c’è all’interno dell’offerta scolastica e universitaria e soprattutto di come quelle offerte si coniuga con le richieste delle imprese”.

Superiamo i vecchi preconcetti

Parallelamente, Calderone è consapevole di quanto sia necessario agire a livello culturale, per far comprendere quanto oggi siano da considerare "superate molte convinzioni del passato, che spesso gli adulti hanno trasferito ai ragazzi, penalizzando tanti giovani. Si è partiti spesso, ad esempio, dall’assunto che esistano percorsi di studio di ‘serie a’, altri di ‘serie b’ e altri ancora addirittura di ‘serie c’, come quelli legati alla formazione tecnica e professionale”.

Quando, invece, soprattutto questi percorsi fanno registrare i risultati migliori in termini occupazionali, avendo un collegamento stretto col mondo del lavoro: “Chi li frequenta - segnala il Ministro - ha oggi praticamente il posto assicurato”.

Ma quali sono, dati ministeriali alla mano, i mestieri del futuro? Quelli in grado di dare le maggiori soddisfazioni? “Sicuramente - riporta Calderone - tutti quelli che attengono alla tecnologia, tutte le professioni che sono legate alle discipline STEM. E questo è importante, in particolar modo, per la componente femminile. Le donne devono impegnarsi di più in percorsi di formazione in area STEM. Per dare anche l’esempio ad altre ragazze e innescare un effetto contaminazione. In questi ambiti, peraltro, si vanno a intercettare le professioni che raccolgono la grande sfida dell’intelligenza artificiale”. Non a caso.

Fondamentale migliorare le competenze informatiche di base

Per agevolare queste dinamiche, però, devono crescere anche le competenze informatiche di base: “Su questo - ammette il Ministro - abbiamo tanto da lavorare e stiamo investendo tante risorse del PNRR. Siamo uno dei Paesi in cui le competenze tecnologiche della popolazione sono particolarmente basse. Oggi è impensabile erogare formazione che non sia strettamente collegata ai percorsi tecnologici”.

Qualcosa, comunque, sembra già muoversi: “Abbiamo ancora un numero importante di giovani che non lavorano e non studiano. Ma i segnali positivi ci sono: nell’arco di un paio d’anni la percentuale si è ridotta. Ciò vuol dire che tanti ragazzi si stanno mettendo un gioco. Cercando di cogliere l’attimo”.

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