I dati del rapporto LinkedIn Recruiter Sentiment Italia 2019 appaiono positivi, ma emergono anche alcune carenze da parte di chi cerca lavoro
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LinkedIn, noto social network dedicato al mondo del lavoro - utilizzato soprattutto da professionisti e aziende - ha pubblicato un interessante rapporto dal titolo LinkedIn Recruiter Sentiment Italia 2019, in cui analizza la situazione occupazionale in Italia. Ciò che emerge è che il 50% dei recruiter italiani ritiene che ci sia un'aumento di assunzioni, mentre il 40% definisce la situazione stabile. Solo il 10% afferma di notare un calo rispetto agli anni precedenti. A riportarne i dati salienti è il sito Skuola.net
Si assume di più, soprattutto nel settore manifatturiero e tecnologico
In questa situazione sostanzialmente positiva, a trainare le nuove assunzioni secondo gli intervistati è soprattutto il settore manifatturiero (49% delle risposte), seguito dal settore tecnologico legato alla produzione di software (45%), poi il Tech relativo ai servizi (44%) e il food & beverage (37%). Ma ci sono settori nei quali le aziende, pur essendo disponibili ad assumere, hanno trovato difficoltà a trovare i giusti candidati. I recruiter affermano che, durante il 2018, quelli per cui le nuove assunzioni sono state più ostiche risultano il finance & banking (32%), l’IT legato alla produzione di hardware (30%), l’istruzione (29%), media e comunicazione (29%) e la sanità (29%).
Soft skills e digital skills: le competenze più richieste
Insomma, buone notizie per chi si affaccia nel mondo del lavoro. Ma ci sono anche degli aspetti da tener presente per poter essere davvero competitivi. Con la continua innovazione tecnologica le aziende sono tenute a restare al passo coi tempi, e dal rapporto emerge come le competenze digitali siano quelle più ricercate. In particolare, si citano le competenze in ambito tecnologico e di coding (15%), la capacità di gestire in maniera adeguata le funzioni del pacchetto Microsoft Office (14%), le competenze nell’ambito dei social media (12%), il web design (11%) e l’analisi dei dati (data analytics) al 10%.
Scarse competenze digitali, soprattutto tra le donne
Nonostante la loro importanza, le competenze digitali sono anche quelle che mancano maggiormente ai professionisti italiani, insieme ad alcune fondamentali soft skills. In particolare, secondo il rapporto, quelle su cui c'è più carenza sono le competenze in ambito tecnologico e di coding (36%), la capacità di problem solving (31%), la creatività (30%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro in maniera corretta (28%), le competenze nell’ambito del web design (28%), la capacità di collaborazione (27%) e il senso di leadership (26%). Purtroppo, da questa ricerca condotta da LinkedIn emerge anche un dato che evidenzia il "gender gap" nel mondo del lavoro. Il 45% dei responsabili HR italiani dichiara infatti come ci siano più candidati uomini dotati di competenze digitali rispetto alle donne (contro appena il 25% che al contrario pensa che vi siano più donne “digitalmente preparate”): questo, ovviamente, rappresenta uno svantaggio in un mondo sempre più tecnologico.