Strutture vetuste, classi sovraffollate e crolli continui, che in poco più di dodici mesi hanno superato i 50 casi. Oggi si celebra la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole: Skuola.net fa il punto della situazione grazie ai dati di Cittadinanzattiva
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Si va a scuola ma non si sa se si tornerà a casa. Il diciassettenne Vito Scafidi, quel 22 novembre del 2008, dai suoi genitori non è più tornato. In suo nome, e nel nome di tutti coloro che hanno perso la vita nel luogo in cui avrebbero dovuto costruire il proprio futuro, qualcosa - si spera - dovrà cambiare.
E per ricordarci l’urgenza di questo cambiamento, da qualche anno a questa parte il 22 novembre si celebra la “Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole”. Una chimera. Nonostante investimenti di 8 miliardi di euro negli ultimi 10 anni e oltre 1 miliardo di euro messo a disposizione dal PNRR per la messa in sicurezza dei nostri istituti e per la costruzione di nuovi edifici scolastici. Il patrimonio scolastico italiano, infatti, continua ad essere quantomeno vetusto e propenso a crollare sulle teste degli studenti, ma con il buon gusto di scomodarsi soprattutto nel weekend o nelle ore in cui gli occupanti sono altrove.
Crolli, certificati assenti, edifici vetusti: la diapositiva della scuola in Italia oggi
Secondo gli ultimi dati diffusi da Cittadinanzattiva attraverso il suo “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, tra settembre 2021 e luglio 2022 ci sono stati ben 45 crolli, equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale; a cui vanno aggiunti ulteriori 11 casi (qui sono compresi anche quelli nelle università) solamente tra settembre e ottobre 2022. Nessuno, per fortuna, con conseguenze mortali ma “solo” con qualche ferito e danni agli ambienti.
Un quadro che è il frutto di una situazione abbastanza fuori controllo. Come evidenzia il portale Skuola.net, analizzando lo stesso report di Cittadinanzattiva, troppi edifici scolastici non hanno le carte in regola per garantire una certa tranquillità dal punto di vista della sicurezza. Delle oltre 40mila strutture operative nell’anno scolastico 2021-2022, quasi 6 su 10 non sono in possesso del certificato di Agibilità (58%). E una quota simile (55%) non ha la certificazione Antincendio. Poco meglio per quel che riguarda il collaudo sulla Staticità delle strutture, ma oltre 4 edifici su 10 non hanno neanche questo.
Eppure, sarebbe quantomai opportuno procedere a una ricognizione generale delle scuole. Vista la loro vetusta età che, in media, si attesta sui 53 anni. Con il 42% degli edifici costruiti prima del 1976. Ma è un calcolo approssimativo, visto che per oltre un quarto del totale (26%) non è possibile risalire nemmeno all’anno di costruzione.
Non esiste sicurezza dove c’è sovraffollamento di studenti
Decisamente meglio vanno le cose all’interno delle strutture. Il 77% degli istituti ha infatti a disposizione un Documento per la valutazione dei rischi (DVR) e il 79% ha redatto un Piano di emergenza per l’evacuazione dall’edificio. Ma il dato che vede circa 1 scuola su 6 non avere né l’uno né l’altro non è comunque da sottovalutare.
Infine una variabile spesso poco considerata che, in caso di emergenza, potrebbe aggravarne le conseguenze: il sovraffolamento delle classi. Secondo l’analisi di Cittadinanzattiva, basata sui dati raccolti da Tuttoscuola, il 3,8% delle classi (in termini assoluti sono quasi 14mila) ospita più di 26 alunni. E nella scuola dell’infanzia le classi “fuori legge” sfiorano il 5% del totale.
Dove non arriva lo Stato ci pensa San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti
“Dove non arriva lo Stato arriva San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti. Infatti ogni anno si registrano decine di crolli in ambito scolastico, molti dei quali non fanno vittime o feriti solo perché avvengono in momento in cui gli ambienti sono vuoti. Ma si tratta di casualità: basterebbe qualche ora di differenza per trasformare un fatto grave in una tragedia, come quella che ci ha strappato, 14 anni fa, il giovane Vito Scafidi. Non bastano solo gli investimenti sulla costruzione delle scuole, va anche pensata una riforma della gestione del patrimonio edilizio scolastico: non è pensabile continuare a scaricare la responsabilità operativa sugli enti locali, soprattutto in quelle realtà dove il personale è ridotto all’osso o mancano le competenze. Sono più di vent’anni che facciamo così e questi sono i risultati: ancora non esiste un’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica completa al 100% e accessibile in maniera semplice al cittadino comune, come invece stabiliva una legge del 1996. L’edilizia scolastica deve quindi essere tra le priorità del nuovo Governo, che speriamo accolga questa grande responsabilità”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.