Ginevra e Alberto hanno frequentato il liceo sperimentale in quattro anni. Metà dei quali, per uno strano scherzo del destino, passati in Dad. Ecco il loro racconto
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La Maturità 2021 è sempre più prossima: i ragazzi infatti saranno chiamati a sostenere i colloqui dell’esame di Stato, l’unica prova da superare quest’anno, a partire dal 16 giugno. I maturandi 2021 saranno la seconda generazione di studenti a dover sostenere una maturità ridotta, a causa dell’ultimo anno e mezzo vissuto tra Dad e presenza in classe, ma soprattutto per via dell’emergenza sanitaria ancora in corso, che impedisce di svolgere le prove scritte. Ma le curiosità legate all’esame di quest’anno non finiscono qui. Il portale Skuola.net, ad esempio, ha rintracciato due maturandi decisamente particolari: Ginevra Cervella e Alberto Morrone, appena diciottenni.
Scuole superiori quadriennali: una realtà in espansione
Perché si trovano alla vigilia del diploma così giovani? Semplice: hanno frequentato il liceo sperimentale in quattro anni anziché nei cinque canonici, presso l’istituto Majorana di Brindisi, una delle scuole che ha aperto alla sperimentazione di questa formula liceali. Ma c’è di più: si tratta di studenti che, di fatto, hanno passato quasi metà del loro percorso scolastico superiore in tempo di pandemia, frequentando al 100% in aula solo due anni su quattro. Un motivo in più per essere interessati alla loro storia.
Il loro, però, non è un caso isolato. Raggiungere il diploma in quattro anni invece che nei cinque previsti di solito anche in Italia è ormai una realtà. Secondo i più recenti dati del MI (del 2018) attualmente sarebbero circa 200 le classi (per altrettante scuole) ad aver attivato questi indirizzi. Così distribuite sul territorio nazionale: 85 al Nord, 43 al Centro, 64 al Sud e nelle Isole. In tutto, si tratta di 144 Licei e 48 Istituti tecnici, 127 le scuole statali e 65 le paritarie.
La sperimentazione di questo tipo di percorsi, inoltre, dovrebbe essere ulteriormente potenziata nei prossimi anni, così come previsto dal Pnrr da poco emanato dal Governo, che intende portare a 1.000 le scuole interessate. Non deve però ingannare il numero ridotto di anni; sugli obiettivi formativi non viene fatto nessuno “sconto”: le scuole partecipanti assicureranno, infatti, il raggiungimento delle competenze e degli obiettivi specifici di apprendimento previsti per il quinto anno di corso, nel rispetto delle Indicazioni Nazionali e delle Linee guida, come stabilito dai comunicati relativi a questo tipo di diplomi diffusi direttamente dal Ministero dell’Istruzione.
Ma cosa vuol dire essere un maturando di un percorso quadriennale che arriva all’esame di Stato dopo aver passato quasi metà del liceo in Dad? E perché scegliere di percorrere questa strada così inusuale, tale anche quando Ginevra e Alberto l’hanno intrapresa?
La scelta del liceo quadriennale: la parola ai maturandi
La risposta è ovviamente differente per i due ragazzi, e se Ginevra ha risposto sottolineando la scelta “spontanea” che l’ha portata a optare per questo tipo di percorso, in quanto “ho sempre voluto frequentare un liceo scientifico. Quindi avendo la possibilità di scegliere tra cinque e quattro anni, sicuramente un anno di vantaggio non poteva fare che bene: è stata dunque una scelta naturale”, per Alberto è stato invece determinante il fattore modernizzazione: “la scuola è innovativa e lo era già quando ci siamo iscritti noi, e anche da prima, insomma: già sperimentava all’epoca con metodologie nuove e interessanti”.
Superiori in quattro anni invece di cinque: sono più difficili?
Tuttavia, concentrare un programma della durata di cinque anni in un quadriennio è comunque una bella sfida: si deve studiare di più? “Sicuramente bisogna impegnarsi, ma credo che l’impegno vada speso sempre, in qualsiasi cosa si faccia - risponde in modo saggio Ginevra, che aggiunge - La mole di studio non è esageratamente maggiore rispetto a quella di un liceo quinquennale; sicuramente bisogna stare al passo con il programma che viene affrontato in tempi più brevi, ma non in maniera più superficiale”.
Entrambi i ragazzi, comunque, concordano su un dato che potrebbe balenare nella testa dei loro coetanei: il fatto di aver molto meno tempo libero. “Non credo - dice Ginevra - che noi che frequentiamo il quadriennale non abbiamo una vita sociale, i nostri hobby: quindi si può fare.” Le fa eco Alberto: “Sono d’accordo, infatti gli anni prima del Covid, soprattutto, noi tutti, la nostra classe e anche l’altra classe quadriennale della nostra scuola abbiamo sempre avuto delle passioni, delle attività pomeridiane da svolgere, anche attività extrascolastiche. Non ci siamo negati niente: dalle uscite con gli amici a dei corsi tenuti a scuola. Si studia un po’ di più ma non ci siamo comunque fatti mancare nulla in questi anni”.
Maturità 2021: come la stanno vivendo i ragazzi del quadriennale
In questo periodo, ai ragazzi che affrontano il loro ultimo anno di scuola superiore, è impossibile non porre domande relative alla Maturità. Come sta vivendo l’esame di Stato chi si è preparato per quattro invece che per cinque anni? “Un po’ d’ansia c’è ma è quella positiva che aiuta - esordisce Ginevra - Stiamo cercando di supportarci il più possibile per evitare che lo studio poi pesi troppo. Facciamo del nostro meglio anche per concludere in bellezza il percorso.” Alberto concorda con le parole della compagna, aggiungendo: “Noi sappiamo quanto stiamo lavorando e quanto abbiamo lavorato in questi anni. Abbiamo un team di professori super disponibili che ci stanno aiutando tantissimo. Quindi non siamo preoccupati, ma siamo comunque carichi”.
Ma come l’avrebbero sognata la Maturità 2021 questi ragazzi? La prima a esporsi è nuovamente Ginevra, che ammette: “Sicuramente avrei preferito trascorrere questo periodo dal vivo con i miei compagni. Magari trascorrendo i pomeriggi a studiare insieme e a supportarci dal vivo. Senza dubbio è il lato umano quello che desidererei di più, in questo momento, condividere con i miei compagni”. Alberto, invece, lasciandosi ispirare dalla domanda, propone una propria versione di quello che dovrebbe essere, secondo lui, l’esame di Stato: “La mia maturità dei sogni è semplicemente un ultimo anno in cui si arriva alla fine e si viene giudicati in base al percorso e basta, senza ulteriori prove che, secondo me, sono superflue, visto che alla fine ci conoscono i nostri professori. E quindi una maturità in cui ci si concentra più che altro su quello che si vorrebbe fare dopo, perché molti arrivano al diploma non avendo ben chiaro quello che vorrebbero fare in seguito. Questa è una cosa ben più grave che arrivare poco preparati al diploma, secondo me".
Cosa si ricorderanno del liceo i maturandi del 2021?
Avendo dunque passato gli ultimi due anni del liceo quasi interamente in Dad, che ricordo potranno aver maturato i ragazzi del quadriennale che quest’anno lasceranno le superiori? “Per me il ricordo del liceo sarà legato alla classe, ai compagni - racconta Ginevra - In realtà noi all’inizio non andavamo per niente d’accordo, abbiamo trascorso i primi anni a litigare perennemente, quelli che abbiamo passato in presenza. Poi la distanza e la pandemia non hanno sicuramente aiutato. L’anno scorso infatti un po’ ci siamo allontanati tutti, anche chi aveva stretto rapporti più forti. Però quest’anno, un po’ perché siamo cresciuti, un po’ perché abbiamo iniziato veramente a sentire l’uno la mancanza dell’altro, abbiamo iniziato a legare molto di più, abbiamo trovato anche le occasioni per incontrarci al di là del contesto scolastico.” La stessa ragazza afferma come ci sia effettivamente stata una maturazione dell’intera classe: “Abbiamo iniziato a vederci più come amici che come compagni di classe, e credo che questo sia stato fondamentale.” Alberto le fa eco, concordando con le parole spese dalla compagna e sottolineando come “prima del Covid le nostre esperienze le abbiamo avute: le assemblee, le gite, le uscite. Io li ricorderò con piacere questi anni”.
Due anni su quattro passati in Dad, cosa è mancato di più?
Passando quasi la metà del tempo da liceali in Dad, però, si è davvero pronti a lasciare la scuola o si avverte una qualche mancanza? Questa domanda non facile lascia spazio alla sincerità e alla spontanea confessione di Alberto, che riferisce come siano stati due ultimi anni non facili: “Io sinceramente la prima quarantena, quella dello scorso anno, l’ho vissuta malissimo, come molti immagino. Pensavo che gli anni più belli del liceo sono gli ultimi, quando ti conosci meglio con i tuoi compagni, con le gite più in grande e le esperienze importanti e formative. Quindi il fatto di pensare che me li stessi perdendo mi faceva stare molto male - ammette lo studente, che poi continua - alla fine me ne sono fatto una ragione, perché sono completamente impotente davanti a questa cosa, quindi o la accetto o continuo a struggermi: ho preferito la prima opzione. E comunque durante quest’ultimo anno è andata molto meglio, perché anche tra compagni di classe siamo riusciti a vederci, ad avere delle esperienze insieme; quindi alla fine non ci siamo mancati troppo”.
Ginevra invece lancia un messaggio positivo, mostrando che anche nelle avversità si possono trovare lati positivi inaspettati e, nonostante affermi che “sicuramente avremmo voluto trascorrere l’intero liceo in presenza”, continua il suo discorso mettendo in luce come “questa esperienza ci ha insegnato a non abbatterci, a non arrenderci e a dare il massimo nonostante la mancanza di stimoli. Però credo che anche questo ci abbia un po’ formato, e ci abbia reso pronti a lasciare quel luogo sicuro che è stato il liceo fino ad ora”.
E dopo quest'esperienza così strana?
Continuando a parlare della Maturità, come si sentono i diplomandi di quest’anno rispetto ai ragazzi che hanno affrontato l’esame nel 2020? “Molto avvantaggiati - risponde quasi senza pensare Alberto - loro hanno avuto un’idea della maturità fino a marzo, poi per un paio di mesi non hanno avuto nessuna idea di come sarebbe andata e poi gliel’hanno detto all’ultimo. Sapere già da febbraio come si svolge la maturità per noi è un grande vantaggio, rispetto all’anno scorso.” Anche se Ginevra mette in luce un aspetto non da poco: “I maturandi dello scorso anno erano più abituati al confronto in presenza. Noi non abbiamo un’interrogazione in presenza da un anno e mezzo”.
E, con la maturità imminente, è ora anche di pensare al domani; i ragazzi che stanno per uscire dal liceo hanno già le idee chiare sul futuro? Sembra di sì, soprattutto Alberto, che è già entrato al Politecnico di Milano superando il test con successo. Più insicura ma non meno decisa ad affrontare l’Università è Ginevra, che afferma: “Le idee su cosa fare ci sono, speriamo nei test”.