In vista dell’esame di Stato il malumore regna fra gli studenti. Il 72% si schiera contro la distribuzione del punteggio così come riformulata dalla nuova bozza di ordinanza. Altrettanti sono contrari a una seconda prova di istituto
Roma © Ansa
Mentre l’ordinanza sugli Esami di Stato 2022 si fa attendere, almeno fino alla prossima settimana, i ragazzi hanno le idee ben chiare sulle notizie che in questi giorni si rincorrono e che danno per praticamente certa la reintroduzione delle due prove scritte: la maggioranza si dice in ansia, preoccupata e arrabbiata per la scelta presa dal Ministero dell’Istruzione.
Per questo, in tanti, hanno deciso di scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso. È quanto emerge da un sondaggio di Skuola.net, che ha intervistato 1.100 maturandi in attesa di notizie ufficiali da Viale Trastevere.
Maturandi uniti nella protesta
Gli studenti di quinto superiore hanno, infatti, sperato fino all’ultimo di poter ottenere una “Maturità light”, cioè con solo il maxi-orale, come accaduto negli ultimi due anni. Ma l’appello non è stato accolto dal Governo, che ha optato per una versione più vicina all’esame pre-pandemia. Per questo motivo, quasi 3 maturandi su 10 hanno voluto partecipare alle proteste che sono state organizzate dopo la notizia del ritorno delle due prove scritte. Mentre il 42%, pur non avendone preso parte, è d’accordo con le loro motivazioni.
Non sorprende, perciò, che quasi 7 su 10 stiano manifestando emozioni negative riguardo agli esami che li attendono a giugno: il 33% degli intervistati dice di soffrire di ansia da quando è stata annunciata la nuova formula per gli Esami di Stato 2022. A completare lo spettro delle emozioni negative ci sono poi i disperati (17%) o gli arrabbiati (15%). Non mancano quelli che che mostrano un approccio distaccato, dichiarandosi indifferenti (14%), in compagnia anche di maturandi che si definiscono speranzosi, felici o sereni (complessivamente il 21%).
La seconda prova? Meglio nazionale che "di istituto"
Al centro delle preoccupazioni degli studenti, non serve sottolinearlo, è la tanto dibattuta seconda prova, che ormai quasi certamente sarà parte dell’esame. Come sappiamo, in un primo momento, il Ministero aveva immaginato una seconda prova scritta redatta dalle singole commissioni d’esame. Che nella pratica si sarebbe tradotta in un maxi compito in classe preparato dallo stesso docente della materia di indirizzo normalmente in cattedra durante l’anno. Ma il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione aveva suggerito che lo scritto fosse predisposto a livello di istituto, quindi uguale per tutte le classi. Nessuna di queste due opzioni sembra però convincere gli studenti: il 37% dei maturandi intercettati, infatti, non potendo evitare lo scritto, preferirebbe una prova “nazionale, uguale per tutti. Una posizione che, però, si scontra con chi (35%) afferma che sarebbe più opportuno uno scritto d’indirizzo diverso per ogni classe. Solo il 28% si schiera a favore della versione presente nell’ultima bozza di ordinanza trasmessa alle commissioni parlamentari per ottenere i pareri definitivi.
Sempre in Parlamento il ministro Bianchi ha fatto giungere una versione dell’ordinanza ministeriale che cerca di venire incontro alle istanze degli studenti sulla rimodulazione dei criteri di composizione del voto, dando lo stesso valore - massimo 50 punti - alle prove d’esame e al credito scolastico. Ma solo 3 su 10 “votano” a favore di questa soluzione. Per il 44% del campione analizzato dovrebbe essere assegnato il maggior numero di punti possibili alla carriera scolastica, come avvenuto nello scorso biennio. Non manca però chi addirittura punterebbe molto di più sulle prove: per il 28% dei maturandi era più efficace la primissima proposta del Ministro prima delle più recenti modifiche, con 40 crediti al triennio finale e 20 punti a ognuna delle tre prove d'esame.
“Le sensazioni, prevalentemente negative, che stanno segnando l’avvicinamento all’esame da parte degli studenti dovrebbero indurre chi deve decidere la formula definitiva della Maturità 2022 a fare presto. Ci stiamo avvicinando sempre più alla fatidica tappa dei 100 giorni all’esame - fissati per il 14 marzo - senza certezze definitive sulle regole del gioco”, sottolinea Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net. “Anche perché le tensioni accumulate potrebbero trovare sfogo in piazza: il 30% dei maturandi ha preso parte attivamente alle proteste di queste settimane”.