L’esame di Maturità 2023 aspetta quasi mezzo milione di studenti, con una formula che sancisce di fatto il “ritorno alla normalità”: due prove scritte e un colloquio orale
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Due prove scritte nazionali e un colloquio orale: dopo un triennio caratterizzato da forti disagi e limitazioni, dovuti all'emergenza sanitaria, l’esame di Stato 2023 festeggia il suo centenario - nacque infatti nel lontano 1923 per mano di Giovanni Gentile - con un ritorno alla normalità.
L’ordinanza del Ministero dell’Istruzione e del Merito che regola l’esame di Stato per la scuola secondaria di secondo grado ha infatti rispolverato l’impianto pre-pandemia. I maturandi del 2023 dovranno quindi vedersela con un esame decisamente diverso da quelli del triennio passato.
Dal carattere delle prove al punteggio, passando per la composizione delle commissioni, sono molte le differenze con l’esame in formato light andato in scena durante la pandemia. Vediamo allora cosa prevede l’esame di Stato 2023 targato Giuseppe Valditara in questa guida di Skuola.net sulla Maturità 2023.
Il calendario delle prove d’esame: si parte il 21 giugno con Italiano
La data da fissare bene a mente è mercoledì 21 giugno. Quel giorno, alle 08:30, come da tradizione si parte con lo scritto di Italiano. Dopo lo stop forzato del 2020 e del 2021, la prima prova era già tornata in pianta stabile lo scorso anno. Con le tracce decise a livello nazionale dal Ministero dell’Istruzione, che invia alle scuole il cosiddetto “plico telematico” - inviolabile e inalterabile senza l’apposita password, consegnata la mattina stessa della prova - contenente, per l’appunto, le proposte di tracce che i diplomandi dovranno svolgere. Gli studenti si troveranno davanti ben sette tracce differenti, di diverse tipologie: due per l’analisi del testo, tre per il cosiddetto testo argomentativo e due per il classico tema di attualità.
Il giorno dopo, giovedì 22 giugno, è la volta dello scritto di indirizzo. La temibile “seconda prova”, che verte - come prevede l’ultima riforma organica sugli esami - su una o più discipline caratterizzanti il corso di studi. A differenza della prima prova, il secondo scritto solo quest’anno ritrova la struttura di sempre. Anche queste tracce saranno infatti definite dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, a differenza di quanto avvenuto nel 2022, quando la prova fu preparata dai docenti interni alle singole scuole. Tuttavia il MIM ha cercato di semplificare la vita ai maturandi non avvalendosi della possibilità di combinare più discipline nella seconda prova negli indirizzi, in cui questo sarebbe teoricamente previsto, come da ultima riforma.
Il 26 gennaio scorso, il Ministro Valditara - tramite apposita ordinanza - ha annunciato per ogni indirizzo la materia (unica) oggetto della seconda prova. Al liceo Classico ci sarà Latino, allo Scientifico Matematica, Lingua straniera 1 al liceo linguistico, Economia Aziendale all’Istituto Tecnico Commerciale. E così via. Menzione speciale per la seconda prova degli Istituti Professionali che, proprio dal 2023, cambierà faccia. Il nuovo ordinamento dei “professionali” prevede, infatti, una diversa modalità di elaborazione della seconda prova scritta: il compito non verterà sulle discipline ma sulle competenze richieste in uscita da questi percorsi e sui nuclei tematici fondamentali di indirizzo. Sarà poi la commissione a preparare la traccia, su indicazioni ministeriali.
Viene prevista una terza prova scritta, il 27 giugno, per gli studenti che frequentano i percorsi EsaBac - che permettono di ottenere una qualifica riconosciuta anche in Francia - e nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola e tedesca.
L’esame orale: dal 26 giugno commissioni impegnate nei colloqui
Una volta affrontati i due scritti, il più sarà fatto. Ma gli studenti non dovranno comunque abbassare la guardia. Gli orali possono iniziare già dopo due giorni (domeniche e giorni festivi intermedi esclusi) dalla pubblicazione dei risultati delle prove scritte: le commissioni più veloci di solito iniziano i lavori il lunedì successivo alle prove scritte.
Il colloquio orale, l’interrogazione finale, ha - seppur in maniera meno marcata rispetto alle edizioni precedenti - il suo “peso”. Il calendario degli orali verrà stabilito in una riunione plenaria prima dell’inizio dell’esame, con il sorteggio della classi coinvolte nella prima tornata di colloqui di ogni commissione e, all’interno di ognuna di esse, della lettera alfabetica (del cognome dei candidati) da cui inizieranno i colloqui. Non si esamineranno, però, più di 5 persone per giornata.
Già dal 2022, il colloquio orale è tornato al formato originale, anche perché non dovrà più “sostituire” le prove scritte, come fece il “maxi-orale” del biennio 2020-2021. Anche l’ultimo step dell’esame conclusivo di quinta superiore riprende così le sue sembianze “classiche”: niente più elaborati o tesine, si parte invece dall’analisi di materiali scelti dalla commissione (un testo, un documento, un’immagine, un progetto) e dal conseguente percorso interdisciplinare basato sui programmi scolastici, per poi passare alla presentazione dell’esperienza PCTO e alla verifica delle competenze di Educazione Civica.
La commissione
Il tutto sarà coordinato dalla commissione d’esame che tornerà mista: a saggiare le competenze dei maturandi saranno infatti tre membri esterni e tre membri interni, coadiuvati da un Presidente, anch’esso esterno alla scuola, nominato dall’Ufficio scolastico regionale di riferimento (USR).
Ciascuna commissione d’esame avrà in carico due classi, motivo per cui sarà ulteriormente articolata in due sottocommissioni distinte: i membri interni saranno designati tra i docenti appartenenti ai consigli di classe - con la possibilità che uno o più commissari siano individuati per entrambe le classi - mentre i docenti esterni verranno selezionati dall’USR competente, previa presentazione della domanda. Il ruolo della commissione è principalmente quello di valutare, collegialmente, le prove di ogni candidato, utilizzando però delle griglie di valutazione nazionali.
Il punteggio e il voto finale
In questi ultimi anni di pandemia, tra chiusure e Dad a ripetizione, a risentirne è stata soprattutto la didattica. Ecco perché lo scorso anno, l’allora Ministro Bianchi optò per favorire il peso del credito scolastico sul voto finale. Da quest’anno però non sarà più così: il credito scolastico, ovvero quella parte di punteggio derivante dalla media dei voti dell’ultimo triennio di scuola, torna quindi ai classici 40 punti (rispetto ai 50 punti dell’edizione 2022). Mentre le tre prove avranno un identico peso sull’esame: ciascuna porterà un massimo di 20 punti al candidato.
In aggiunta, la commissione avrà la facoltà di “donare” altri 5 punti di bonus ai candidati che si dimostreranno particolarmente meritevoli durante l’esame. Non si tratta di una regola scritta, ciò questo significa che la commissione può riservarsi anche la possibilità di assegnarne solo una parte. In generale, però, i criteri per l’eventuale attribuzione del punteggio integrativo sono i seguenti: aver conseguito un credito scolastico di almeno 30 punti (su 40) e un risultato complessivo nelle prove di esame pari almeno a 50 punti (sui 60 disponibili). Allo stesso modo, con una decisione presa all’unanimità, i commissari potranno conferire la lode ai candidati che riescono a completare un percorso “perfetto” e arrivare ai 100 punti alla fine delle tre prove.
Le prove suppletive per gli assenti
Capitolo assenze: chiusa la lunga parentesi del Covid-19, chi prenderà parte alla Maturità 2023 potrebbe comunque dover fare i conti con eventuali contrattempi o disagi dell’ultima ora. Come accaduto negli scorsi anni, il Ministero ha già individuato delle sessioni suppletive per tutte le tre prove d’esame, fissate a partire da luglio. Nel dettaglio, il 5 luglio si svolgerà il recupero della prima prova, mentre il giorno seguente (6 luglio) andrà in scena la seconda prova suppletiva. Per quanto riguarda il colloquio orale, in caso di assenza, potrà essere sostenuto a partire dal giorno seguente la calendarizzazione della prova.