Maturità 2024, ecco le tracce della prima prova
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I tutor di Skuola.net commentano i testi selezionati dal ministero dell'Istruzione e del Merito
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Nel componimento composto il 16 Agosto 1916, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, Giuseppe Ungaretti racconta proprio il dramma del conflitto, descrivendo tramite metafore, similitudini e altre figure retoriche quella che era la vita in trincea. La metafora principale utilizzata dall’autore è quella del Pellegrinaggio, questo pellegrinaggio è però, prima che un viaggio fisico, un viaggio che il poeta fa dentro se stesso, dentro la propria anima, che in quel esatto momento della sua vita è lacerata dalla guerra, nonostante ciò nella poesia possiamo scorgere un barlume di ottimismo da parte di Ungaretti, che, citando, per la prima volta il suo nome all’interno del componimento stesso, dice a se stesso che gli basta un’illusione per farsi coraggio, quindi per sopravvivere al dramma che sta affrontando. Il componimento è scritto in versi liberi, molto brevi conferendo un significato più efficace alle parole, effetto scaturito anche dall’assenza di punteggiatura.
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La traccia è incentrata sul rapporto tra uomo e progresso tecnologico che Pirandello espone tramite le parole di Serafino Gubbio nell’opera del 1925 “Quaderni di Serafino Gubbio Operatore”. In primo luogo è richiesta un’analisi testuale tramite il riassunto di ciò che si è letto e la spiegazione di frasi chiave per poi passare ad una riflessione sullo stile. Successivamente la trattazione dovrà ampliarsi, anche con il confronto con altri autori, per ricercare quali siano gli effetti prodotti dalle innovazioni tecnologiche sulla società e il singolo. È una prova che si basa sul commento all’esclamazione “Viva la Macchina che meccanizza la vita” dove forte è l’umorismo pirandelliano che maschera la desolazione e la disperazione che la società moderna affligge all’essere umano. È un testo che come tutta la produzione pirandelliana equilibra dramma reale e falsità di sentimenti, necessità dell’avvento della macchina e privazione conseguente dell’umanità, bisogno di risposte espresso tramite domande retoriche ma nessun interlocutore è presente. Significative, inoltre, sono le coloriture retoriche che il brano acquista tramite la vivida descrizione dell’io del protagonista come se il lirismo fosse la risposta stessa alla crisi tecnologica.
La Guerra fredda ha determinato tutta la politica internazionale ed interna dei vari Paesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino agli anni ‘90. Una guerra non guerra, fatta di scontri a livello politico, ideologico e militare senza che si venisse mai davvero ad uno scontro faccia a faccia tra le due superpotenze che dominavano il mondo: Stati Uniti e Unione Sovietica. Un equilibrio del terrore che raggiunse il suo apice con l'introduzione delle armi atomiche. L'idea che una di loro potesse avvalersi di simili armi gettava ombre sul futuro dell'intera umanità. Non si trattava solo di vincere contro il diretto avversario, ma delle condizioni in cui tutti ne avremmo pagato le conseguenze se i contendenti avessero davvero avuto il coraggio di dare "fuoco alle polveri", della distruzione totale a cui saremmo potuti andare incontro, il sottile ago della bilancia che è rimasto al suo posto per tanti anni e che ha evitato una catastrofe di proporzioni inimmaginabili. La lotta contro l'utilizzo delle armi atomiche e la paura che si diffondesse anche tra altri Paesi fu il tema centrale della politica internazionale di quegli anni che servì anche da palliativo per un eventuale utilizzo.
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La seconda traccia per la tipologia B (testo argomentativo) presenta un brano tratto da un articolo dell’avvocata e docente universitaria Maria Agostina Cabiddu che riguarda l’importanza della salvaguardia del patrimonio storico-artistico del nostro Paese. L’autrice pone in evidenzia come tale aspetto sia già presente nella Costituzione e auspica che la fruizione della bellezza, concetto che in sé racchiude ogni manifestazione della cultura italiana, debba sia essere accessibile a tutti sia essere ricondotta a fenomeni né effimeri né superflui. All’esaminando sono presentate quattro domande di comprensione e analisi del brano, anche su aspetti particolari, e la produzione di un testo argomentativo.
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Le parole sono un veicolo fondamentale della nostra comunicazione, medium necessario dell’atto comunicativo che abilita il pensiero ad assumere forma e lo rende trasmissibile. Si dice tanto delle parole ma poco del silenzio. Cosa ci dice il silenzio? “Se la tua parola non è più bella del silenzio non la dire”, come invita a fare San Giovanni della Croce. Il silenzio presuppone comunque un dialogo, in quanto permette di sentire una voce altra che parla un’altra lingua: una voce venuta da altrove. È attraverso questo, quindi, che si fa un’esperienza di relazione che porta ad una concordanza - fino anche alla coincidenza - del suono e del silenzio. Il suono del silenzio, così come celebrato nella famosa canzone di Simon & Garfunkel.
Il tema di attualità proposto dalla traccia C2 è tratto dalla riflessione di Maurizio Caminito nell’articolo “Profili, selfie e blog”, pubblicato nell’autunno del 2014, e riguarda il mutamento che, negli ultimi anni, ha subito la scrittura diaristica a causa dell’affermazione dei blog e dei social. Le diverse forme letterarie mutano e si adattano alle esigenze, ai bisogni, alle problematiche dell’epoca che devono raccontare e descrivere; nessuna forma letteraria, riflette l’autore, ha subito una mutazione pari a quella del diario nell’era contemporanea, ossia quella della Rivoluzione digitale. La scrittura diaristica, infatti, ha sempre avuto l’obiettivo di raccontare l’esperienza interiore del suo scrittore; il carattere processuale di tale scrittura evolveva e chiariva per iscritto il graduale formarsi di una personalità pensante dotata di senso critico, inquietudini, sentimenti, bisogni e paure. Maurizio Caminito evidenzia come questa scoperta graduale di se stessi sia venuta meno negli ultimi anni con l’avvento dei social e di come, ad oggi, la scrittura digitale, che ha sostituito quella intima e cartacea della pagina di diario, abbia l’immediata, se non unica, finalità di essere condivisa e rivolta al mondo esterno.