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Maturità, Bianchi: "Le tracce sono tutte bellissime" | "Ius Scholae? La scuola serve a diventare cittadini"

Una scuola innovativa, tecnologica, dove gli studenti non vengono giudicati ma aiutati. Dove i ragazzi imparino a stare insieme e a fare comunità. Questa è la scuola secondo Patrizio Bianchi, che a Skuola.net ha parlato anche di esami di Maturità

09 Giu 2022 - 18:22
 © Ansa

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Le tracce della Prima Prova della Maturità 2022 sono pronte e “tutte bellissime”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ospite durante la live di Skuola.net, evitando accuratamente di “spoilerare” argomenti o autori che gli oltre 500 mila maturandi dovranno affrontare il prossimo mercoledì 22 giugno. Ma agli studenti fornisce un piccolo indizio: “Avrete modo di ragionarci su. Prendetele con entusiasmo”. 

Manca ormai pochissimo alla partenza dell’Esame di Stato, che Bianchi considera un rito di passaggio fondamentale, da vivere con i propri compagni di classe e con i professori come l’ultima necessaria tappa di un percorso: “È importante perchè è un passaggio: ricordarsi di aver avuto la soddisfazione di essere arrivato in fondo, aver compiuto una parte della vita. Ha una funzione essenziale”. E sottolinea: “Non ha funzione ispettiva, ma quella di dare compimento a un percorso e quindi come tale è da vivere con grande attenzione, con un po’ di ansia che fa bene, ma anche fiducia nella scuola come vita collettiva.” 

Ma il tempo degli esami è anche quello dei bilanci e dei programmi per il futuro. La fine dell’anno scolastico, per il ministro dell’Istruzione Bianchi, è soprattutto l’occasione per fare i secondi. Così, nel corso di una live con Skuola.net, ha voluto anticipare agli studenti cosa devono aspettarsi dal post-pandemia: “La scuola con il corridoio e le porte chiuse, dove non vola una mosca, non è la mia scuola - sottolinea Bianchi -.  La mia scuola è quella dove i ragazzi ragionano insieme, usano le mani e usano soprattutto il tempo per condividere i progetti. Settembre deve essere l’occasione per fare dei progetti di vita comune”. 

Parlando di gruppo, comunità, convivenza con l’altro non poteva mancare un personale punto di vista sul cosiddetto “Ius Scholae”, ovvero la proposta di legge che vorrebbe dare la cittadinanza italiana ai ragazzi stranieri che frequentano le scuole in Italia: “Essere cittadini - dice Bianchi - vuol dire essere coscienti di appartenere a una comunità, essere in grado di essere partecipi ma anche critici. Questo però richiede strumenti. Credo che molti ragazzi possono avere storie diverse ma devono avere l'opportunità di poterle esprimere. La scuola serve proprio a questo, a farci cittadini. E ciò non deve riguardare solo chi viene da altri contesti, che hanno il diritto di essere messi nella condizione di essere cittadini. Deve valere anche per gli studenti italiani, che devono imparare che essere cittadini non è un regalo, ma è una giusta e necessaria conquista di partecipazione democratica”. 

A proposito di partecipazione, quest’anno scolastico è coinciso con il ritorno delle proteste di piazza. Con al centro i PCTO, i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. “Abbiamo visto delle proteste successive a fatti gravissimi. Tra l’altro - sottolinea il Ministro - non occorsi non durante l’alternanza scuola lavoro né durante i PCTO ma durante percorsi finali di formazione per l’avviamento al lavoro. Un conto sono questi ultimi percorsi, un conto sono le attività di una scuola aperta e inclusiva, che deve permettere ai ragazzi di fare esperienze di vita. Una scuola che con tutte le garanzie deve permettere ai ragazzi di scoprire cosa c’è fuori. Magari facendo cose che non farai mai più nella vita”. 

Il nuovo PCTO, assicura il Ministro, “sarà una sorta di orientamento personale, che avrà la fortuna di poter uscire anche dalle mura della scuola. Per far tirare fuori ad ognuno le proprie attitudini. Per guardare più mondi possibili. Le competenze trasversali sono esattamente questo. Anche perché i lavori stanno cambiando. C’è una grande quantità di bisogni nuovi che sono emersi. Ai nostri ragazzi dobbiamo dare una solida base personale, dei solidi strumenti, accompagnandoli progressivamente nelle proprie scelte”.  

La scuola, perciò, dovrà riflettere molto su sé stessa. Anche se il Ministro è ottimista sul fatto che riuscirà a innovarsi rapidamente: “Andando in giro - racconta - trovo delle scuole fantastiche, che hanno utilizzato tutti gli spazi a disposizione per sperimentare. Ad esempio, con la scuola d’estate, praticamente tutte le scuole che hanno aderito hanno utilizzato i fondi per iniziare a sperimentare, e poi hanno proseguito durante l’anno”. E, su questo, ricordando che anche quest’anno si ripeterà l’operazione, anticipa che “Su 8.400 scuole, hanno aderito 5.400”. 

L’obiettivo è gettare le basi per la scuola di domani. Fondamentale, in questo, sarà l’utilizzo dei fondi del PNRR: “E’ una possibilità che l’Europa dà per sistemare l’hardware di un Paese”: Che, nel caso del mondo dell’istruzione, sono le strutture. Il Ministro, a tal proposito, cita l’iniziativa attraverso cui, insieme ad architetti di fama mondiale, si sono poste le linee guida per la costruzione di nuove scuole per cui sono previsti 1,17 miliardi: “Una scuola nuova è innanzitutto una scuola aperta”, dove non manchi uno spazio dedicato alla comunità e “aule flessibili”: “Dovresti avere dei muri che sposti tutte le volte, dei laboratori”. Dove ci sia posto per il il gioco e per le attività all’aria aperta.  

Ma gli interventi per l’edilizia non si esauriscono con le nuove costruzioni, perché sono previsti interventi anche per la messa in sicurezza degli istituti. Complessivamente il ministro ha parlato di ben 10 miliardi dedicati alla costruzione, al rinnovamento e alla manutenzione degli edifici scolastici. Senza poi dimenticare il potenziamento del digitale nelle scuole  e le risorse per combattere la dispersione scolastica. In più, riguardo al post-diploma, Bianchi ha accennato al rafforzamento della rete ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, percorsi altamente professionalizzanti che hanno il merito di rendere più efficace e immediato l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. 

Prima di tutto questo, però, c’è da pensare al prossimo anno scolastico. Quello che inizia tra appena tre mesi. Ci saranno ancora le norme anti-Covid oppure no? Difficile dirlo: “Assieme col ministro della Salute, con l’Istituto Superiore di Sanità, prenderemo tutte le cautele di fronte all’incertezza che c'è. Se siamo insieme e lavoriamo insieme anche l’incertezza si può affrontare”. 

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