Il sito Skuola.net ha chiesto delucidazioni a un rappresentante dei presidi
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Il voto in comportamento è sempre più protagonista dell’esame di Maturità. Non che fino ad oggi ne fosse totalmente estraneo - con il 5 non si veniva ammessi alle prove finali - ma l’Esame di Stato 2025 marca il debutto della Riforma Valditara sulla condotta. Anche se mancano alcuni atti normativi per definire tutti i dettagli operativi, i maturandi con 6 in condotta già sanno che avranno un pezzo di esame in più: un elaborato sui temi di “Cittadinanza attiva e solidale”.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito lo ha recentemente ricordato in occasione dell’annuncio delle materie scelte per la seconda prova di Maturità. Senza però fare menzione di un’altra novità che fa parte della Riforma: i maturandi che non raggiungono il 9 in condotta dovrebbero avere un malus sul voto finale, fino a 1 punto in meno per ogni anno del triennio finale in cui non hanno eccelso in condotta.
Elaborato di “Cittadinanza attiva e solidale”, di cosa si tratta?
Ma cosa vuol dire elaborato di “Cittadinanza attiva e solidale”? Come funzionerà questo nuovo passaggio? E le scuole, come si stanno preparando? Come detto, sono ancora poche le notizie di dettaglio trapelate da Viale Trastevere. Non resta che chiedere direttamente a chi vive la quotidianità scolastica se ha maggiori informazioni. Proprio quello che è andato a fare il portale studentesco Skuola.net, interpellando un rappresentante dei presidi: Cristina Costarelli, dirigente scolastico dell’istituto “Galilei” di Roma e presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio.
Partiamo dalle basi: che forma prenderà questo famigerato elaborato? Sarà una sorta di tesina o qualcosa di diverso?
"Al momento, nelle dichiarazioni del Ministro si parla di ‘colloquio critico’. Sulla forma ancora tutto tace. Probabilmente si tratterà di un elaborato scritto incentrato su un argomento, che il candidato potrà preparare e su cui poi si innesterà un colloquio: la commissione farà un primo ascolto, poi proporrà delle domande per ampliare il discorso. Immaginiamo che sia questo il modello".
Per fare qualche esempio concreto?
"Potrebbe essere un po' come la parte del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento): lo studente inizia parlando di un tema che ha già impostato. Non lo definirei però una tesina, perché la tesina è qualcosa di bloccato, costruita a tavolino. In questo caso, invece, parliamo di uno spunto per un colloquio più ad ampio raggio".
Se dovesse dare un consiglio a un suo studente su come approcciarsi a un “compito” del genere, cosa gli direbbe?
"Di non trascurare l’aggettivo ‘critico’: non sarà una semplice esposizione, ma dovrà presupporre una riflessione sui comportamenti che hanno portato al 6 in condotta. Se un voto così basso arriva alla fine del quinto anno, significa che ci sono stati eventi significativi che lo hanno determinato".
Il Ministero ha già inviato alle scuole delle linee guida su questa novità?
"Al momento non sono arrivate istruzioni operative. Presumiamo che saranno contenute nell’ordinanza annuale sugli esami di Stato, che di solito viene pubblicata tra fine febbraio e inizio marzo. Qui dovremmo trovare indicazioni su come gestire questo nuovo passaggio dell’orale".
Dal punto di vista dei contenuti, l’elaborato avrà un legame con gli argomenti trattati nelle ore di Educazione civica o gli studenti dovranno muoversi in autonomia?
"Sicuramente ci sarà un collegamento con le tematiche affrontate nell’ora di Educazione civica. Ma l’altro elemento chiave sarà il comportamento dello studente: il 6 in condotta, ribadisco, non viene attribuito per caso, ma per fatti specifici accaduti durante l’anno scolastico, spesso accompagnati da sanzioni disciplinari. L’obiettivo sarà perciò, assieme a una valutazione delle conoscenze teoriche, anche quello di capire se il ragazzo o la ragazza ha preso consapevolezza degli errori commessi e ha maturato una maggiore responsabilità".
In che momento sarà discusso l’elaborato?
"La verifica avverrà quasi sicuramente nell’ambito del colloquio orale. Il Ministro ha parlato chiaramente di ‘colloquio critico’, quindi immaginiamo che sarà una parte specifica dell’orale destinata a chi ha avuto 6 in condotta".
La riforma sul voto di condotta era già nota da mesi: le scuole si sono organizzate per spiegare il cambiamento agli studenti?
"Le scuole stanno lavorando per prepararsi a questa novità, ma siamo in attesa di istruzioni più precise. Un aspetto su cui c’è molta attenzione è la possibilità di realizzare attività di cittadinanza solidale in collaborazione con enti esterni. Ecco perché, in questi mesi, molte scuole stanno cercando di individuare realtà sul territorio con cui stabilire accordi. Comunque si sta lavorando anche internamente, attraverso incontri con gli studenti e attività con esperti, per far comprendere l’importanza del rispetto delle regole".
Tra gli studenti c’è consapevolezza di questa novità? Come l’hanno accolta?
"Finora non c’è stata una particolare preoccupazione da parte degli studenti. Anche perché il 6 in condotta in genere riguarda una minoranza di alunni. Ma questa novità ha un valore educativo più ampio: pone l’accento sull’importanza del comportamento, non solo a scuola ma nella vita in generale. Viviamo in un periodo segnato da episodi frequenti di violenza e mancanza di rispetto, anche tra i giovani. Che la scuola torni a sottolineare il valore delle regole e della convivenza civile è un segnale importante".
Anche chi avrà meno di 9 in condotta potrebbe vedere ridotti i crediti scolastici. Come funziona il meccanismo?
"Pure su questo punto attendiamo indicazioni nell’ordinanza sugli esami di Stato. Sappiamo che il calcolo dei crediti scolastici si basa sulla media dei voti del triennio, quindi il voto di condotta potrebbe influenzare il punteggio finale. Ma i dettagli operativi non sono ancora chiari: immaginiamo di ricevere istruzioni a breve".