Ecco come guadagnarsi la stima dei commissari esterni e cosa, invece, è meglio non fare durante l’esame di Maturità
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Meglio ‘svicolare’ che rimanere in silenzio. Ma se proprio si è in preda a un vuoto di memoria, ci si può sempre appellare al Curriculum dello Studente, per dare prova del proprio valore. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma nonché preside del Liceo Scientifico ‘Pio IX’, sempre nella Capitale, non ha dubbi sui consigli da dare ai maturandi in vista della Maturità 2024. Nella sua lunga esperienza, da Presidente di Commissione d’esame, il numero uno dei dirigenti scolastici romani ne ha viste davvero di tutti i colori, supervisionando le prove di migliaia di studenti.
Il che lo rende l’uomo giusto al momento giusto. A breve, infatti, le ragazze e i ragazzi se la vedranno con i docenti chiamati a giudicarli: l’appuntamento con la Maturità 2024 è fissato per il 19 giugno, giorno d’inizio della prima prova. Il preside, insomma, sa bene come uno studente dovrebbe relazionarsi con i docenti e quali sono i dettagli da tenere a mente per fare una buona impressione su di loro. Insieme a lui, il portale Skuola.net ha quindi fatto il punto su quelle che sono le ‘buone pratiche’ che gli studenti farebbero bene a osservare.
Va bene tutto, tranne il silenzio
Qual è il consiglio numero uno per non fare cattiva impressione sui commissari? Il preside Rusconi spiega che l’essere sempre disposti a parlare e a disquisire potrebbe essere un ottimo punto di partenza. Perché mostrarsi disponibili e partecipi riflette un approccio serio, degno di uno studente ‘maturo’. In questo senso, l’importante è non rimanere in silenzio: “Anche nel momento in cui vengono poste domande su ambiti che sono abbastanza estranei, lo studente deve fare in modo di non rimanere in silenzio, talvolta, anche ‘svicolando’ dalla domanda iniziale”, suggerisce il Presidente ANP di Roma.
Mettere in risalto il proprio lavoro
Più in generale, bisogna cercare di sfruttare ogni occasione possibile per emergere. In questo caso, il preside cita l’esempio della relazione del PCTO. Come sappiamo, i maturandi - nel corso del colloquio orale - saranno chiamati a discutere la propria esperienza. Per Mario Rusconi si tratta di un momento ideale per mettersi in risalto: “Se l’elaborato viene presentato tramite Power Point - quindi prodotto tramite l’utilizzo di un software - e magari anche arricchito di vocaboli in lingua inglese, in quel momento si sta dicendo alla commissione di essere in grado di utilizzare la tecnologia e di conoscere bene la lingua inglese”. Un ottimo biglietto da visita.
Niente domande ‘scomode’
Nel corso delle prove le possibilità d’interazione con i docenti sono ridotte all’osso. Infatti, spiega il professor Rusconi, “durante gli scritti non si possono fare domande, a meno che non ci si trovi di fronte a degli errori nella consegna del compito preparato dal Ministero”. Ma non per questo bisogna abbassare la guardia, perché l’insidia è costantemente dietro l’angolo: “C’è sempre un commissario che gira per i banchi e qualora dovesse capitargli di leggere un errore grammaticale sul compito di un alunno - come un’acca piazzata a sproposito - questo non farebbe certamente una bella figura”.
L’esame di Maturità appartiene agli studenti
È fondamentale, poi, avere sangue freddo. Più facile a dirsi che a farsi, ma è l’unico modo per vincere ansie e paure. Il consiglio, qui, è quello di ingraziarsi - in senso positivo - “quell’insegnante che magari si è dimostrato più disponibile nel corso del lavoro”. Il preside Rusconi spiega che è un po’ come nella pesca: “Bisogna lanciare il proprio amo all’esaminatore”. Ma senza dimenticare un fattore estremamente importante: la Maturità appartiene agli esaminandi e non ai commissari.
Difficile far cambiare idea a un prof
Spesso ai commissari esterni viene "presentata" la classe dagli interni, per dare modo ai prof di farsi un'opinione degli studenti prima ancora di interrogarli. L’esame, però, è un qualcosa che esula dal normale percorso scolastico e non è detto che, chi solitamente si trova in difficoltà, poi non riesca a svolgere un esame brillante. Ma far cambiare idea a un prof può essere estremamente difficile, ecco perché la classe andrebbe “presentata realisticamente, anche quando ci sono delle insufficienze”. La parola d’ordine è quindi trasparenza: “Se si fanno vedere vette inenarrabili di sapere, quando invece ci sono dei ragazzi che non sanno, è la cosa peggiore, perché depone male agli occhi della commissione esterna”, spiega Mario Rusconi.
Gli attriti non possono compromettere l’esito dell’esame
Allo stesso modo, i docenti interni dovrebbero seppellire l’ascia di guerra. Probabilmente è ormai tardi per cercare di ricucire il rapporto con un professore interno con cui non si è mai andati d’accordo ma, almeno in questo caso, il preside spiega che ognuno deve stare al proprio posto: “Ogni volta, prima dell’esame di Maturità, svolgo una riunione con i tre membri della commissione interna e do un codice di comportamento. Anche se due persone si odiano, siano queste due docenti o un docente e uno studente, tocca a me come preside dirgli che bisogna tenere un atteggiamento corretto durante lo svolgimento dell’esame. Ne va della serenità dei ragazzi”.
Cosa portare all’esame? Dizionario, calcolatrice e…tranquillità
Un altro grande cruccio dei maturandi riguarda il materiale da portare in classe i giorni delle prove. Su questo c’è poco da dire: per la prova d’italiano è ammesso il solo dizionario, così come per la prova di Matematica ci si potrà avvalere di un modello di calcolatrice avallato dalla commissione. Chiaro è che per la seconda prova di Greco - ma vale per quella di Lingua Straniera - “non si può portare un traduttore”. Sono invece consentiti generi alimentari come snack e bevande ma soprattutto - rivela Mario Rusconi - “bisogna portare molta calma e molta tranquillità”.
Il CV dello Studente può essere l’ancora di salvataggio dell’esame
Un altro sistema che i professori hanno per conoscere meglio il candidato è quello di visionare il già citato Curriculum dello Studente. Come sappiamo, si tratta di una raccolta di tutte le attività di valore svolte dall’alunno in ambito extrascolastico. Ma attenzione a non cadere nella trappola: non tutte le attività possono rientrare nel CV dello Studente. Può essere banale sottolinearlo ma, stando a quanto riportato dal preside Rusconi, è meglio specificare che “l’aver preso la patente o aver visto il derby allo stadio sono attività che non aggiungono valore al profilo dello studente”. Infatti, il CV è una sorta di biglietto da visita: “I commissari verificheranno sul CV quelli che sono i talenti dello studente”. Quindi, anche qualora non venisse richiesto, il consiglio che il preside dà ai maturandi è quello di provare a intavolare una discussione in merito: “Perché in questo modo si riuscirà a occupare una buona parte dell’orale”.