Il potenziamento del corpo docente, necessario per far fronte alle esigenze degli istituti nella seconda parte dell’emergenza sanitaria, andrà avanti almeno fino a giugno. Ma è solo uno degli interventi del Governo per aiutare le scuole
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Se prima della pandemia le cosiddette classi pollaio erano solo sinonimo di difficoltà nel corretto svolgimento della didattica, con l'arrivo dell'emergenza si sono dimostrate un problema anche dal punto di vista sanitario, soprattutto per via dell’impossibilità di garantire il distanziamento tra gli alunni.
Così il Ministero dell’Istruzione ha messo sul piatto, anche quest’anno, dei fondi aggiuntivi per assumere più docenti e personale scolastico con lo scopo di ridurre il numero di studenti per classe e aiutare così nel recupero degli apprendimenti persi dal marzo 2020.
Per il cosiddetto “Organico Covid”, il Decreto “Sostegni-bis” nella scorsa primavera aveva già previsto uno stanziamento di circa 422 milioni di euro, per il periodo compreso tra settembre e dicembre 2021. Una misura che verrà riconfermata sicuramente per il personale docente fino al termine dell’anno scolastico, mentre per l’organico ATA la partita è ancora aperta in questa fase di discussione parlamentare della Legge di Bilancio. Ma come sono stati distribuiti i fondi fino a questo momento? A rivelarlo è il report del MI sui “Principali dati della scuola” per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022, così come riassunto dal portale Skuola.net.
Scuola, i criteri per l'assegnazione dei fondi per la ripartenza
Ben 350 milioni sono stati divisi tra le regioni, segmentando la cifra in base ad alcune variabili, dipendendo così: per il 50% dal numero degli alunni totali, per il 20% dalla presenza di classi sovraffollate (con un numero di alunni superiore ai 23 ragazzi), per il 30% dal cosiddetto “indice di fragilità” - calcolato dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. che misura le condizioni di fragilità degli alunni rispetto all’ordine di scuola che frequentano.
Altri 50 milioni di euro, invece, verranno utilizzati come perequazione, e quindi per assicurare che ciascun ufficio regionale percepisca una somma corrispondente almeno alla spesa realizzata nel periodo tra settembre e ottobre 2020 per la ripresa dell'attività didattica in presenza.
Infine, i restanti 22 milioni saranno distribuiti per garantire la copertura di risorse umane per le istituzioni scolastiche che presentano almeno cinque classi con più di 26 alunni (nelle scuole primarie e secondarie di I grado) o con più di 27 alunni (per le scuole secondarie di II grado).
Saranno gli uffici scolastici regionali, in funzione delle risorse assegnate dall’Amministrazione centrale, a provvedere con propri decreti a ripartire le risorse medesime fra le istituzioni scolastiche che operano nei territori di competenza. Cosa che, quasi dappertutto è già avvenuta.
Lazio, Lombardia e Campania le regioni più "ricche"
Quindi, alle regioni con più studenti e con classi più numerose saranno assegnati un maggior numero di fondi. Anche se questo non è automatico. Basta riportare alcuni alcuni casi. Ad esempio, alla regione Lazio - che in ottica nazionale è al terzo posto per popolazione studentesca, con 714.658 ragazzi in età scolare che ne frequentano gli istituti - è stata destinata la fetta più ingente di fondi, pari a 49.823.375 euro. Mentre alla Lombardia - che nell’anno 2021/22 tra infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado vanta 1.161.781 di studenti nelle scuole statali - sono stati assegnati 46.568.542 euro totali. La Campania, invece, pur essendo la seconda regione con più studenti (quest’anno sono 834.721) si è accaparrata “solo” 39.917.600 euro.
Di conseguenza, ad aver ricevuto meno fondi, sono state le regioni nelle quali la popolazione studentesca è più esigua: il Molise ha ottenuto 5.237.647 euro, la Basilicata ne ha ricevuto 8.217.145, mentre al Friuli Venezia Giulia ne sono stati destinati 8.676.820.
Organico Covid, docenti confermati fino a giugno: e il resto del personale?
Ma non finisce qui. Un’ulteriore spinta è stata data al capitolo docenti. Perché, se con il Decreto “Sostegni-bis” era stata prevista l’attivazione di ulteriori incarichi temporanei per docenti e ATA, funzionali all’avvio in presenza dell’anno scolastico 2021/2022, questi avevano una data conclusiva piuttosto vicina, fissata a fine dicembre 2021. Presto, però, i medesimi incarichi, per gli insegnanti, potrebbero essere prolungati, almeno fino alla fine dell’anno scolastico. In quanto, come si legge nella bozza della Legge di Bilancio 2022, appena approvata dal Consiglio dei Ministri, viene incrementato di 300 milioni il fondo destinato per tale scopo, per coprire il primo semestre del prossimo anno.
Rimane però un nodo che ha fatto lungamente discutere in questi giorni: la questione ATA. Perché se è vero che in queste particolari condizioni è necessario disporre di una maggiore quantità di insegnanti fino all’ultima campanella, la stessa cosa vale anche per tutto il personale scolastico amministrativo, tecnico e ausiliario che permette alle scuole di “funzionare”. Di questi lavoratori, invece, non c’è traccia nella già citata Legge di Bilancio.
Oggi, però, qualcosa si muove. Il Governo, infatti, starebbe aprendo alla possibilità di confermare i contratti del personale tecnico-amministrativo fino a giugno. Il ministro dell’Istruzione Bianchi starebbe lavorando su alcuni emendamenti per l’estensione della proroga per tutti i contratti stipulati sull’organico Covid, anche del personale Ata, per la versione definitiva della Legge di Bilancio.
“La pandemia purtroppo accelera e la crescita dei contagi rappresenta una potenziale ipoteca al regolare svolgimento dell’attività didattica. L’attuale sdoppiamento delle classi è assolutamente necessario per portare avanti un anno scolastico regolare ma il contratto del personale ATA assunto per questo scopo scade il prossimo 30 dicembre. È dunque importante il segnale d’apertura che il Governo ha dato oggi in commissione Cultura”, così Vittoria Casa, presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati, a margine dell’interrogazione su questioni di competenza del Ministro dell’Istruzione svoltasi mercoledì.
“C’è un contingente di personale ATA che è stato espressamente assunto per ‘finalità connesse all’emergenza epidemiologica’. Nonostante il perdurare delle criticità, la legge di Bilancio appena approdata in Senato non prevede risorse per questi lavoratori, con la conseguenza che tutto il prezioso lavoro di riorganizzazione potrebbe andare perduto. In sede emendativa sarà necessario porre importanti correttivi per garantire la regolarità dell’anno scolastico e prolungare i contratti fino a giugno”, conclude Casa.