Cresce anche la presenza dei dispositivi a disposizione degli studenti: nel secondo ciclo, in media, ce n’è uno ogni quattro alunni. E in un quarto delle scuole ognuno ha un pc o un tablet individuale. Quasi tutte le scuole hanno adottato strategie sulle competenze digital
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Il digitale a scuola non è (più) un’utopia. Il mondo dell’istruzione, infatti, sembra aver fatto tesoro dell’avvertimento lanciato dalla pandemia e dalla conseguente prova della didattica a distanza. Cosicché, oggi, oltre 8 istituti su 10, più precisamente l’81%, dimostrano di avere quantomeno una connessione Internet che permetta a tutti - docenti, studenti, personale amministrativo - di gestire il lavoro quotidiano richiesto dalla didattica, in tutti o almeno nella metà dei plessi di cui si compongono.
L'Osservatorio del Ministero
La strategia d’emergenza a cui è stato chiamato il settore, fino al 2020 poco “digitalizzato”, ha dunque stimolato un cambio di passo. Non solo riguardo alla dotazione personale di dispositivi e connettività dei singoli studenti. Anche all’interno delle strutture l’aria è cambiata. A documentarlo è l’ultimo Osservatorio Scuola Digitale del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Una rilevazione molto rappresentativa della situazione attuale, avendo visto la partecipazione della quasi totalità delle scuole di primo e secondo ciclo: 7.769 istituti, pari ad 96% del totale nazionale. Coprendo una popolazione scolastica di quasi 7 milioni di alunni.
Ovviamente, però, come spesso accade la situazione è tutt’altro che omogenea nel Paese. Ci sono aree che fanno meglio e altre che ancora faticano. Ma, in questo caso, la spaccatura Nord-Sud è meno netta rispetto ad altri indicatori. Tra le regioni più virtuose, infatti, troviamo alla pari Lombardia e Molise: entrambe sfiorano il 90% di copertura della Rete veloce. Poco sotto, attorno all’85%, ci sono l’Emilia-Romagna e il Veneto ma anche la Puglia, la Toscana e le Marche.
Allo stesso modo, nelle retrovie ci sono la Calabria, la Basilicata e l’Abruzzo, che restano sotto quota 70%. Ma regioni generalmente più avanti, come il Lazio, la Liguria e il Friuli Venezia Giulia fanno poco meglio, superando appena quella soglia. La Campania, per dire, è più avanti, sfiorando l’80%. L’unica situazione arretrata sembra essere quella della Sardegna, dove appena il 60% degli istituti è decentemente connesso.
Il passo avanti è comunque significativo: se nell’a.s. 2017/2018 la vetusta tecnologia ADSL copriva il 67% delle connessioni Internet delle scuole, oggi è ridotta a un residuale 26,8%. Ma chiaramente questo non basta per garantire a tutti gli studenti un accesso alla banda larga.
Sempre più studenti hanno a disposizione pc e tablet personali
Ma, come fa notare un'analisi del report effettuata dal portale Skuola.net, buone notizie provengono pure dal fronte dispositivi. Anche se siamo lontani dal rapporto un device per ogni alunno, il percorso di crescita della loro presenza nelle scuole sembra proseguire con un buon passo, soprattutto nel secondo ciclo: secondo i numeri raccolti dal MIM, nelle classi medie e superiori, sono presenti in media 23 device “di istituto” ogni 100 studenti, in pratica uno ogni quattro alunni. Qualcosa meno nella scuola primaria, dove ogni 100 studenti ci sono 18 dispositivi disponibili, circa uno ogni cinque alunni.
Ancora più interessante, su questo, è notare che in oltre un quarto delle scuole del secondo ciclo (27%) ogni studente può contare su un dispositivo personale. Un dato che, però, nel primo ciclo si dimezza, fermandosi al 14%. In totale, sui device (PC e Tablet) utilizzati per la didattica nelle scuole, circa il 60% è stato acquistato dalle scuole del primo ciclo e il 40% da quelle del secondo.
Quasi tutte le scuole ormai hanno corsi sulle competenze digitali
Ma gli istituti in questi anni non si sono fermati solo alla forma. Quasi tutti sono andati al sodo: almeno il 94% delle scuole prevede oggi nel proprio Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF) dei progetti per lo sviluppo delle competenze digitali. La modalità più diffusa, sia tra i più piccoli che tra i grandi, è un mix di lezioni in orario scolastico e di corsi aggiuntivi, pomeridiani o comunque al di fuori dei momenti di lezione curricolare.
Giusto per fare un paio di esempi: circa il 40% delle strutture ha attivato percorsi sull’utilizzo corretto dei canali social, anche se in modo non omogeneo sul territorio; ancora di più, attorno al 60%, promuovono progetti per l’orientamento verso le discipline scientifiche e tecnologiche STEM.
Mentre il 70% degli istituti ha adottato un documento di e-policy, che descrive il proprio approccio alle tematiche legate alle competenze e all’uso di dispositivi digitali in ambito scolastico.