IL PIANO D'EMERGENZA

Pagella da incubo? I consigli anti-bocciatura del Tutor esperto in casi impossibili

In queste settimane gli studenti e le loro famiglie stanno ricevendo i risultati del primo quadrimestre. Un momento della verità che segnala i punti di forza, ma soprattutto di debolezza, dei singoli alunni. E se le insufficienze sono tante, è davvero tutto finito in ottica promozione?

31 Gen 2024 - 22:34
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Una brutta pagella al primo giro di boa dell’anno scolastico non condanna inesorabilmente alla bocciatura. Farcela a passare l’anno, comunque, è soprattutto una questione di equilibrio e organizzazione. Questa, almeno, è la ricetta di Guillermo Ferrajolo, docente tra i più quotati su Ripetizioni.it - piattaforma italiana di riferimento per le lezioni private online e in presenza - quando si tratta di recuperare situazioni particolarmente complesse.

Il professor Guillermo è un insegnante di Chimica e Biologia presso un istituto tecnico, ma segue gli studenti anche in Matematica e Fisica: non solo privatamente, ma anche per alcune associazioni della sua città, come supporto e potenziamento. Negli anni ha sviluppato un metodo super-collaudato, tanto che si occupa anche di preparazione ai test di ingresso universitari, oltre che di supporto agli alunni nel percorso scolastico. Uno dei suoi successi? Aver recentemente portato una delle sue studentesse dal tre in Matematica a un inaspettato otto. Per questo, il portale Skuola.net si è rivolto a lui per “confezionare” delle regole pronte all’uso per tutti quegli alunni che hanno bisogno di una spinta per ribaltare la situazione in tempo per gli scrutini finali di giugno.

Una brutta pagella può essere recuperata

Davanti a una sfilza di brutti voti, come detto, in molti scatta la paura di vedersi già bocciati. Eppure, secondo Ferrajolo, questa circostanza non deve essere presa necessariamente come una cosa brutta. “La scuola ha il dovere etico di segnalare allo studente, ma in primis al genitore, le carenze, le mancanze che ha avuto durante l'anno”, spiega il Tutor. Insomma, una pagella negativa deve essere vista come un campanello d'allarme per cercare di recuperare quello che è possibile. Ma è davvero realizzabile quel che apparentemente sembra un’impresa disperata? Per il docente la risposta non può che essere affermativa: “Tutto è recuperabile perché il voto è soggettivo ed è il docente che deve valutare i progressi del ragazzo, cioè se è in grado di recuperare le carenze e se riesce a svolgere il compito minimo richiesto dal programma”.

Combattere la demotivazione

“Insegnando da tantissimi anni ho notato che la demotivazione è aumentata nei ragazzi”, asserisce il docente. Come se gli anni difficili che si sono susseguiti recentemente abbiano reso i giovani e giovanissimi più fragili, “più deboli verso l’ipotesi di un fallimento che talvolta non riescono ad accettare”. Questa demotivazione, secondo l’esperto, deve essere combattuta: “Noi dobbiamo cercare di invogliare il ragazzo a combattere, ad accettare anche talvolta un fallimento, perché i debiti fanno crescere, servono”. In questo è fondamentale l'importanza della figura di un adulto - un insegnante, un docente, un Tutor o un genitore - “per cercare di percepire questa demotivazione e di alleggerirla, aiutando anche a superarla. È difficile a quell'età, ma non è impossibile”.

Se le vecchie abitudini non funzionano, bisogna cambiare
“Molti studenti pensano di aver dedicato il massimo delle forze e del tempo possibile allo studio, nel modo migliore”. Questo succede, conferma l’insegnante, sia che essi riescano a ottenere buoni risultati, sia che non riescano. Eppure questa credenza è il primo limite da affrontare: “Ci si deve mettere in gioco. Si deve capire che, magari, la strada percorsa non va bene, e che si deve fare un passo indietro e cercare, analizzando la situazione, di affrontare il problema nel migliore dei modi, cambiando talvolta anche strada”. Come fare? “Si può cercare, con l’aiuto di un Tutor o di qualcuno che ci guidi, di ripetere, di imparare, di acquisire con un nuovo linguaggio e nuove terminologie, nuovi modi di esporre l'argomento”. Insomma, la parola chiave è mettersi in gioco

Non mollare, anche se il prof non ti aiuta

“La vita è fatta di sbagli, di errori, di cadute. Siamo in un’età, quella adolescenziale, in cui un ragazzo deve imparare a sbagliare e a rialzarsi, per poi affrontare la vita. Se ora si arrende, cambia strada, cosa farà dopo, con il lavoro o con l'università?”. Anche se il gioco si fa difficile davanti a una sfilza di brutti voti messi nero su bianco, e sembra di essere soli contro tutti, bisogna persistere. Questa la convinzione del Tutor. “Il docente - dice Ferrajolo - non ti giudica a prescindere. Tu continua a studiare, continua a dimostrargli che le cose le sai. Dimostra che conosci le competenze minime e che addirittura meriti di più rispetto ad altri ragazzi”. Ma per fare questo serve “costanza, calma, studio, impegno”.

Genitori, cercate di capire cosa non va

Anche i genitori possono dare un supporto importante. La prima cosa da fare davanti a una brutta pagella, a parere dell’insegnante, è parlare con lo studente, cercare di capire le sue problematiche. E nello stesso tempo interfacciarsi con il docente. Ma un’altra cosa da rammentare è “di non partire da zero per arrivare a cento”. Infatti, commenta, “non si può fare tutto quello che non si è fatto durante l'anno in poche lezioni o in poco tempo. Se c'è una prova imminente, c'è bisogno di uno studio sistematico, talvolta anche di una persona che riesca ad aiutare ad organizzare il lavoro, a creare un percorso formativo strutturato sulle necessità dello studente e sulla sua persona. Non tutti sono uguali”. Insieme a un Tutor qualificato, ad esempio, il genitore può supportare il figlio a costruire un percorso equilibrato e strutturato, per arrivare al proprio obiettivo. In definitiva, “non si deve stravolgere completamente la vita dello studente, ma cercare un equilibrio”.

L’aiuto di un Tutor può “ribaltare il risultato”

Un Tutor, infatti, può riuscire a rendere più semplici le materie ostiche, in modo tale da essere assimilate dalle basi, per poi andare avanti con gli argomenti più difficili: “attraverso un percorso strutturato e formativo, nonché equilibrato, si può cercare di arrivare al risultato”. Un risultato che può essere addirittura inaspettato, come dimostra la storia di un caso di successo raccontato dal docente: “Una ragazza che mi è molto a cuore, aveva una pagella davvero molto grave” ricorda il docente; “abbiamo dovuto affrontare una materia per volta in un percorso strutturato ed equilibrato. Ci siamo prefissi di non essere bocciati e di ricuperare la maggior parte delle materie e ci siamo riusciti. Addirittura partendo da un 3 in matematica, dopo svariati mesi di studio, la ragazza è riuscita a prendere un 8”. Una soddisfazione incredibile per la studentessa: “Si è messa addirittura a piangere perché non si aspettava un voto del genere”.

A volte è questione di tempi “giusti”

Succede, però, anche che si possa non riuscire nell’impresa. Cos’è che contribuisce di più alla possibilità di un buco nell’acqua? “Le ragioni di un insuccesso da parte dello studente potrebbero essere le più varie, la prima è un'avversione particolare verso la materia”, da affrontare trovando dei punti in comune e uno studio equilibrato. L’insegnante può agevolare il compito cercando di renderlo “il più semplice possibile, il più facilmente assimilabile”.

Un altro problema, poi, può essere il tempo materiale da dedicare allo studio e la sua organizzazione. Soprattutto per chi ha molti impegni, come può succedere, ad esempio, a uno studente atleta. In questi casi serve “una sorta di equilibrio, avere delle ore in cui dedicarsi solo allo studio, anche psicologicamente”.

Infine, a proposito di tempistiche, a volte è necessario cambiare i ritmi di studio nel passaggio da un ciclo all’altro. “Spesso gli studenti - dice il docente - nel delicato cambio dalle medie alle superiori si sentono fuori dal loro contesto. Devono ritrovare i paletti, i punti di riferimento; magari prima lo studio aveva bisogno di un'ora e bastava, ma alle superiori non è più così. Si ha bisogno di più tempo per ripetere, assimilare”. Anche in questo caso il supporto di un Tutor “può aiutare a organizzarsi meglio”.

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