ISCRIZIONI SCOLASTICHE

Perché non scegliere il liceo? I consigli di orientamento last minute per genitori e studenti indecisi

Da circa un decennio, al momento dell’iscrizione alle scuole superiori, studenti e famiglie puntano in massa sui percorsi liceali. Il direttore del portale specializzato Skuola.net analizza questo fenomeno, intravedendo delle possibili soluzioni

04 Feb 2025 - 13:22
 © Ansa

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Licealizzazione: negli ultimi anni i genitori e (di conseguenza) gli studenti sembrano essere stati  “contagiati” da questa “patologia”. Proprio mentre in Italia, in prospettiva, stiamo andando verso una carenza strutturale di diplomati qualificati in ambito tecnico-professionale. E avremmo un gran bisogno di laureati, soprattutto in area STEM. Già oggi, infatti, trovare un idraulico - figurarsi un tecnico altamente specializzato - è molto più difficile (e costoso) che trovare un avvocato. Provare per credere.

Come ovviare alla carenza di “tecnici”: i consigli dell’esperto

È soprattutto lo spopolamento della prima categoria, quella dei diplomati dalla formazione “pratica”, a preoccupare. A lanciare l’allarme è il direttore del portale studentesco Skuola.net, Daniele Grassucci. Non proprio un iconoclasta della sacralità dello studio accademico: ex-liceale, peraltro di area scientifica, laureato in ingegneria e con un dottorato di ricerca, poi folgorato sulla via del giornalismo. Quanto basta per prendere la faccenda sul serio.

Ma, quando mancano pochi giorni alla chiusura delle iscrizioni al prossimo anno scolastico 2025/26 - c’è tempo fino al 10 febbraio - il suo intervento è anche l’occasione per intravedere una luce in fondo al tunnel. Ecco, perciò, ben 5 motivi per cui uno studente o una studentessa ancora indecisi dovrebbero prendere in considerazione un istituto tecnico o professionale, se non “addirittura” un corso professionalizzante IeFP. 

1. Un liceo porta (quasi) sempre verso un percorso obbligato

Indubbiamente la formazione liceale fornisce un’ottima base teorico culturale. Tuttavia, si tratta di fondamenta che devono necessariamente essere completate con un approfondimento successivo, che sia universitario o professionalizzante, ad esempio all’interno del sistema ITS Academy.

Trovare lavoro con il solo diploma liceale è, invece, per pochi: secondo le proiezioni del sistema informativo Excelsior di Unioncamere, nel prossimo quinquennio solo il 20% troverà un’occupazione pronta ad attenderli subito dopo la Maturità.

Per questo, al momento della scelta, va ponderato molto bene questo aspetto. Anche perché parallelamente, oggi, l’università ha un tasso di abbandono spaventoso: indicativamente la metà delle matricole molla prima di finire.

2. I diplomati degli istituti tecnici e professionali vanno a ruba

Sempre i dati Excelsior certificano, altresì, una grande richiesta da parte del mondo del lavoro di profili tecnici e professionali. In questo caso, per ogni area di studio il rapporto tra domanda di lavoro e offerta è uguale o superiore a 1, ovvero ci sono meno candidati di quante siano le posizioni aperte.

Inoltre, si tratta di lavori in cui la digitalizzazione e la robotizzazione entreranno sì, ma non in maniera così distruttiva come si prevede se guardiamo al destino dei mestieri di stampo più teorico.

3. La riforma del 4+2 per gli istituti tecnici e professionali

Grazie alla recente riforma dell’istruzione tecnico professionale, stanno aumentando e aumenteranno ancora gli istituti che offrono percorsi di durata quadriennale. Il diploma viene conseguito in 4 anni anziché nei consueti 5. Questo per via di un approccio innovativo, grazie al quale vengono raggiunti gli stessi traguardi di competenze esattamente dodici mesi prima.

Parte del merito è dovuto al fatto che questi percorsi sono inseriti in una filiera di imprese e ITS Academy del territorio, che garantiscono una didattica di alto profilo, con PCTO (l’ex alternanza scuola lavoro) di qualità, svolti in azienda, e docenti che provengono anche dal mondo del lavoro e da esperienze di livello internazionale.

Una volta conseguito il titolo, peraltro, gli studenti possono comunque decidere di andare all’università o di entrare nel mondo del lavoro. Oppure di perfezionare ulteriormente le loro capacità e conoscenze, per altri due anni, negli Istituti Tecnologici Superiori della filiera di riferimento.

4. IeFP: le scuole di “serie D” che sfornano introvabili

Meglio ancora va, dal punto di vista occupazionale, a coloro che decidono di imparare materialmente un mestiere durante gli studi superiori. È quanto accade se “scendiamo” nel mondo delle qualifiche professionali: si tratta di quei titoli che si ottengono frequentando i corsi regionali del sistema IeFP, di durata triennale o quadriennale.

Qui le cose, come detto, si fanno ancora più interessanti: il rapporto offerte/candidati è addirittura 2 a 1. Tradotto: solo la metà delle posizioni lavorative intercetterà persone qualificate per occuparle. Da questo deriva la penuria che oggi c’è di carpentieri, idraulici, elettricisti e più in generale di figure tecnico-pratiche.

5. C’è laurea e laurea

Tuttavia, non si può nascondere che il mercato del lavoro ha ancora tanto bisogno di laureati. E, premesso che anche con un istituto tecnico si ottengono solide basi per poter affrontare un percorso accademico, di sicuro i licei sono le scuole superiori più adatte allo scopo.

Ma attenzione: non tutte le lauree daranno le stesse opportunità occupazionali e quindi le stesse soddisfazioni. Sempre andando a spulciare i report del Sistema Informativo Excelsior emerge che nei prossimi anni ci saranno grandi chance per i laureati di area STEM, medico-sanitaria, economica e per chi ha alle spalle studi propedeutici alla formazione. Per tutti gli altri l’accesso al mondo del lavoro potrebbe essere più complesso. Insomma, l’equazione laurea=stipendi più elevati resta ancora vera, ma in termini medi e non assoluti. E, perciò, pure l’eventuale liceo selezionato può fare tanta differenza.

Le conclusioni

Volendo tirare le somme del discorso, ognuno ha il suo modo di apprendere. Il consiglio di Grassucci, dunque, è quello di scegliere i licei solo se si è più portati per lo studio teorico e per il pensiero astratto, essendo consapevoli di dover poi aggiungere altri anni di formazione prima di proporsi sul mercato. Gli istituti tecnici e i professionali, invece, possono essere l’approdo più adatto a tutti quelli che hanno già trovato la loro passione, sanno già in quale ambito vorrebbero indirizzarsi e amano imparare anche mettendo “le mani in pasta”. E che a vent’anni vorrebbero già iniziare a lavorare per realizzare concretamente i propri progetti.

Considerazioni, queste, da aggiungere a una profonda riflessione sulla propria idea di futuro, cercando di individuare l’intersezione tra le inclinazioni personali e le richieste effettive del mondo del lavoro. Si può anche non farlo, ma il rischio è quello di dover tribolare un po’ di più per trovare il proprio “posto”. Meglio saperlo prima che non saperlo.

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