Dopo il boom del periodo pandemico, l'interesse dei ragazzi mostra una flessione, ma non un tracollo
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Il primo conflitto "alle porte di casa" vissuto dai nostri giovani non fa tramontare l’appeal di una carriera nelle Forze Armate o di Polizia. Infatti, nonostante tutto quello che sta accadendo, ad oggi ben 3 ragazzi su 10 ritengono le "divise" ancora una possibile opzione per costruire il proprio domani. A segnalare questo dato, per certi versi sorprendente, è la quinta edizione dell'annuale Osservatorio sulle Professioni in Divisa, realizzato proprio nelle scorse settimane da Skuola.net in collaborazione con Nissolino Corsi, grazie alla partecipazione di oltre 30mila studenti di scuole medie, superiori e università.
Il conflitto scoraggia soprattutto i meno determinati
Ovviamente un "effetto guerra" c’è, è inevitabile, ma investe soprattutto i meno determinati a sposare queste carriere, che invece avevano visto una crescita di interesse generale soprattutto nel periodo della pandemia. È innegabile, infatti, che le Forze Armate e le Forze di Polizia, in particolare durante il lockdown, siano state più “visibili” del solito, portando molte ragazze e molti ragazzi a guardare a queste realtà anche in prospettiva lavorativa: l’Osservatorio 2021 rilevava proprio che, a un anno dallo scoppio dell’emergenza, quasi un giovane 2 si dichiarava interessato a queste carriere. La contrazione da un anno all’altro, però, riguarda maggiormente quelli che si dicono “abbastanza” interessati, mentre è più contenuta in coloro che affermano di essere “molto” ben disposti a provarci.
Tanti i fattori che potrebbero aver portato a un ripensamento così consistente. Ma forse non è un caso che, tra quanti ora come ora escludono un futuro “in divisa”, proprio uno su 5 - grosso modo la fetta che si è tirata fuori da un anno all’altro - mette in cima alle motivazioni lo spettro dell’allargamento del conflitto e le preoccupazioni per la stagione di instabilità internazionale di fatto già aperta.
Si tende a scegliere carriere meno "esposte"
Ma la guerra, pur non conducendo a un totale dietrofront, sta in parte modificando anche i piani di chi continua a crederci. Non sempre, però, seguendo la linea di pensiero che potrebbe sembrare più scontata. Infatti, le ragazze e i ragazzi che mostrano apertura verso le carriere “in divisa” - complessivamente il 29%, con il 17% (oltre la metà) che si dice “fortemente” interessato - si dividono in quattro linee di opinione equamente rappresentate: c’è chi si sente ancora più motivato dallo scoppio del conflitto in Ucraina, chi invece sta sentendo indebolito il proprio interesse, chi non si sente minimamente toccato dall’attualità e chi sta ripensando al tipo di ruolo o divisa da indossare. Tra questi ultimi, 3 su 5 tendono a “allontanarsi” dal fronte, sognando le Forze di Polizia o ruoli meno operativi nelle Forze Armate; al contrario, i restanti 2 su 5 si stanno orientando, a differenza di quanto precedentemente immaginato, verso le Forze Armate e ruoli più operativi.
Le Forze di Polizia guadagnano terreno sui corpi militari
A suffragare questo scenario, il tradizionale “borsino” - elaborato dallo stesso Osservatorio di Skuola.net e Nissolino Corsi - delle divise preferite dai ragazzi per una possibile carriera. Rispetto all’edizione 2021, l’appeal di tutte le Forze Armate (Esercito, Carabinieri, Aeronautica, Marina) è in lieve flessione. Di contro, guadagnano terreno le Forze di Polizia (soprattutto Polizia di Stato e Guardia di Finanza), che rosicchiano consensi che in passato andavano in direzione dei corpi dalla vocazione più spiccatamente militare. Ad esempio, tra le Forze Armate, l’Esercito conferma la prima posizione con il 16% dei voti (perdendo però ben tre punti percentuali in dodici mesi). Discorso opposto per la Polizia di Stato che, oltre a ribadire la leadership tra le Forze di Polizia, con il 14% dei voti, cresce ulteriormente nelle quotazioni (un anno fa era al 13%). Segno che le divise più orientate sugli “interni” attualmente appaiono un approdo meno incerto.
Tra i genitori delle aspiranti "divise" un po' di preoccupazione c'è
Una visione, quella delle aspiranti “divise”, che sicuramente conforterà le loro famiglie. Perché l’Osservatorio ha chiesto un parere anche a 2.500 genitori. I quali, nella maggior parte dei casi (46%), appoggerebbero la scelta del figlio o della figlia di intraprendere una carriera del genere. A cui si aggiunge un ulteriore 10% che sposerebbe la causa solo se andasse a ricoprire ruoli a basso rischio: in questo “contingente”, oltre la metà dichiara che la guerra ha fortemente condizionato tale opinione. Inoltre, più in generale, nella loro classifica dei corpi più graditi le Forze di Polizia scavalcano tutti e conquistano la vetta: Polizia di Stato e Guardia di Finanza, insieme, raccolgono quasi un terzo dei consensi (31%). L’Esercito - probabilmente la Forza Armata considerata al momento maggiormente chiamata all’azione in caso di allargamento del conflitto in Ucraina - convince appena l’8% di mamme e papà.
“La situazione di crisi internazionale sta cambiando in parte l’interesse verso le Carriere in Divisa. Stando a quanto riportato dall’Osservatorio 2022, infatti, molti giovani sembrano direzionati verso altro. Rimane nostro compito principale orientare i ragazzi e le ragazze e informarli su quelle che sono le opportunità offerte dalle Forze Armate e dalle Forze di Polizia. All’interno delle Amministrazioni in Divisa, infatti, c’è tutto un microcosmo – sconosciuto ai più - in cui si distinguono ruoli e compiti differenti, alcuni dei quali molto lontani da quelle che sono le “operazioni in campo” – sottolinea Mimma Prencipe, Amministratore Delegato della Nissolino Corsi, che aggiunge – Il nostro obiettivo è quello di far capire ai giovani e alle loro famiglie che ci sono tante possibilità di studio e di carriera in divisa ed allargare così i loro orizzonti”.
"Da quando è stata abolita la leva obbligatoria come forma principale di reclutamento, nelle nuove generazioni è completamente cambiato l’approccio al mondo delle Forze Armate e di Polizia. Al punto da trasformare le professioni in divisa in carriere desiderabili per una fetta consistente di questa fascia della popolazione. Tuttavia, la prima guerra nel cortile di casa vissuta dai più giovani sta avendo un impatto, scoraggiando i meno motivati e orientando i più motivati verso ruoli o percorsi ritenuti meno pericolosi in tempi di tensioni internazionali. E questo vale anche per quei genitori che sarebbero disposti a sostenere i propri figli in una scelta del genere”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.