BACK TO SCHOOL

Ritorno a scuola, Rusconi (ANP): “Si partirà a macchia di leopardo”

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi Lazio, Mario Rusconi intervistato da Skuola.net per parlare delle questioni ancora irrisolte a pochi giorni dal ritorno a scuola. Ecco cosa c'è da attendersi dal prossimo anno scolastico.

10 Set 2020 - 17:39
Scuola, lunedì si riparte in Trentino Alto-Adige © Tgcom24

Scuola, lunedì si riparte in Trentino Alto-Adige © Tgcom24

Le scuole sono pronte a riaprire? “A macchia di leopardo. E, seppure le scuole pronte saranno la stragrande maggioranza, anche nel loro caso le attività riprenderanno a scartamento ridotto”. Ad anticipare quello che sarà lo scenario in occasione del primo vero giorno di scuola – fissato per il 14 settembre, almeno per gran parte degli studenti - è Mario Rusconi, Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio, intervistato da Skuola.net. Nel corso della diretta web ospitata dal portale, uno dei principali rappresentanti dei dirigenti scolastici ha potuto rispondere ai tanti dubbi dei ragazzi, a pochi giorni dal via.

Le prime settimane di scuola - All'inizio in molte scuole, sostiene Rusconi, “si faranno poche ore per volta oppure si alterneranno le classi”. Soprattutto per la carenza di docenti: “Un fenomeno che – prosegue Rusconi - la politica pare abbia scoperto in questi giorni ma che affligge la scuola da almeno 15-20 anni. E poi ci sono i cantieri ancora aperti per i lavori di cosiddetta 'edilizia leggera', per allargare gli spazi e garantire il distanziamento”.

Posticipare l'apertura – Ma per rinviare l'avvio della didattica ci devono essere dei motivi molto validi: “È il consiglio d'istituto – il vero organo di governo della scuola, in cui sono presenti anche le famiglie - che deve produrre una delibera. Se proprio non si riesce ad aprire alla didattica, questo va comunicato al proprietario dei locali (ad es, il Comune) per evitare che avvii i vari servizi (scuolabus, mensa, ecc.)”, chiarisce il rappresentante dei presidi.

Calendario – Per chi partirà in ritardo ci saranno meno vacanze? La fine della scuola sarà posticipata: “Ricordiamo – sottolinea Rusconi – che si devono fare almeno 200 giorni di scuola, se non vengono raggiunti vanno in qualche modo recuperati. Tranne in casi eccezionali, come avvenuto per il lockdown”.

Test sierologici, tamponi e controlli – “Quando il ministro della salute Speranza ha detto che i test per il personale scolastico era su base volontaria – prosegue Rusconi – abbiamo obiettato. Ma comprendiamo che ciò non è stato fatto perché sottoporre 1 milione di persone in breve tempo ai test era praticamente impossibile. Abbiamo però suggerito di allargare, seppur a campione, i controlli ai ragazzi di terza, quarta e quinta superiore”.

Mascherine, obbligatorie o no? – “Le mascherine – ribadisce Rusconi - vanno adoperate in classe durante le ore di lezione solo se non si mantiene la distanza di 1 metro; altrimenti si adoperano solo quando ci si alza per andare in bagno, per l'intervallo, all'entrata e all'uscita”. Cosa succede ai trasgressori? “Se uno studente non usa la mascherina – tranquillizza - ci saranno sanzioni equilibrate, un richiamo o poco più; nessuna punizione esemplare”.

Le tipologie di mascherine ammesse – “Il Comitato Tecnico Scientifico – ricorda il preside - ha raccomandato le mascherine chirurgiche, poi ha aperto a quelle di stoffa (accuratamente lavate); la commissione Arcuri, però, dovrebbe mandare alle scuole solo quelle chirurgiche. Mentre non si potranno usare le mascherine più protettive, le FP2”.

Autocertificazione per l'ingresso a scuola – Secondo il numero uno dei presidi del Lazio “l'autocertificazione sanitaria non si può fare. Se un genitore certifica che il figlio non ha la febbre ma poi ce l'ha cosa succede? Noi ci affidiamo al senso di responsabilità di tutti. Ma, siccome questo non ci dà garanzie assolute, molte scuole si stanno attrezzando autonomamente con termoscanner e quant'altro, pur non essendo obbligatorio”.

Gel igienizzanti – Nessuna incombenza a carico delle famiglie: “Il gel – spiega Rusconi - è stato già distribuito in tantissime scuole, tante altre lo hanno comprato autonomamente. Si troverà sul posto. Diverso il discorso per le mascherine: in molte scuole ancora non sono arrivate e si comincerà con quelle portate da casa”.

Alunni con sintomi – Rusconi ricorda sommariamente la procedura da seguire: “Viene predisposta una stanza dove mettere lo studente, si chiamano i genitori per farlo portare a casa; se attraverso il tampone viene fuori che è positivo, si fa il tampone anche ai compagni di classe e ai docenti che sono stati a contatto con la classe nei due giorni precedenti. Se qualcuno di questi è positivo, bisogna fare il tampone a tutti quelli che sono stati a contatto con loro, compresi i genitori. È una specie di domino. Ecco perché la prima cosa è la prevenzione”.

Didattica digitale – Alle scuole superiori continuerà la didattica digitale: “Prendiamo una classe dove possono entrare distanziati in 20, ma gli alunni sono 25; o si fa mettere la mascherina a tutti per tutto il giorno oppure, se non si può, si fanno entrare gli studenti fino alla capienza massima e gli altri, a rotazione, si fanno stare a casa e collegare a distanza. Questo apre il tema di predisporre dotazioni tecnologiche, non comuni nelle scuole ma su cui le scuole si stanno già attrezzando”.

Gite scolastiche – “Secondo me non sarà più possibile farli – sentenzia Rusconi - E' un sacrificio, ma con i sacrifici si cresce”.
PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) – Il Ministero ha detto che i Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento si faranno. Ma secondo il rappresentante dei presidi: “Non sarà facile trovare i soggetti ospitanti. C'è un problema penale: se uno studente si contagia qualcuno potrebbe dire che la colpa è della scuola o dell'azienda che lo ospita. Probabilmente verranno fatti a distanza, sulla falsariga di quanto è avvenuto per la didattica digitale”.

Assemblee d'istituto – “Non si faranno più o si faranno solamente in call. Oppure dovranno essere mantenute le distanze. E' uno di quei momenti di aggregazione – come il bacio o l'abbraccio all'entrata e all'uscita o l'intervallo - che dobbiamo pensare come parte del passato e di un prossimo futuro ma non del presente”.

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