Si è tornati a scuola all’insegna della normalità, almeno nelle prime settimane. La caduta dell’obbligo delle mascherine le ha fatte sparire dalle giornate di quasi tutti gli studenti
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Dalle parole ai fatti. La scuola italiana sembra davvero aver voltato pagina e, dopo due anni e mezzo di piani di emergenza, nella maggior parte dei casi è praticamente tornata alla normalità, applicando pressoché alla lettera le indicazioni contenute nel nuovo, permissivo, protocollo anti-Covid. Ad esempio, in circa 9 classi su 10 le mascherine sono scomparse e in quasi 3 su 4 c’è stato lo stop pure al distanziamento. E che l’aria sia davvero cambiata lo conferma anche quel 75% di studenti che, nonostante il netto allentamento delle restrizioni, all’interno del proprio istituto dice di sentirsi al riparo dal rischio contagio. Eccola, dunque, la fotografia delle prime settimane di scuola, immortalata da Skuola.net grazie al racconto di 2.200 alunni di classi medie e superiori.
Le mascherine sono già un ricordo del passato
La cosa che balza di più all’occhio è sicuramente l’abbandono della misura cardine della battaglia contro il virus. Le mascherine, simbolo della pandemia, non ci sono più: l’86% dei ragazzi intervistati, infatti, dice che nella propria classe non le indossa più nessuno e un altro 8% ha solo qualche compagno che continua a metterle. Solo nel 6% dei casi perlomeno metà classe indossa la mascherina in aula. Ma, molto spesso, si tratta di situazioni quasi indotte dalla scuola, visto che 1 istituto su 10 continua a raccomandarne fortemente l’utilizzo, mentre circa un terzo (31%) ha ricevuto solo un “consiglio”; la fetta più ampia, però, ha lasciato campo libero agli studenti.
Torna il compagno di banco, ma non per tutti
Che gli istituti siano entrati in una nuova era lo attesta anche il modo in cui si sono organizzati su altri due passaggi chiave nella gestione della pandemia in ambiente scolastico: il distanziamento e gli ingressi scaglionati. Per quanto riguarda il primo fronte, la stragrande maggioranza degli studenti (73%) è tornata ad avere il compagno di banco: il 22% ripristinando appieno i banchi biposto, il 51% unendo nuovamente i banchi monoposto. Solo 1 su 4, alla fine, continuerà a seguire la lezioni “isolato” dagli altri. Qualcosa di simile avviene per l’entrata a scuola: solamente il 16% ha ancora un orario d’accesso prestabilito, diviso per gruppi; nel resto dei casi si entra tutti insieme.
Gli studenti difendono la Dad (e rilanciano)
Un quadro, quello appena descritto, che trova - come era prevedibile - un ottimo riscontro da parte dei ragazzi: l’84% dice che non vedeva l’ora che si arrivasse all’abolizione delle restrizioni, il 13% ammette di aver ancora un po’ di paura ma di approvare ugualmente tali scelte, appena il 3% avrebbe mantenuto l’attenzione alta un altro po’. Solo su una cosa gli studenti dissentono: l’addio definitivo alla Dad, anche per i positivi “asintomatici” (costretti a restare a casa). Circa la metà (45%) avrebbe infatti lasciato, in assenza di sintomi importanti, la possibilità di svolgere lezione “a distanza” e ben 1 su 3 avrebbe persino esteso tale opportunità a tutti gli studenti impossibilitati dall’andare a scuola. Ma non basta: 3 studenti su 4 avrebbero addirittura tenuto in piedi la Dad come strumento di supporto alla didattica in generale, per tutti (anche se per il 54% servirebbero degli aggiustamenti al modello).
Si è lavorato per migliorare la qualità dell'aria in classe
Tornando alla quotidianità scolastica, gli istituti sembrano aver pure lavorato duro durante i mesi estivi per alzare le difese contro i possibili attacchi del Covid. In base a quanto dicono i ragazzi, circa 1 su 5 oggi può contare su un sistema per la sanificazione o il ricircolo dell’aria (l’anno scorso i numeri erano nettamente inferiori). Più o meno la stessa platea (18%) ha a disposizione un sistema per la rilevazione della qualità dell’aria, fondamentale per capire quando aprire le finestre, che comunque rimane l’arma principale contro il virus: per ora il 58% tiene le finestre aperte tutto il giorno, il 38% le apre solo al cambio d’ora; quando verrà il freddo si vedrà.
I trasporti restano l'anello debole
Tutt’altro scenario, invece, se ci spostiamo fuori dalle aule. Osservando cosa accade in un altro anello centrale della catena: i trasporti pubblici. Se, come visto, gli studenti dentro scuola si sentono al sicuro lo stesso non si può dire per il tragitto che li separa da casa: tra chi prende i mezzi (oltre la metà degli intervistati), solo una minoranza (43%) non ha paura del contagio. Il motivo è presto detto: l’84% riporta una situazione di costante affollamento e, nonostante ci sia ancora l’obbligo di indossare la mascherina a bordo, solamente il 28% viaggia su mezzi in cui grosso modo tutti rispettano la norma; per tutti gli altri andare e tornare da scuola rappresenta una sfida al virus.
“Gli studenti sono felici di essere tornati a scuola in condizioni che ricordano in tutto e per tutto l’epoca pre-pandemia. La percezione è quella di vivere in un ambiente sicuro. Cosa che non si avverte, invece, al di fuori delle aule, ad esempio sui trasporti pubblici. Questo testimonia che la gestione da parte degli istituti di questo ritorno in classe si è rivelata efficace, nonostante i molti disagi degli scorsi anni, complice anche una migliorata situazione pandemica. La domanda è se si riuscirà a resistere all’arrivo della stagione fredda, con un possibile ritorno più aggressivo del virus e la necessità di tenere le finestre aperte anche con le basse temperature dei mesi invernali. In una generale condizione di crisi economica che non può che colpire anche le nostre scuole”, commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.