Il ministro Bianchi e il premier Draghi, a margine del Consiglio dei Ministri, hanno parlato del ritorno in classe in presenza: distanziamento se possibile, regole di igiene e mascherina obbligatoria, che si potrà abbassare nel caso siano tutti vaccinati
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Subito dopo il Consiglio dei Ministri, che aveva al centro della discussione anche il ritorno a scuola, il premier Mario Draghi insieme al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi hanno illustrato come partirà il prossimo anno scolastico e quali misure verranno adottate per evitare il contagio dal virus. A riassumere le loro parole il sito Skuola.net. "L’adesione massiccia dei giovani e la copertura estesa a livello nazionale - ha detto Draghi - ci permette di affrontare con una certa tranquillità e con minore incertezza dell’anno scorso l’apertura delle scuole. Il 91,5% del personale scolastico ha ricevuto almeno una dose di vaccino".
Come si torna a scuola tra pochi giorni
Il governo insiste, quindi, sul rientro in classe al 100% in presenza a partire dal 13 settembre, data in cui suonerà la prima campanella in alcune tra le regioni più grandi. "Il 1° settembre tutte le nostre 8.500 scuole hanno riaperto, con il mandato di riportare tutti i nostri ragazzi in presenza e in piena sicurezza", così il ministro dell'Istruzione, che ha sottolineato il grande lavoro preparatorio cominciato dalla scorsa primavera, con il ritorno in presenza degli alunni, l'organizzazione degli esami e il piano scuola estate che, durante gli ultimi mesi, avrebbe permesso di recuperare un milione e 650 mila ore di formazione. Ora però comincia il nuovo anno scolastico e una nuova sfida, con la necessità di effettuare uno screening tra i ragazzi tra i 6 e i 14 anni (la maggior parte dei quali non vaccinato), su larga parte del personale scolastico e sugli studenti vaccinati.
"Le regole le sapete - ha proseguito Bianchi - sono quelle che ha dato il Cts: mascherina, distanziamento laddove possibile, regole di igiene fondamentale che abbiamo imparato in questo tempo. Nelle classi dove sono tutti vaccinati si può togliere la mascherina e tornare a sorridere insieme". Quest'anno, ha annunciato il ministro, saranno inoltre immessi in ruolo 59mila nuovi insegnanti, di questi 13.908 di sostegno, e 8.700 membri del personale ATA. Funzionali anche a garantire le attività in presenza.
Il documento con le indicazioni dell'ISS
La conferenza stampa è stata preceduta dalla pubblicazione, sempre il 1° settembre, del documento messo a punto dall'Istituto Superiore di Sanità, dal ministero della Salute, dal ministero dell’Istruzione, da INAIL e da Fondazione Bruno Kessler, in collaborazione con il Commissario Straordinario per l’Emergenza Covid-19. Dopo il protocollo di sicurezza e il piano scuola 2021/22, questo ulteriore documento intitolato - "Indicazioni strategiche ad interim per la prevenzione e il controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico" - fa il punto sulle misure per la riapertura delle scuole.
Tra quelle non farmacologiche, troviamo il rispetto del distanziamento di un metro e, dove ciò non sia possibile, "resta fondamentale mantenere le altre misure di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico". La mascherina, infatti, a scuola rimane obbligatoria sopra i 6 anni, fatti salvi i contesti in cui tutti i presenti siano tutti vaccinati, come ribadito anche dal ministro Bianchi. Sulla tipologia di dispositivo di protezione più adeguata, il testo chiarisce che "nel DPCM 3/11/2020 non viene fatta distinzione tra mascherine chirurgiche monouso e mascherine lavabili multistrato, anche auto-prodotte, purché queste ultime permettano di coprire dal mento al di sopra del naso.
Per le attività motorie, "sono state privilegiate le attività fisiche sportive individuali ed è stata definita la necessità di rispettare un distanziamento di 2 metri, se al chiuso, e di 1 metro all’aperto." Viene inoltre ribadita l'utilità di ingressi contingentati per evitare assembramenti, della sanificazione degli ambienti e dei frequenti ricambi d'aria. La Dad viene invece definita "una opzione di riserva", in quanto la chiusura delle scuole "viene considerata una misura limite in quanto si ritiene che gli effetti negativi, in termini di educazione, di benessere psico-fisico e di impatto economico siano superiori ai benefici attesi".
Nascono le "scuole sentinella"
Accanto a questo documento strategico è stato inoltre preparato un Piano di monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 destinato alle scuole primarie e medie. Attraverso una “rete di scuole sentinella” si sorveglierà la diffusione del virus in ambito scolastico, anche in soggetti asintomatici, tramite test molecolari salivari condotti, su base volontaria, su alunni nella fascia di età 6-14 anni. Le “scuole sentinella” saranno indicate dalle autorità sanitarie regionali in collaborazione con gli uffici scolastici, coinvolgendo almeno 55 mila alunni ogni 15 giorni, con il supporto dalla Struttura Commissariale.