Dopo essersi diplomato e aver immediatamente conquistato i 24 crediti formativi necessari per salire in cattedra, è stato chiamato a insegnare, a soli diciannove anni. Ecco la sua storia
Salvatore Scilanga è uno degli insegnanti più giovani d’Italia. A soli vent’anni, compiuti a luglio, si è infatti già seduto dall’altra parte della cattedra, chiamato a insegnare a gennaio 2021 - quando di anni ne aveva addirittura diciannove - presso l’Itc Gadda Rosselli di Gallarate. Come ha fatto?
Dopo il diploma ha subito conseguito i 24 crediti formativi (CFU) necessari per la docenza, presentando immediatamente domanda per essere inserito nelle graduatorie provinciali per le supplenze. Salvatore, però, si è anche iscritto all’università, continuando a insegnare e a studiare contemporaneamente. Il portale Skuola.net ha voluto conoscerlo meglio.
Chi è il professore da record?
La volontà di salire in cattedra, lui, ha iniziato a coltivarla fin dalle scuole superiori: “L’idea di voler insegnare - racconta Salvatore - nasce durante gli ultimi mesi prima della Maturità. Il mio sogno più grande era quello di intraprendere la facoltà di medicina ma, conoscendo gli ostacoli per entrare, ho deciso di provare il test e allo stesso tempo iscrivermi all’Università per conseguire i 24 crediti formativi abilitanti all’insegnamento”.
La domanda che può nascere spontanea trovandosi davanti a un docente così giovane riguarda le motivazioni di tale scelta. Secondo Salvatore, può portare soddisfazione “trasmettere le proprie conoscenze imparate a scuola”. Non solo: insegnare vuol dire anche imparare perché “nel mondo dell’insegnamento, la cosa che mi ha colpito di più è che ogni giorno si apprendono nuove nozioni, concetti che ognuno di noi potrà mettere nel collettivo così da arricchire il proprio bagaglio culturale”.
Esistono però molti modi di svolgere questo mestiere: “In meno di un anno - prosegue - sono passato, concedetemi il termine, “dall’altra parte della barricata”” ironizza. Ben comprendendo, quindi, cosa vuol dire essere uno studente; così salvatore ogni giorno ci tiene a trasmettere ai ragazzi serenità e farli sentire a proprio agio: “Con i miei ragazzi - dice - c’è un clima molto rispettoso, fatto di collaborazione, umiltà ma anche di responsabilità”. Anche se molto dipende “dalla situazione che si viene a creare, come in ogni ambiente ci sono delle regole da rispettare. Il ruolo del docente è anche quello di far capire a uno studente dove ha sbagliato, cosicché in futuro, insieme al resto della classe, ognuno può trarre benefici imparando proprio da questi episodi.”
Da studente a docente: il cambio di prospettiva può far paura
Non c'è da stupirsi che, con questo approccio, con gli studenti sia nato, come sottolinea, “un bellissimo rapporto" basato su "rispetto, amicizia, dialogo”. Perché Salvatore confessa di apprezzare particolarmente la relazione diretta con i ragazzi, il confronto, e ritiene utile lo “scambio di idee”, soprattutto “se ci sono delle problematiche, se serve un aiuto…”.
Il ventenne, però, ammette che la vicinanza di età tra professore e alunni potrebbe scoraggiare tanti giovani insegnanti, ma allo stesso tempo racconta dell’entusiasmo che ha suscitato in lui il primo impatto con i ragazzi, descrivendo questa esperienza come qualcosa “di veramente fantastico, non mi sarei mai immaginato una cosa del genere. Fantastico!”.
Ma se con gli studenti tutto procede per il meglio, quale è stata la reazione degli altri professori davanti a un collega appena ventenne? In realtà il giovane prof afferma che “fin dal primo giorno si è instaurato un rapporto di collaborazione”, che è andato oltre la differenza d’età. Infatti sono stati proprio i colleghi a mettere a disposizione del nuovo arrivato le loro esperienze e competenze, cosa estremamente formativa per Salvatore: “A livello didattico e culturale mi sta piacendo giorno dopo giorno, aumentando il mio livello di apprendimento. Perché non si smette mai di imparare anche se si è insegnanti. Lo dico molto spesso anche ai miei ragazzi: fate tesoro di tutto ciò, perché in futuro potrebbe esservi utile”.
Una carriera iniziata in Dad
L’esperienza di Salvatore, tra l’altro, è iniziata in un periodo molto particolare, durante la pandemia, e quindi anche a lui è capitato di avvalersi della didattica a distanza per svolgere le lezioni con i suoi studenti: “Come tutte le sfide va affrontata in maniera positiva - commenta - fortunatamente oggi abbiamo a nostra disposizione moltissimi strumenti digitali che ci danno l'opportunità di essere sempre aggiornati. Questo permette ai ragazzi di scambiarsi in maniera continua idee, opinioni, strumenti che favoriscono la crescita personale e della collettività”.
Dalla sua, però, aveva un vantaggio non da poco: prima di diventare docente ha vissuto la Dad da studente, per cui ne ha conosciuto bene i meccanismi: “In prima persona ho vissuto l'esperienza da entrambe le parti, sia come studente che come docente - fa notare il prof - e posso dire di ritenermi soddisfatto del lavoro dei docenti ma anche dei ragazzi perché grazie all’impegno, alla collaborazione e alla dedizione nello studio stanno portando avanti questa grandissima sfida”.
Il prof di 20 anni parla del suo futuro: insegnerà ancora?
Per ora il docente ventenne è stato chiamato per delle supplenze a tempo determinato, ma nel futuro vede questo come un possibile lavoro: “In questo momento oltre all'insegnamento sto continuando il mio percorso di studi, sono iscritto alla facoltà di Ingegneria Informatica, ma sicuramente continuerò questo percorso, cercando di fare carriera ed essere un punto di riferimento per molti giovani”.