L'anno e mezzo di didattica a distanza non sembra aver portato la scuola italiana all’auspicata rivoluzione digitale. Quasi la metà degli istituti non incentiva l’uso degli eBook, la maggior parte dei docenti rimane fedele ai metodi d’insegnamento tradizionali
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La didattica digitale sembra non convincere fino in fondo la scuola italiana. Nonostante quanto accaduto negli ultimi due anni. Con l’abbandono della Dad e il ritorno alla normalità, infatti, tantissimi istituti hanno dimostrato di continuare a credere poco nelle nuove tecnologie applicate all’insegnamento.
Per l’online, in molti casi, al massimo c’è un ruolo da comparsa. A segnalarlo un sondaggio effettuato da Skuola.net - su un campione di 3.500 studenti di classi medie e superiori - all’inizio del nuovo anno scolastico. Un dato, su tutti, è emblematico: il 44% dei ragazzi frequenta un istituto che ancora oggi non incentiva affatto l’uso di libri digitali (eBook) e risorse web e, un altro 30%, se non ci fosse stata la pandemia - che ha spinto la propria scuola a ‘tecnologizzarsi’ - sarebbe nella medesima situazione.
I docenti frenano la svolta digitale
Molto, ovviamente, dipende dagli insegnanti che, con le loro scelte, potrebbero agevolare il cambiamento. Ma, per i professori, il momento dello switch tra l’analogico e il digitale appare davvero distante. Nonostante dal 2013 sia prevista la possibilità per i docenti di sostituire il libro prodotto da una casa editrice con del materiale alternativo, come dispense autoprodotte o altre risorse disponibili anche online. Infatti, il 52% degli studenti intervistati ha una classe docente che continua a limitarsi alle tradizionali adozioni di testi scolastici. Va meglio a quel 22% a cui qualche docente ha proposto materiali reperibili online in affiancamento o in sostituzione dei classici libri cartacei. Alla fine, solamente 1 su 4 ha tutti (o quasi) i professori che guardano con determinazione al futuro e puntano sulle risorse online per la formazione nell’ambito della propria materia.
Anche se, poi, credere nel digitale non sempre significa mettere il passato definitivamente da parte. Laddove i materiali di nuova generazione sono entrati nella didattica, infatti, in più di 1 caso su 2 sono solo un supporto a quelli analogici, con tante integrazioni e pochissime ‘sostituzioni’. Appena il 14% dice di aver completamente abbandonato i testi cartacei e di studiare su risorse totalmente digitali come eBook, dispense online, video, podcast, ecc.
Anche gli studenti preferiscono la didattica tradizionale
Pure i ragazzi, però, non sono esenti da responsabilità nel frenare il cambiamento. Avendo la possibilità di scegliere se studiare su un libro cartaceo o su uno digitale, il 36% dice di continuare a preferire sempre e comunque il testo stampato; mentre il 44% adotterebbe i libri digitali solo per alcune materie. Appena 1 su 5, dunque, si mostra pronto a fare il salto in avanti sostituendo definitivamente la carta con l’online.
E poi c’è tutto il tema della strumentazione. Tra gli aspetti positivi della Dad, c’è indubbiamente quello di aver fatto strada ai dispositivi tecnologici negli zaini e sulle scrivanie di ogni studente. Ma ciò non è bastato per far entrare Pc, notebook e tablet nella dotazione standard di tutti gli studenti: il 21% deve ancora condividerli con gli altri componenti della famiglia. E, alla luce di quanto detto sinora, non stupisce che tra chi non possiede un dispositivo personale circa i tre quarti (73%) non hanno messo in preventivo l’acquisto neanche in vista del nuovo anno scolastico. Perché solo il 30% riporta di difficoltà economiche alla base della scelta, tutti gli altri non lo reputano ormai più indispensabile ai fini dello studio.
“La scuola italiana nel suo complesso dimostra chiaramente di aver subito più che scelto la digitalizzazione massiva imposta dalla Dad - commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net - e quindi una volta venuta meno l’emergenza in molti tendono a mantenere le vecchie abitudini, sia tra gli studenti che tra i docenti. I primi infatti restano legati al libro di carta perché non sono stati abituati al nuovo modo di studio che sarà dominante nel futuro: si dovrà imparare ad apprendere sempre di più di fronte ad uno schermo. Ma la metà degli studenti non è stata incentivata verso l’uso di eBook e risorse digitali per lo studio”.