Dopo circa un mese di lezioni in presenza non sembra ancora risolto il problema trasporti: il 94% degli studenti denuncia ancora affollamenti o mancanza di distanziamento sui mezzi pubblici usati per arrivare in classe. E incrociare i controllori è un evento raro
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I mezzi pubblici che portano gli studenti a scuola, nonostante gli sforzi fatti, continuano a essere sovraffollati. A raccontarlo sono 3.000 alunni delle scuole superiori intercettati da un sondaggio di Skuola.net. A quanto pare, infatti, non è bastato fissare un tetto alla capienza - nella misura dell’80% rispetto a quella massima - e introdurre turni a scuola, soprattutto nelle grandi città. Così, tra chi quotidianamente prende bus, treni, tram e metropolitane per andare in classe - sono poco più della metà del totale - oltre 1 su 2 dice di essere costretto a salire su mezzi strapieni, dove il distanziamento è una chimera.
Nessuna traccia di distanziamento
Se, poi, uniamo al coro anche le voci di chi disegna una situazione al limite - con veicoli e vagoni in cui c’è un po’ più di spazio ma dove non si riesce comunque a rispettare il distanziamento - le criticità sono praticamente generalizzate, interessando il 94% dei ragazzi. Alla fine, dunque, appena il 6% del campione sostiene che sui mezzi per il tragitto casa-scuola (e viceversa) la situazione è tale da garantire un’adeguata separazione tra i vari utenti.
Le mascherine? Qualcuno si dimentica come vanno indossate
Stando così le cose, per evitare che proprio i mezzi diventino il luogo preferito dal virus per riprodursi, diventano fondamentali i comportamenti individuali e il rispetto delle regole base anti-contagio. Ma, anche su questo piano, il lavoro da fare è ancora tanto. Solo 1 studente su 3 riporta che tutti i suoi compagni di viaggio indossano sempre la mascherina ben salda sulla bocca e sul naso; mentre il 62% ‘denuncia’ che qualche passeggero - adulti compresi - continua a ignorare questa prescrizione. Comunque meglio di quel 4% che viaggia, in ambienti chiusi, con la maggior parte delle persone che tende ad abbassarsi o addirittura a togliersi la mascherina.
I controlli scarseggiano
Tutto ciò nonostante i controllori, che oltre a verificare il possesso del biglietto ora possono anche “ricordare” ai passeggeri di osservare tutte le norme di sicurezza. Una presenza, la loro, che però sembra esserci solo sulla carta: 2 ragazzi su 3 sostengono di non averne mai visto uno da un mese a questa parte, 3 su 10 si sono imbattuti in questa rara specie solo sporadicamente. Appena il 4% vive il privilegio di assistere a controlli costanti.
Adeguare il servizio agli orari scolastici
“Considerando quanto riportano gli studenti delle superiori - commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net - anche quest’anno i trasporti rischiano di essere l’anello debole della catena anti-Dad: per 9 su 10 il distanziamento interpersonale è una chimera. Questo nonostante la metà dei ragazzi, sempre secondo i dati a nostra disposizione, stia vivendo il disagio della turnazione delle lezioni, uscendo da scuola a pomeriggio inoltrato. Una misura, quest’ultima, decisa dai tavoli di coordinamento gestiti a livello locale dai prefetti proprio per raccordare le capacità del sistema di trasporto con gli orari scolastici. Bisogna quindi insistere sul potenziamento del servizio pubblico locale, per scongiurare che avvenga quanto accaduto lo scorso anno, quando appena la seconda ondata bussò alla porta la capienza dei mezzi fu ridotta al 50% e gli studenti delle superiori furono spediti in Dad al 100%”.