Esistono ancora settori “da donne” e “da uomini”? La risposta sembra affermativa per quanto riguarda l’insegnamento, che appare una delle poche attività a prevalenza femminile, in particolare per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione
© tgcom24
La scuola è forse uno dei pochissimi ambiti lavorativi, almeno per quel che riguarda l’Italia, in cui la presenza femminile è nettamente predominante rispetto a quella maschile. Specie se si parla di insegnamento. E nell’anno scolastico 2012/2022 si è raggiunto l’apice: in base all’elaborazione effettuata da Tuttoscuola su dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, oggi oltre 8 docenti su 10 sono donne (più precisamente l’83%); in termini assoluti, si tratta di circa 580 insegnanti sui 700 mila docenti censiti. Con una crescita costante nel tempo: nel 2001, ad esempio, le donne in cattedra erano “solo” il 78%.
In alcuni livelli scolastici, poi, il predominio è pressoché assoluto: ad esempio, nel primo ciclo - elementari e medie - quasi la totalità delle docenze è colorata di rosa. Ma anche laddove fino a qualche anno fa gli uomini avevano maggior voce in capitolo - come nel caso delle scuole superiori - i valori in campo si stanno ormai sbilanciando in modo definitivo dalla parte delle donne: oggi i maschi che insegnano in licei, istituti tecnici e istituti professionali sono solamente il 34%, quando fino a venti anni fa erano ben oltre il 40%.
A livello territoriale, la regione che ha il più alto tasso di “femminilizzazione” è il Lazio, con l’85% di docenti donne, seguita dalla Liguria con l’84,6% e dalla Lombardia con l’84,2%. Al contrario, il Molise ha il 79,7% di presenza femminile in cattedra, preceduto dalla Basilicata con l’80% e dalla Sardegna con l’80,3%. Nel complesso, sono le regioni del Centro Italia ad avere più donne in cattedra con l’84,2%, mentre le Isole registrano il tasso medio più basso, con l’80%.
Le donne in cattedra prevalgono nettamente a tutti i livelli scolastici
Mentre, entrando nel dettaglio dei vari livelli d’istruzione, nella scuola statale dell’infanzia la percentuale di donne è sempre stata sopra il 99%. Solo l’anno è stata registrata l’anno scorso una impercettibile flessione (-0,4 punti in percentuale, rispetto al 2000-2001), generalizzata in tutte le aree, con la sola eccezione minima delle Isole. Andando avanti, però ci si accorge che le cose sono cambiate nel tempo. Nella scuola primaria, infatti, ormai ci attesta costantemente oltre il 96% di presenza femminile in cattedra, con le regioni del Sud che hanno mostrato la crescita maggiore (+3% dal 2001 in poi). Più apprezzabile dal punto di vista statistico l’aumento nella scuola secondaria di I grado (medie): oltre 4 punti in percentuale nell’ultimo ventennio, con punte superiori nelle regioni del Nord Est e del Sud, con la presenza femminile che supera mediamente il 78%, ma con ancora un certo divario tra le regioni centro-settentrionali e quelle meridionali, dove la componente maschile resiste più che altrove.
Ma è la scuola secondaria di II grado (superiori) quella che più di altre ha osservato un aumento di insegnanti donne. Nel periodo considerato, la presenza femminile tra i professori degli istituti superiori è aumentata mediamente di oltre 8,5 punti, passando dal 58% al 66,5%, con una situazione particolarmente significativa delle regioni del Sud, che hanno registrato un incremento di oltre 11 punti in percentuale, attestandosi ai livelli degli altri territori; qualcosa di simile è avvenuto nelle regioni del Nord Est hanno registrato.
Più si sale nella gerarchia più le donne fanno fatica, anche a scuola
Un quadro, quello appena descritto, che però non deve ingannare. Come segnale Skuola.net, anche nella scuola le criticità legate al genere non mancano affatto. Tanto per cominciare, complessivamente, la presenza in cattedra delle donne è cresciuta molto rapidamente nel primo decennio del nuovo millennio, per poi rallentare bruscamente negli anni più recenti: nel 2015 le docenti donne erano già l’82%, solo un punto in percentuale in meno rispetto a oggi.
Inoltre, come spesso accade in molti altri settori, l’ascesa delle donne è in parte frenata man mano che si cresce nella carriera scolastica, in particolare per i ruoli direttivi. Un indizio ce lo hanno già dato i numeri sugli insegnanti delle scuole superiori, in cui le prof sono il 66,5%. La conferma arriva dal Censis, secondo cui nel 2018 le dirigenti scolastiche erano il 69% del totale. Un buon numero, che ribadisce la predominanza femminile nel settore, ma che appare di certo ridotto rispetto ai dati relativi alla docenza in generale.