Molti istituti, sfruttando il fatto che gli studenti dovranno rimanere a casa durante le festività pasquali, hanno deciso di accorciare i giorni di stop alla didattica previsti dal calendario scolastico
Recuperare il tempo perduto. È la missione che molti dirigenti scolastici, insieme ai loro insegnanti, stanno pianificando per le prossime settimane, per tentare di portare a termine i programmi e colmare eventuali lacune. Per farlo, cercheranno di sfruttare ogni occasione utile. Come le vacanze di Pasqua. È vero, infatti, che il ministero dell'Istruzione ha confermato il calendario ufficiale – che prevede la sospensione delle lezioni dal 9 al 14 aprile – ma è anche vero che gli istituti, grazie all'autonomia scolastica, possono decidere di accorciare la sosta. Proprio quello che sembra voler fare circa 1 scuola su 3. Una proporzione che aumenta ulteriormente se la didattica a distanza è partita in ritardo rispetto all’inizio della chiusura. A confermarlo sono i 20mila studenti di medie e superiori raggiunti da un sondaggio di Skuola.net, effettuato all’inizio di questa settimana.
Lezioni online anche durante le vacanze di Pasqua
Ora che si è capito che non è escluso che le lezioni possano terminare da casa, i professori devono aver rotto gli indugi, chiedendo alle loro classi uno sforzo supplementare per il rush finale. Così, stando a quanto dicono i ragazzi, nel 36% dei casi dovranno rinunciare al tradizionale riposo, seppur in quarantena forzata. Una quota che, alle scuole medie, schizza al 43%. Forse perché, qui, l’attivazione dello smart learning - quando c’è stata - ha avuto una gestazione più lunga.
Tanti studenti sono d'accordo
In condizioni normali ci sarebbero state proteste a non finire. Non in questo caso. Sembra quasi che gli studenti vogliano stringere un patto di collaborazione con i docenti. Laddove le vacanze saranno più brevi, meno di 1 su 2 ritiene ingiusta la decisione. Il 35%, al contrario, la considera più che opportuna, potendo servire a non perdere altro tempo. Mentre il 20%, pur non facendo i salti di gioia, si adegua. Uno spirito di gruppo che, a riprova di quanto detto, si registra in misura maggiore tra i ragazzi più colpiti dai provvedimenti: alle scuole medie, l'apprezzamento copre quasi la metà del campione (44%). Persino tra chi potrà godersi appieno la sosta c'è qualcuno – circa 1 su 6 - che avrebbe preferito accorciare i giorni di riposo.
In alternativa un'infinità di compiti
Anche quelli che si sono salvati dal taglio delle vacanze, però, in questo momento non staranno esultando. Visto che avranno ben poche ore libere per dedicarsi ai propri passatempo preferiti. Per loro, la Pasqua sarà più del solito sinonimo di ripasso ed esercizi. Ben 2 studenti 3 (che guarda caso corrispondono a quanti sostengono che la propria scuola non ha rimesso mano al calendario) stanno infatti ricevendo una cospicua mole di compiti. Un carico di lavoro che il 45% di loro considera 'esagerato', sicuramente maggiore rispetto a quello che i propri prof sono soliti assegnare per le soste dalla didattica. Nonostante ciò, il senso di responsabilità prevale pure qui: l'80% li farà, con impegno e rispettando la data di consegna fissata dai docenti.