FREDDO A SCUOLA

Scuole al gelo, siamo alle solite: due studenti su tre stanno già “battendo i denti”

I primi freddi riaprono la vecchia questione delle scuole fredde. La “colpa” è soprattutto di impianti di riscaldamento guasti o malfunzionanti, ma anche della necessità di risparmiare e di preservare la salute degli studenti

05 Dic 2024 - 16:05
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Il cambiamento climatico sta spostando sempre più in avanti l’arrivo dei primi freddi autunnali. Ma c’è una cosa che negli anni non cambia affatto: l’impreparazione delle scuole nell’affrontare il calo delle temperature. Un teorema, questo, dimostrabile anche quest’anno.

Secondo una rilevazione del portale Skuola.net - che ha coinvolto 1.800 alunni di classi medie e superiori - oltre due studenti su tre (63%), proprio in questi giorni, stanno accusando il freddo quando sono in aula. E più della metà di loro - il 35% del totale - la cosa è quasi insopportabile. A riprova di ciò abbiamo anche le numerose notizie di cronaca che parlano di scuole chiuse o orari ridotti “causa gelo”.

Gli impianti di riscaldamento mal funzionanti sono solo parte del problema

Perché, alla base del disagio, non ci sono tanto fattori “organici” - ad esempio una crescente percezione del freddo da parte delle nuove generazioni - quanto le solite, annose, questioni strutturali. Ben sei intervistati su dieci (59%) parlano, infatti, di impianti di riscaldamento non funzionanti o comunque malandati oppure di edifici scolastici che non aiutano o, ancora, di problemi di budget. 

Entrando più nel dettaglio, il 18% degli studenti “infreddoliti” racconta che i termosifoni vengono accesi per poche ore, per limitare i consumi. L’11% riconduce l’accensione a singhiozzo dei caloriferi alla necessità di non far lavorare troppo un impianto non proprio in ottima forma. Il 13% sostiene che quest'ultimo è proprio rotto. Mentre per il 17% sono gli infissi, troppo vecchi, a non trattenere il calore.

Sono tanti, però, quelli che imputano l’origine del gelo alla necessità di tenere le finestre aperte per lunghi momenti della giornata, per far circolare l’aria ed evitare la diffusione di virus e malattie stagionali, come se fossimo ancora nell’immediato post-pandemia: è così per il 33%.

In classe si resta vestiti o ci si copre ulteriormente

In ogni caso, qualunque sia la fonte del freddo, tranne situazioni estreme gli studenti a scuola ci devono andare. Così, come sempre, si ricorre alle contromisure. Che, in linea con la tradizione, sono soprattutto di tipo “artigianale”. Le più diffuse? Fare lezione con indosso giacconi e cappotti, soluzione adottata dal 60% degli alunni in difficoltà. O avvolti in plaid e coperte, strategia preferita dal 16%. Il 6% ha in classe una stufetta supplementare. L’8% sta facendo meno ore di lezione o ha cambiato temporaneamente aula. Il 7%, per protesta, non sta andando a scuola.

Scuole fredde, gli studenti si organizzano come possono

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© Skuola.net
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A proposito di proteste, pare che in parecchie scuole non ci si stia limitando a sopportare lo stato delle cose ma si sia passati alle vie di fatto: è più o meno un terzo (33%) degli studenti raggiunti dalla rilevazione di Skuola.net a riportare di lamentele formali rivolte alla dirigenza d’istituto. Che nella metà dei casi hanno portato all’attivazione della scuola per risolvere il problema, ma solo uno su cinque (21%) dice che dopo la levata di scudi si è intervenuto seriamente, mentre per uno su quattro (25%) si è trattato di una soluzione temporanea. Oltre uno su due (54%), invece, pensa che la situazione sia rimasta immutata.

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