L'idea di introdurre un bonus fino a 1.500 euro, in favore delle famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro, da spendere nelle scuole paritarie sta facendo discutere. A frequentarle, secondo gli ultimi dati ministeriali, sono già quasi 800 mila alunni, più della metà negli asili
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Anche le scuole private svolgono un servizio pubblico: è il caso dei cosiddetti istituti paritari, che sono riconosciuti a operare in tutto e per tutto come una scuola statale. Per questo motivo, tra gli emendamenti della Legge di Bilancio per il 2025, è potuto spuntare un bonus in denaro per quei genitori che scelgono di mandare i propri figli in una di queste strutture.
L’integrazione alla Manovra che contiene la misura, presentata dal deputato di Fratelli d’Italia Lorenzo Malagola, vorrebbe infatti introdurre un voucher annuale - di importo massimo di 1.500 euro - che dal prossimo anno sarebbe appannaggio delle famiglie con reddito ISEE fino a 40 mila euro, “spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria”.
Scuole paritarie: un alunno su dieci studia qui
Le opposizioni, ovviamente, sono subito insorte. Ma, prima di entrare nel cuore della polemica, la domanda da farsi è forse un’altra: uno strumento del genere è davvero utile? Qual è la platea potenziale dei beneficiari? Il portale specializzato Skuola.net ha provato a rispondere al quesito, andando a scavare tra i dati ufficiali. Mostrando come, effettivamente, questa sorta di “ammortizzare” potrebbe davvero aiutare molte famiglie.
Secondo l’ultimo report del Ministero dell’Istruzione e del Merito - relativo all’anno scolastico 2023/2024, nel nostro Paese sono quasi 800mila gli alunni che frequentano un istituto paritario. Stiamo parlando di circa il 10% degli iscritti totali, visto che sommando gli studenti che vanno alle statali con quelli delle private si oltrepassa di sfiorano gli 8 milioni, tra bambini e ragazzi. Ed è facile immaginare che, tra quelli delle paritarie, non siano pochi quanti appartengono a nuclei con un ISEE inferiore al tetto fissato dall’emendamento.
Negli asili il maggior numero di presenze
Una misura che, se dovesse vedere la luce, andrà a impattare soprattutto su un livello scolastico: gli asili. È lì, infatti, che si può trovare la fetta più grande di utenti delle private. Sempre secondo i dati ministeriali, le scuole dell’infanzia assorbono da sole oltre la metà degli iscritti: nel 2023/24 sono stati quasi il 55% (433 mila bambini, su un totale di 790 mila alunni totali delle paritarie).
Ed è proprio questo il tasto su cui preme di più la maggioranza di Governo, affermando come la misura serva a garantire la libertà di scelta della scuola, spesso ostacolata dai costi maggiori che comporta l’iscrizione in una struttura privata, specialmente per i meno abbienti, costretti sovente a prendere la strada delle paritaria per assenza di alternative “pubbliche”.
Proseguendo nell’analisi, a seguire troviamo la scuola primaria, con oltre 155 mila alunni, quasi il 20% del totale. Dopodiché ci sono le superiori: più di 132 mila frequentanti, circa il 16% della popolazione di riferimento. Chiudono le scuole medie: 69 mila studenti abbondanti, che “contano” per il 9%.
Quante scuole paritarie ci sono in Italia?
Anche a livello di strutture ovviamente si conferma il primato del grado scolastico iniziale: ben 8.166 degli 11.765 istituti attivi sul nostro territorio sono asili, il 69,5% di tutte le paritarie. Al secondo posto, in questo caso, salgono le scuole superiori: 1.637 “edifici” (13,9%). Le primarie secondo in terza posizione: 1.334 istituti (11,3%). A fondo classifica, anche qui, le medie, con 628 (5,3%).
Per quanto riguarda la distribuzione regionale, a spiccare è la Lombardia, sia per numero di alunni (oltre 218 mila) che di strutture (2.460). Molto indietro le altre: la Campania, seconda, ha infatti “solo” 100 mila studenti e poco più di 1.600 scuole; il Veneto, terzo, circa 92 mila iscritti in 1.300 strutture. Da segnalare infine anche il Lazio, quarto, con quasi 89 mila alunni e 1.200 scuole.
La risposta del Ministero...e delle opposizioni
Tornando alla proposta, ammettendo che venga inserita nella Legge di Bilancio definitiva, per metterla in pratica servirà poi un apposito decreto del Ministero dell’Istruzione. Ma questo sembra un passaggio naturale, visto che il ministro Valditara ha già detto che il suo dicastero sta già “lavorando per individuare soluzioni praticabili".
Intanto, le forze politiche contrarie al bonus promettono battaglia. Gli esponenti M5S in commissione Cultura alla Camera dei Deputati hanno definito l’emendamento un “messaggio fin troppo chiaro, proposte come queste da un lato affossano la scuola pubblica, dall'altro foraggiano quelle private sia direttamente che indirettamente, incentivando le famiglie a iscrivere lì i propri figli per avere il voucher”.
Mentre il leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni, parla apertamente di violazione della Costituzione, laddove “all’articolo 33 chiarisce che le scuole private non debbono avere oneri per lo Stato. Vogliono dare 65 milioni di euro alle private, proprio mentre tagliano risorse a oltre cinquemila docenti alla scuola pubblica, infischiandosene del precariato, delle classi pollaio e del tempo pieno che non c’è in metà Paese”.