Il bonus in denaro destinato a chi ha raggiunto il voto massimo alla Maturità, nel 2022, è ai minimi storici. Questo è il terzo anno in cui la quota non supera i 100 euro. Niente a che vedere con i premi del passato: nel 2011 i diplomati eccellenti hanno ricevuto ben 500 euro e nel 2007, anno della sua introduzione, addirittura il doppio
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Cinque anni di impegno e sacrifici per puntare all’eccellenza per poi ricevere in cambio una somma che assomiglia più a una “paghetta” che a un premio al merito, magari da investire negli studi futuri. Si devono essere sentiti quasi presi in giro gli studenti che nel 2022 hanno conseguito il diploma di maturità ottenendo il massimo dei voti quando hanno saputo quale fosse l’entità del loro bonus “100 e lode”. Sono, infatti, lontani i tempi in cui il riconoscimento in denaro per i maturandi più meritevoli aveva cifre a tre zeri.
Oggi, le alunne e gli alunni migliori in uscita dalle scuole superiori, riceveranno in dote appena 73 euro. A ufficializzarlo la pubblicazione del decreto, firmato a inizio ottobre dall'ormai ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che dedica un fondo di circa 2 milioni di euro alle premialità per gli studenti più bravi. Troppo pochi evidentemente, anche perché devono bastare per ricompensare anche quelli che primeggiano nelle competizioni nazionali e internazionali, come le Olimpiadi nelle varie discipline scolastiche.
Un bonus in picchiata, da 1000 a 73 euro in 15 anni
Un nuovo record al ribasso, dunque, per un premio che dal 2007, anno della sua introduzione, ha subito continui tagli e che, come ricorda il portale Skuola.net, nell’ultimo triennio è rimasto costantemente sotto la soglia dei 100 euro. Nel 2021, ad esempio, è stato di soli 90 euro; nel 2020 di 95 euro. Solamente nelle prime edizioni i “100 e lode” poterono mettere le mani su un tesoretto di mille euro, quasi venti volte la somma attuale. Già nel 2011, però, il “gettone” si dimezzò a 500 euro, passando per ulteriori assottigliamenti nel 2009 e 2010. E poi ancora più giù: nel 2014 e nel 2015, il bonus si è attestato a 450 euro; nel 2016 fu di 370 euro, nel 2017 di 340 euro, diventati 300 nel 2018 e 255 nel 2019. Fino al crollo del 2020.
Sempre più 100 e lode, sempre più piccolo il premio pro capite
Qualcuno potrebbe pensare che un taglio così notte sia dipeso dal fatto che, proprio nel periodo 2020-2022, a causa della pandemia, gli studenti hanno affrontato un esame di Stato più leggero dei loro predecessori: nel 2020, nel post lockdown, ci fu solo il colloquio orale; nel 2021; idem nel 2021; mentre a giugno 2021 sono tornate le prove scritte (ma solo quella d’Italiano è stata “nazionale”, la seconda era preparata dai singoli istituti). Ma le cose non stanno così. La “colpa” è soprattutto dell’approccio più benevolo che le commissioni hanno avuto sempre più nel tempo. A fronte di uno stanziamento di soldi pressoché invariato.
Nel 2007, infatti, a prendere “100 e lode” furono appena 3.500 maturandi. Nel 2009 erano già più che raddoppiati, toccando quota 7.513. Fino ad arrivare al clamoroso dato del 2021: ben 16.510 “lodevoli”, andando addirittura oltre i risultati delle Maturità d’emergenza (nel 2020 arrivarono alla lode 12.129 studenti, nel 2021 furono 15.353). Con questi numeri, per far tornare il bonus verso le somme iniziali, servirebbe un fortissimo aumento del fondo statale; impensabile con la situazione economica attuale. Anche i maturandi del 2023, dunque, è bene che inizino a mettersi l’anima in pace. A meno che i commissari d’esame non decidano di inasprire il metro di giudizio. Ma, a quel punto, le proteste si farebbero ancora più vibranti.