Firmato ieri il decreto interministeriale che permetterà, dal prossimo anno scolastico, l’apprendistato in azienda per gli studenti di IV e V superiore, nell’ottica di avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro e dare una risposta ai dati sull’alto tasso di disoccupazione giovanile in Italia. Ma tra gli studenti è polemica
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Lo stage curriculare in azienda si ritaglia un posticino anche nei programmi scolastici delle classi quarte e quinte delle superiori. Il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, infatti, ha firmato ieri un decreto interministeriale che rappresenterà un'importante svolta per l'intero mondo scolastico, insieme al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e a quello dell'Economia Pier Carlo Padoan.
Dal prossimo anno scolastico 2014/2015, quindi, parte la sperimentazione che consentirà ai ragazzi degli ultimi due anni di dedicare fino al 35% del loro orario scolastico all'apprendistato in un'azienda che, ovviamente, avrà dimostrato di possedere i giusti requisiti per garantire ai propri stagisti (anche minorenni) un'effettiva formazione e preparazione a quello che è il mondo del lavoro. Un argomento delicato, di sicuro interesse tra gli studenti.
In un sondaggio di Skuola.net, infatti, uno studente su 4 ha confessato che una giusta riforma scolastica dovrebbe prevedere, nell'ambito di una corretta alternanza tra scuola e lavoro, stage curriculari in tutti gli indirizzi.
AL VIA LA SPERIMENTAZIONE – A spiegare l'effettivo funzionamento della sperimentazione è il sottosegretario del Ministero dell'Istruzione Gabriele Toccafondi. “Dal prossimo anno scolastico parte la sperimentazione dell'apprendistato per gli studenti degli istituti tecnici e professionali – dichiara il sottosegretario - un risultato che accolgo con grande soddisfazione: in questi mesi ho seguito passo passo l'elaborazione del decreto, convinto che rappresenti l'inizio di una rivoluzione che integra finalmente scuola e lavoro. La sperimentazione offrirà agli studenti delle classi quarte e quinte concrete opportunità di acquisire le competenze richieste dalle imprese mentre studiano per conseguire il titolo di studio e per ogni giovane che sceglierà questa nuova via ci sarà un piano formativo personalizzato e un percorso di studi fondato sull'alternanza di periodi di formazione in aula con l'apprendimento in azienda".
CONTERA' PER LA MATURITA' – L'apprendistato in azienda sarà sì un'esperienza formativa e di vita importante per gli studenti degli istituti tecnici e professionali d'Italia, ma avrà allo stesso tempo anche un peso ai fini della valutazione e, quindi, dell'esame di maturità. Le ore dedicate allo stage saranno valutate e varranno come crediti ai fini dell'ammissione all'esame. In più, anche la terza prova d'esame sarà rivoluzionata: le commissioni, infatti, dovranno tener conto del percorso seguito dai singoli studenti. I quali, tra l'altro, chiedevano con insistenza un simile provvedimento.
CONTRO LA DISOCCUPAZIONE - “L'apprendistato a scuola consentirà ai nostri giovani di affrontare con le giuste competenze e a testa alta un mercato del lavoro sempre più competitivo e alla ricerca di profili specializzati”, sottolinea con soddisfazione il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini. “Questo provvedimento” –aggiunge poi il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti- “è un'altra testimonianza dell'impegno del governo per favorire nuove opportunità di ingresso nel mercato del lavoro dei giovani, assicurando loro un'adeguata qualificazione professionale ed una valorizzazione delle competenze. Così come per il piano nazionale Garanzia Giovani, che ad un mese dall'avvio registra già una larga adesione da parte dei destinatari, per il pieno successo di questo nuovo strumento sarà determinante il ruolo delle imprese. Per questo le invitiamo a fare la loro parte, a dare un contributo attivo per aiutare i giovani e costruire il futuro del paese".
LE REAZIONI - "Questo progetto è giustificato come una risposta ai drammatici dati sulla disoccupazione giovanile forniti di recente dall'ISTAT" - dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell'Unione degli Studenti - "Ancora una volta si attribuisce all'istruzione la responsabilità della mancanza di occupazione, causata invece dai provvedimenti scellerati degli scorsi Governi. Questo provvedimento ci farà sperimentare la precarietà lavorativa già prima del diploma. E' inaccettabile: il 35% delle ore scolastiche in azienda per noi rappresenta un punto di non ritorno: si consegnano le nostre scuole agli interessi dei privati, tanto che non saranno più le scuole a immaginare i progetti di alternanza ma le aziende stesse con protocolli d'intesa con il MIUR. Rigettiamo tale provvedimento e siamo pronti a impedire, scuola per scuola, l'approvazione delle convenzioni scuola-azienda nei Consigli d'Istituto".