MEDICINA? IL PIANO B

Test d'ingresso, e chi non l'ha passato? Niente panico, ecco il piano B

Il Ministero ha reso pubblici i risultati di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Ma chi non è rientrato nel novero dei posti disponibili, ora cosa può fare? Da Skuola.net arrivano almeno tre opzioni

23 Apr 2014 - 18:30

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Nelle giornate di martedì 22 e mercoledì 23 Aprile il Ministero dell'Istruzione ha reso disponibili online i risultati dei test d'ingresso per le facoltà di Medicina e Odontoiatria e Veterinaria, tenutisi rispettivamente l'8 e il 9 Aprile scorsi. Più di 10mila ragazzi, quindi, stanno finalmente per realizzare il loro sogno, anche se per scoprire la sede in cui porteranno a termine gli studi dovranno aspettare la graduatoria nazionale, il 12 maggio. Che dire, invece, delle migliaia di aspiranti medici e veterinari che non hanno ottenuto i risultati sperati? Come scriviamo su Skuola.net, sono almeno tre le opzioni a cui possono aggrapparsi per un eventuale piano B: scegliere una facoltà con programmi similari, trasferirsi all'estero oppure partecipare al maxi ricorso organizzato e sostenuto dall'Unione degli Universitari.

IL MISTERIOSO ARTICOLO 6 – Una delle opzioni più gettonate tra chi non riesce a passare la prova d'ammissione a Medicina è quella di scegliere dei corsi di laurea che permettano loro di sostenere esami in comune. Ad esempio, il corso di Biologia o quello di Farmacia potrebbero essere una valida alternativa per vedersi convalidati numerosi esami poi, al momento del trasferimento. Utile sfruttare anche l'articolo 6, che non molti studenti conoscono. L' art. 6 del R.D. n. 1269/38 stabilisce che gli studenti iscritti a corsi di laurea e laurea magistrale possono sostenere fino a 2 esami appartenenti ad altri Corsi di laurea di pari livello dello stesso Ateneo, in aggiunta agli esami già previsti dal piano di studi del corso a cui si è iscritti. Ovviamente, però, il prossimo anno si dovrà tentare nuovamente il test, prima di richiedere il passaggio.

MEDICINA ALL'ESTERO – Cambiare totalmente aria ed evitare pure il test d'ammissione, si può. Le mete più gettonate dagli studenti italiani sono la Spagna e la Romania, anche se un grosso limite è determinato dai costi delle rette universitarie, decisamente più alti rispetto alle pubbliche italiane. Ma attenzione! Non tutte le università straniere rilasciano titoli poi effettivamente riconosciuti in Italia, quindi potreste correre il rischio di ritrovarvi, una volta tornati a casa, senza una professione. E' invece notizia di poche settimane fa il via libera del TAR del Lazio al trasferimento dall'Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana all'Università di Roma Tor Vergata, una volta concluso il primo anno di studi. Questa, quindi, potrebbe essere un'ulteriore possibilità, ma ricordatevi: il trasferimento è possibile, ma solo qualora nella facoltà in cui si desidera iscriversi ci siano effettivamente posti disponibili per quell'anno.

IL MAXI RICORSO – Ultima opzione considerabile è quella che vi mette a disposizione l'UDU, Unione degli Universitari. Dopo le contestazioni al numero chiuso dei giorni scorsi, che hanno trovato il loro apice proprio oggi in numerose mobilitazioni organizzate in tutta Italia, l'UDU consiglia il cosiddetto Maxi Ricorso, al quale si può aderire inviando tutta la modulistica necessaria scaricabile sul sito ufficiale. “Abbiamo suddiviso il ricorso collettivo in due filoni”, spiega Gianluca Scuccimarra, Coordinatore Nazionale UDU, “uno esclusivamente dedicato ai candidati che hanno sostenuto il test a Bari, per i quali le difficoltà sono state maggiori, e uno per tutti gli altri poiché, comunque, la sparizione del plico barese può aver inficiato il test in tutta Italia”. Ma, in termini di risultati ottenuti e tempo speso, ne vale veramente la pena? “Noi consigliamo a tutti di procedere col ricorso” continua Scuccimarra, “visti anche gli ottimi risultati ottenuti lo scorso anno con il Bonus Maturità. Nel giro di un paio di mesi, infatti, in quell'occasione abbiamo ottenuto la sospensiva, anche se i tempi della giustizia amministrativa si sa, non sono rapidissimi".

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