Un buon piazzamento in graduatoria non è detto che apra le porte immediatamente all’iscrizione. Ecco come ci si dovrà muovere a seconda del responso
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La lunga attesa è giunta al termine. Dopo aver saputo il proprio punteggio, aver formalizzato la richiesta di inserimento in lista e aver scelto le sedi preferite ai fini dell’iscrizione, per gli aspiranti medici è finalmente arrivata la resa dei conti.
Martedì 10 settembre è il giorno stabilito per la pubblicazione della prima graduatoria ufficiale dei test d’ingresso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia o di Odontoiatria per l’anno accademico 2024/25, negli atenei statali di tutta Italia. Quella che mette in fila per nome tutti i candidati.
E che riporta il miglior punteggio conseguito nelle prove selettive svolte a fine maggio e luglio, al fine di strappare uno dei posti disponibili. Una prova d’ingresso che ha decretato il definitivo addio alla modalità “TOLC” vista nel 2023 e che, forse, sarà l’ultima, prima del passaggio a nuove forme di selezione in itinere annunciate dal ministro Bernini.
Attorno al punteggio minimo ruota gran parte del destino
Quello con la graduatoria di settembre è un appuntamento particolarmente atteso, quasi cruciale. Perché, sebbene per essere ammessi alla selezione si doveva ottenere un punteggio minimo di 20 - sui 90 massimi conseguibili - tutti sapevano benissimo che quel risultato non sarebbe bastato. Secondo le stime, il “vero” punteggio minimo dovrebbe oscillare tra i 75 e i 78 punti.
Infatti, il nuovo meccanismo che ha debuttato quest’anno prevedeva che le domande del test fossero pescate da una banca dati di 3.500 quesiti pubblicati almeno venti giorni prima della prova. Inoltre sul sito del MUR era disponibile un simulatore per mettersi alla prova: il che voleva dire che i più volenterosi erano in grado di raggiungere punteggi relativamente elevati.
Quindi i posti messi a concorso si giocheranno sul filo dei centesimi di punto: quasi 21mila per Medicina e circa 1.500 per Odontoiatria, tra quelli a disposizione dei cittadini dell’Unione Europea e quelli riservati ai “non comunitari”. Un numero superiore al 2023, quando rimasero sotto quota 20 mila. Ma a sostenere i quiz si sono presentati in oltre 50mila, specialmente alla prova del 28 maggio, la prima delle due previste.
E, anche adesso che tutto è stato scritto nero su bianco, il lavoro dei futuri “camici bianchi” non è ancora finito: la graduatoria nazionale inizierà i suoi scorrimenti e incrocerà i punteggi dei candidati con le sedi di destinazione preferite. Perché non è detto che chi oggi non si può immatricolare tra qualche settimana non riesca a rientrare. A patto di controllare costantemente la propria email e di fare le scelte giuste, pena la perdita del diritto a iscriversi. Il portale specializzato Skuola.net ha perciò cercato di fare un po’ di chiarezza su quello che accadrà d’ora in avanti.
Lo status indicato in graduatoria detta la tabella di marcia
Molto ruota attorno alla “parolina” che accompagnerà il punteggio e la posizione in graduatoria, consultabile tramite la piattaforma Universitaly. Visto che, poiché i candidati hanno potuto indicare in quali sedi vorrebbero iscriversi - mettendole in ordine di preferenza - un buon piazzamento non è sinonimo di iscrizione certa, specie se si vuole accedere ad un ateneo particolarmente ambito. Quattro i diversi status che gli studenti potranno trovarsi davanti:
- Assegnato: vuol dire che si rientra nei posti disponibili per la sede selezionata come prima preferenza utile. Chi leggerà questa dicitura dovrà confermare l'iscrizione presso quell’ateneo entro 4 giorni, altrimenti la candidatura decade.
- Prenotato: significa che non si rientra nei posti disponibili per la prima preferenza utile, ma si risulta comunque assegnatari di una posizione in una delle scelte successive. In questo caso si hanno due alternative: ci si può immatricolare nella sede e nel corso a cui si risulta prenotati, sempre entro 4 giorni, oppure si possono aspettare gli scorrimenti successivi per verificare se si liberano posti nelle sedi maggiormente preferite. In questo secondo caso, si dovrà dare conferma dell’interesse a restare in graduatoria; lo stesso andrà fatto per ogni scorrimento, finché non si risulterà assegnati nella sede più gradita.
- In attesa: si tratta di quei candidati che si trovano in posizione utile per avere una “matricola”, ma per i quali non ci sono ancora posti disponibili nelle sedi indicate nelle preferenze. Per farcela, anche loro, dovranno attendere gli scorrimenti, manifestando il proprio interesse a essere considerati.
- Fine posti/posti esauriti: in questo caso il punteggio ottenuto è troppo basso per rientrare tra assegnati, prenotati o in attesa. Si può comunque, sempre manifestando l'interesse, restare in graduatoria e aspettare i successivi scorrimenti sperando che si liberi un posto utile. Ricordando che si potrebbe andare avanti per mesi.
A proposito di scorrimenti, questi dovrebbero iniziare presto: indicativamente da mercoledì 18 settembre, proseguendo periodicamente finché si apriranno nuove opportunità, derivanti dalle scelte fatte dagli altri candidati.
Una parte dei posti è riservata ai “quartini” del 2023
Infine, va ricordato che in fase di assegnazione posti, a quanti hanno sostenuto le prove del 2024, andranno aggiunti i cosiddetti “quartini”: gli alunni di quarto superiore che lo scorso anno, così come previsto dalla precedente normativa sui test d’ingresso a Medicina 2023, avevano potuto svolgere i quiz con il vecchio sistema TOLC-MED, facendo valere il loro punteggio ai fini dell’inserimento in graduatoria una volta ottenuto il diploma di maturità, presumibilmente conseguito quest’estate.
Il rapido pensionamento di quella modalità aveva di fatto privato questi studenti della possibilità di sfruttare l’occasione. Ma, viste le forti pressioni e le proteste dei “quartini”, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha deciso in extremis di riservargli quasi 2.500 posti, da distribuire tra quanti ribadiranno di volersi iscrivere a Medicina o Odontoiatria.