Per gli studenti il questionario di quest’anno è stato particolarmente tosto. Chimica e logica: la parte più ostica
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Un ritorno al passato. Sembrano lontani i tempi in cui il test d’ingresso alle facoltà di Medicina e Chirurgia si trasformava quasi in una formalità. Era almeno un biennio che gli aspiranti medici si trovavano di fronte un questionario decisamente abbordabile: così era stato nel 2017, ancora più facile quello del 2016. Stavolta, invece, chi ha scelto le domande dei quiz ha voluto usare la mano pesante. Con l’obiettivo, forse, di abbassare i punteggi minimi d’accesso e sfoltire un po’ la rosa dei concorrenti. Almeno è questa la sensazione che emerge dal giudizio a caldo sui test, dato dai 500 partecipanti intervistati da Skuola.net al termine delle prove: oltre la metà degli studenti – 56% - lo ha infatti giudicato più difficile del previsto, un altro 20% lo ha trovato ‘normale’; solo 1 su 4 (24%) ha detto tutto sommato che era facile.
Chimica e Logica le insidie maggiori
Ma quali sono le materie che hanno messo maggiormente in difficoltà i ragazzi? A spiccare sono le domande di Chimica (30%), affiancate però dai quesiti di Logica (27%), sempre molto indigesti al popolo dei test d’ingresso. Ma se nel primo caso si tratta di argomenti vicini alle scienze mediche, nel secondo è la scarsa abitudine a confrontarsi con esercizi del genere a fare la differenza.
La cultura generale non ha messo in crisi
Un passo più indietro troviamo le altre materie tecniche presenti nel questionario: Biologia (20%) e Matematica e Fisica (18%). La cultura generale? Stavolta le due domande ‘libere’ non ha fatto danni. Per la cronaca, una chiedeva quale fosse la Costituzione vigente più antica tra quelle elencate, l’altra voleva sapere il significato del termine ‘frattale’.
Commissari attenti, ma non sempre
E se qualcuno, quando ha visto il questionario, ha sperato nella tolleranza dei commissari si è dovuto presto ricredere. Per più di 1 candidato su 2 – 55% - i ‘giudici’ in aula sono stati inflessibili, pronti a stoppare sul nascere anche il minimo brusio tra vicini di posto. Nel 35% dei casi, invece, la commissione si è rivelata attenta ma non troppo, lasciando uno spazio minimo di confronto tra colleghi. Solamente 1 su 10 l’ha trovata distratta, avendo campo libero.
I copioni aumentano a dismisura
Anche se, alla fine, la schiera dei ‘furbetti’ è molto più ampia di quello che i numeri appena citati lascerebbero intendere: addirittura il 30% dice di aver copiato il compito e un altro 14% di aver attinto suggerimenti qua e là. Il 56%, invece, si è attenuto strettamente alle regole.
L'unione fa la forza
Gli strumenti più utilizzati per copiare? Quelli ‘umani’. Viste le difficoltà della prova, gli studenti hanno collaborato. Così, il 44% ha risposto a ciò che non sapeva grazie all’aiuto del vicino di banco. Gli altri, si sono divisi tra chi ha usato foglietti portati da casa e chi, addirittura, è riuscito a usare lo smartphone.