I Ministeri dell’Interno, dei Trasporti e dell’Istruzione sono al lavoro per portare l’educazione stradale tra i banchi di scuola, attraverso lezioni ad hoc ma anche con questionari e verifiche da sottoporre agli studenti
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Giornate a tema, lezioni specifiche con verifica costante degli apprendimenti, corsi tenuti da esperti, confronto tra studenti più grandi e più piccoli per far passare meglio le informazioni. Inizia a prendere forma la strategia del Governo per migliorare l’educazione stradale dei giovani e per tentare, così, di arginare quella che ormai è diventata una piaga sociale, ovvero la morte di decine di ragazze e ragazzi ogni anno proprio a causa di incidenti stradali.
Basti pensare che, secondo le ultime rilevazioni Istat a disposizione sul tema (datate 2021), la “strada” è nettamente la principale fonte di decesso per la popolazione tra i 15 e i 29 anni: oltre un terzo delle morti in questa fascia d’età (35%) è legata proprio, assieme a una quota di tragica fatalità, anche e soprattutto a comportamenti errati alla guida (alta velocità, stato di ebbrezza, distrazione, ecc.). In termini assoluti, sempre nello stesso anno, stiamo parlando di 566 decessi; a cui vanno aggiunti oltre 60mila feriti.
Tre ministeri al lavoro per studiare una soluzione
Quanto basta per metterci un freno. Nasce così il tavolo interministeriale - che vede la presenza del Ministero dell’Istruzione e del Merito, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dell’Interno - che avrà il compito di studiare le contromisure. La fase operativa sta entrando nel vivo proprio in questi giorni. Con i vari dicasteri che stanno avanzando le proprie proposte. E, come segnala il sito Skuola.net, un ruolo chiave verrà affidato ai nostri istituti. Quattro, in particolare, i pilastri su cui si baserà l’Educazione stradale scolastica del prossimo futuro, almeno nei piani del Ministero dell’Istruzione.
In arrivo una giornata di scuola dedicata all'educazone stradale
In primis, verrà individuato un numero minimo di ore di lezione di educazione civica da riservare specificatamente all’educazione stradale, in modo da attirare maggiormente l’attenzione su questo tema, prevedendo un’apposita formazione dei docenti. Inoltre, si sta valutando anche l’opportunità di organizzare attività dedicate alla “guida sicura”. E almeno una giornata l’anno verrà dedicata, in tutti gli istituti contemporaneamente, alla sicurezza stradale.
I corsi aiuteranno a prendere la patente
Parallelamente, verranno potenziati i corsi di educazione stradale tenuti da esperti, da attivare presso le Scuole secondarie di II grado (le superiori). Con una grande novità, inedita sinora: la frequenza a questi corsi dovrebbe prevedere l’acquisizione di crediti ai fini del conseguimento della patente.
Compiti e verifiche a tema sicurezza
In più, periodicamente, nelle nostre classi - per il momento ci si concentrerà sull’ultimo triennio delle superiori - ci sarà una verifica delle conoscenze acquisite nella “materia”, tramite un apposito questionario, con un’attenzione specifica alle norme di riferimento (su tutte quella sull’omicidio stradale).
La condivisione delle esperienze sarà un tassello fondamentale
Molto, nei piani del Ministero dell’Istruzione, potrà fare infine anche la cosiddetta peer education, ossia la trasmissione di esperienze e conoscenze tra pari (in questo caso gli studenti). Prevista, in tal senso, la realizzazione di “laboratori” di incontro e confronto tra i ragazzi, anche tramite social o video, e tra studenti di un ciclo inferiore con quelli del ciclo superiore, nonché tra docenti del ciclo superiore e studenti del ciclo inferiore, per sperimentare attività relative alla sicurezza stradale.
Verso una riforma generale del Codice della Strada
Senza dimenticare gli spunti, più generali, provenienti dagli altri dicasteri coinvolti, comuni per giovani e adulti. Tra questi, in una prospettiva di lungo periodo, c’è l’introduzione dell’alcol lock: una specie di “palloncino elettronico”, montato sulle automobili, che rileva il “livello alcolico” del guidatore e blocca l’accensione del motore per chi si mette al volante in stato di ebbrezza (e che potrebbe diventare anche misura di pena aggiuntiva a chi è già stato fermato ubriaco al volante). Più nell’immediato, ci saranno nuove norme sull’uso sicuro del monopattino, tra cui l’obbligo di targa e di indossare il casco). Il tutto in vista di una riforma strutturale del Codice della Strada, da realizzare entro giugno 2024.
“La prima causa di morte fra i giovani è legata proprio agli incidenti stradali. Quindi ben venga fare in modo che tutti gli studenti, fin da piccoli, siano sensibilizzati ed educati. Tuttavia, bisogna anche ricordare che, dati alla mano, la maggior parte dei giovani che perdono la vita sulle strade sono conducenti di mezzi di trasporto di sesso maschile. Pertanto queste iniziative vanno accompagnate con azioni specifiche per chi si mette alla guida di un mezzo, come ad esempio avviene in Austria e altri paesi del nord Europa. Dove, per conseguire la patente, è obbligatorio svolgere corsi di guida sicura e ciò ha permesso di ridurre la mortalità del 30-40% in pochi anni”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.