Circa un terzo degli studenti sarà costretto a vivere l’ultimo giorno di lezione lontano dai compagni. Tra chi invece sarà a scuola, ben 4 su 10 rinunceranno ai tradizionali festeggiamenti
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Dopo un anno di pausa forzata i ragazzi tornano a vivere un ultimo giorno di scuola tradizionale: assieme, in classe, con i suoi riti simbolici. O, perlomeno, così dovrebbe essere. Perché, nonostante da oltre un mese in teoria tutti gli studenti sono tornati alla quotidianità di sempre, tra i più grandi circa 1 su 3 sarà costretto per il secondo anno consecutivo a concludere le lezioni distante dai propri compagni. Anche a causa di decisioni autonome prese da parte delle scuole, al fine di evitare assembramenti o comportamenti non consoni, come segnalano alcuni casi di cronaca locale. A raccontare come stanno vivendo questo momento, i quasi mille alunni delle superiori raggiunti da Skuola.net alla vigilia dell’ultima campanella.
Un'ultima campanella senza grandi festeggiamenti
La piena ripartenza, dunque, è rimandata a settembre. Lo si capisce anche dalle risposte date da quel 64% che, invece, riuscirà (o e già riuscito, nelle regioni in cui la scuola è già finita) a trascorrere le ultime ore di lezione assieme ai compagni. Per molti di loro, infatti, sarà quasi un giorno come gli altri: per oltre 4 su 10 niente festeggiamenti. E gli altri (quel 57% che organizzerà qualcosa) nella maggior parte dei casi hanno scelto una soluzione 'tranquilla': quasi sempre a sancire lo sciogliete le righe sarà un pranzo, una cena o un aperitivo; a cui, peraltro, non sempre aderirà tutta la classe. Appena 1 su 8 metterà in scena la classica battaglia di gavettoni. Segno che lo spirito non è ancora quello dei tempi migliori.
Lo stop alle gite la cosa più difficile da digerire
Ma a essere nuovamente stravolta dalla pandemia non sarà solo l'ultima campanella. Ci sono altri momenti che sono stati cancellati anche quest'anno. Come la foto di gruppo: meno della metà degli alunni (44%) dice che avrà un ricordo 'ufficiale' con tutta la classe schierata. O come la gita di fine anno: una rinuncia che circa 8 su 10 confessano di non aver ancora digerito. Solo una sparuta minoranza, tra l'altro, ha potuto sostituirla con delle attività a chilometro zero: meno di 2 su 10 hanno fatto delle visite nella propria città, nei dintorni di scuola oppure hanno fatto una gita 'virtuale'.
Per i maturandi un anno da dimenticare
Tra i più penalizzati ci sono sicuramente i ragazzi di quinto superiore. Per loro questo sarà l'addio definitivo alla scuola. Al culmine di un anno in cui hanno visto saltare tutte le tappe chiave di avvicinamento agli esami. La cosa che ha fatto più male? Senza dubbio lo stop alla gita: la mette in cima ai rimpianti il 45% dei maturandi. A seguire troviamo l'assenza dei mesi finali di lezione e ripasso vissuti assieme ai compagni (22%), l'addio alla preparazione collettiva dell'esame (11%), i cento giorni (10%), la festa di maturità (9%). Un ultimo anno di scuola che dunque, per circa 2 su 3, è stato letteralmente rovinato.