Il mondo chiuso in casa per il coronavirus: la scuola diventa telematica
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Il viceministro dell'Istruzione rilancia la proposta per consentire agli studenti di salutarsi prima dell'inizio delle vacanze estive
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Quasi otto milioni di studenti che da mesi ormai si vedono solo attraverso lo schermo di un computer o di un telefono. Il coronavirus ha stravolto anche la didattica, consentita solo a distanza, ma anche i rapporti sociali. Studenti e insegnanti dall'oggi al domani hanno dovuto rinunciare al contatto diretto, e al confronto. Negli scorsi giorni è partita dal viceministro Ascani la proposta per consentire agli alunni di rientrare nelle loro scuole almeno per un giorno, l'ultimo del calendario scolastico. Un saluto, un'occasione per ritrovarsi prima della pausa estiva, confidando in un rientro a settembre, con le dovute precauzioni.
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Il Comitato tecnico scientifico ha però ufficialmente bocciato l'ipotesi di di riaprire le scuole per l'ultimo giorno dell'anno scolastico. La stessa Ascani allora prova a rilanciare: "Se il Comitato tecnico scientifico non ritiene sia abbastanza sicuro fare incontrare gli studenti delle classi terminali in piccoli gruppi nelle scuole, lavoreremo con gli enti locali e i territori per consentire di farlo all'aperto o in altri luoghi che possano essere adatti". E aggiunge: "Tutto questo andrà fatto in sicurezza, su base volontaria per studenti e famiglie e tutelando la responsabilità di ciascuno. Individueremo spazi e modalità idonee".
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