Sono 17,4 i milioni di euro aggiuntivi che saranno impiegati per erogare una borsa di studio agli aventi diritto che, per mancanza di fondi, nel 2022/23 sono rimasti senza. Non solo: il contributo, da ora in avanti, sarà più generoso. Se si arriverà al 100% di copertura sarà un risultato da record: nel 2012 solo il 75% circa ha ottenuto il denaro che gli spettava
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Meglio tardi che mai. Proprio nelle stesse ore in cui centinaia di studenti universitari, soprattutto fuori sede, protestavano davanti agli atenei di tutta Italia contro il caro-affitti, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha annunciato di aver “recuperato” all’interno del bilancio dello Stato e da fondi PNRR non utilizzati circa 17,4 milioni di euro per andare incontro alle esigenze degli universitari più in difficoltà dal punto di vista economico. Quei soldi, infatti, serviranno per “pagare” quasi 5mila borse di studio assegnate nello scorso anno accademico ma non distribuite proprio per mancanza di risorse.
Esattamente 4.947 studenti risultati idonei nel 2022-2023 potranno così ricevere il contributo spettante. Anche se con un anno di ritardo, sarebbe un traguardo storico: azzerare il numero di “idonei non beneficiari”. E che si spera di confermare anche nel prossimo anno accademico: obiettivo impegnativo visto che il MUR ha aumentato il valore minimo degli importi. Su questo fronte, però, è già stato fatto molto negli ultimi dieci anni, a differenza di quanto avvenuto per i posti letto negli studentati pubblici.
Il problema degli "idonei non beneficiari" è stato risolto?
Lo conferma anche l’ultimo rapporto sul “Sistema della formazione superiore e della ricerca” realizzato da ANVUR (l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario). Come evidenzia il portale Skuola.net, che ha estrapolato i dati salienti dell'indagine, anche nel 2021 (ultimo anno preso a riferimento), su circa 229 mila studenti che erano risultati idonei, a ricevere il contributo regionale furono poco più di 224 mila. Un gigantesco passo in avanti rispetto a un passato non così lontano. Nel 2012, quindi solo un decennio fa, la stessa statistica vedeva 159,5mila idonei e solo 120 mila beneficiari. Di fatto, veniva lasciato fuori ben 1 studente su 4 (la copertura era del 75,2%).
Anche a livello territoriale, il quadro è decisamente migliorato. Almeno così dice il report ANVUR. Nel 2012, oltre a esserci tanti “idonei non beneficiari”, la situazione era molto diversificata a seconda dell’area geografica: solo in 8 regioni (Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche) tutti gli aventi diritto ebbero la borsa di studio; al contrario, un grado di copertura inferiore al 50% si registrò invece in Calabria (45%) e soprattutto in Campania, dove solo 1 studente idoneo su 4 ottenne il sostegno finanziario. Nel 2021, invece, soltanto 5 regioni non hanno raggiunto, ma solo sfiorato, il 100%: si tratta di Molise (83%), Abruzzo (88%), Sicilia (89%), Veneto (94%) e Calabria (95%); in tutte le altre, però, l’assegnazione è stata totale. E proprio la Campania, portata precedentemente come esempio negativo, è la regione che ha fatto registrare il balzo in avanti più ampio, passando da un 27% di assegnazioni rispetto alle idoneità a una copertura totale della platea avente diritto al contributo.
Da quest'anno le borse di studio sono più "generose"
Ma le buone notizie per gli universitari non finiscono con il recupero delle borse di studio “arretrate”. Anche per chi risulterà idoneo nell’anno accademico 2023/2024 il Ministero dell’Università ha annunciato una misura che vuole contribuire ad alleggerire un po’ il peso delle spese da sostenere per proseguire gli studi. Alla luce del rialzo generalizzato dei prezzi, il MUR ha infatti deciso di rivedere al rialzo l’importo annuale della borsa: per gli studenti fuori sede sarà di 6.656,52 euro (+ 498,78 euro), per gli studenti pendolari arriverà 3.889,99 euro (+ 291,48), mentre per gli studenti in sede l’ammontare sarà pari a 2.682,77 euro (+ 201,02).
In più, sono stati fissati pure dei nuovi limiti massimi per i parametri in base ai quali poter fare richiesta del contributo: il tetto dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) sale a 26.306,25 euro, in aumento di 1.971,14 euro; quello dell’Indicatore della Situazione patrimoniale Equivalente (ISPE) diventa di 57.187,53 per il secondo, corrispondente a un incremento di 4.285,10 euro. In questo modo, si dovrebbe allargare la platea dei beneficiari. A questo punto, resta solo da vedere quanti effettivamente riusciranno a mettere le mani sulla borsa, meglio se in corso d’anno.