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Università, in Italia pochi laureati e anche fuori corso: fine studi a 27 anni

Solo il 29,2% degli italiani è in possesso di un titolo d'istruzione terziaria, contro il 42% della media Ue. E spesso il percorso termina vicino alla soglia psicologica dei 30 anni

19 Mar 2024 - 12:59

    © ansa

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Pochi laureati e fuori corso. Il confronto tra l'Italia e gli altri Paesi dell’Unione europea mostra un sistema universitario che fatica a tenere il passo: solo il 29,2% dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni possiede un diploma di istruzione terziaria, contro una media Ue del 42%. Come se non bastasse, la corona d'alloro difficilmente si consegue nei tempi stabiliti: una laurea di secondo livello o a ciclo unico in media si raggiunge a 27 anni quando la durata legale di questi percorsi dovrebbe essere di 5 o al massimo 6 nel caso di Medicina.

© Tgcom24

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Un ritardo che parte, ove previsto, dalla laurea di primo livello: qui il traguardo si taglia mediamente 24,2 anni, contro i 22 della tabella di marcia ideale. Che peraltro obbliga quasi tutti a proseguire con il titolo magistrale per avere maggiori chance di occupazione, a meno che non sia optato per un percorso professionalizzante come ad esempio quello delle professioni sanitarie.

A fare il punto della situazione è il portale Skuola.net, analizzando gli ultimi dati di scenario offerti da Eurostat e AlmaLaurea relativi all’anno 2022. Entrambi gli osservatori sottolineano un miglioramento della situazione rispetto al passato, forse troppo lento. Basti pensare che nel 2012 l’età media con cui si conseguiva la laurea di secondo livello era di 28,2 anni.

Potrebbe sembrare un dettaglio ma anche l’età in cui ci si laurea, può fare la differenza in termini occupazionali. Secondo l’ultimo Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, a parità di condizioni, all’aumentare dell’età in cui si consegue il titolo diminuisce la probabilità di essere occupato (-4,2% per ogni anno in più). Ciò, secondo la lettura data, è legato al fatto che, chi si rivolge al mercato del lavoro in più giovane età, ha un profilo più “appetibile” agli occhi dei datori di lavoro. Aprendo prospettive più allettanti, anche dal punto di vista contrattuale.

Avere troppi studenti fuori corso incide anche sui fondi destinati agli atenei sulla base dei risultati conseguiti: non a caso da qualche anno, per disincentivare i percorsi troppo lenti, ai fuoricorso senza attenuanti lavorative viene applicata una tassazione maggiore. E, qualora non bastasse, è sempre più diffuso il ricorso alla “decadenza degli studi”: gli atenei chiudono le posizioni accademiche aperte da troppo tempo oppure invitano a immatricolarsi nuovamente, convalidando eventualmente gli esami già svolti.

Tuttavia ci sono corsi di laurea dove si riesce a fare meglio ma, purtroppo, anche peggio rispetto al dato medio. Nell’ambito del cosiddetto “3+2” - il percorso combinato di laurea di primo livello di durata triennale e successivo secondo livello di durata biennale - i più efficienti sembrano essere quelli dei settori Ingegneria industriale e dell’informazione ed Economico, laddove lo studente medio consegue la laurea “completa” a 26,3 anni, tagliando così di ulteriori nove mesi il tempo che separa dal titolo accademico, visto che per questo livello l’età media è di 27,2 anni.

Poco dietro, troviamo l’area Scientifica, dove la discussione della tesi avviene attorno ai 26,6. Restano al di sotto della soglia psicologica dei 27 anni, chiudendo il percorso universitario mediamente a 26,9 anni, anche le ragazze e i ragazzi che si laureano nei corsi di Informatica e Tecnologie ICT (Informazione e Comunicazione) e in quelli del settore Psicologia.

Di contro, però, ci sono situazioni in cui la permanenza in facoltà si allunga notevolmente, a volte di più di ventiquattro mesi oltre la media. È il caso, ad esempio, dell’area MedicoSanitaria e Farmaceutica, che trattiene i propri studenti fino all’età di circa 29,6 anni. Poco più breve è il percorso dei laureati Educazione e Formazione (28,9 anni), nell’ambito Letterario-Umanistico (28,4) e in quello Arte e Design (28,2).

Ma non tutte le lauree si sono convertite al sistema “3+2”. Alcune sono rimaste a ciclo unico e, tutto sommato, l’età media di conseguimento del titolo è equivalente perché si attesta a 27 anni tondi tondi. Qui a spiccare sono i percorsi dell’area Giuridica, dove si riesce a discutere la tesi mediamente a 26,7 anni. Giusto qualche mese dopo arrivano gli studenti del settore Medico-Sanitario e Farmaceutico che chiudono attorno ai 26,9 anni; nonostante al loro interno comprendano le lauree in Medicina e Chirurgia o Odontoiatria, la cui durata legale del corso è di sei anni. A faticare di più, invece, sono gli iscritti ai corsi in Educazione e Formazione, dove l’età media di approdo alla laurea è di 28 anni, un esatto in ritardo rispetto al dato generale.

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