DIRITTO ALLO STUDIO

Università, più borse per tutti: a prenderle il 97,5% degli idonei

Secondo gli ultimi dati Miur sul diritto allo studio universitario e terziario, nel 2017/2018 è stata toccata una cifra record: oltre 190mila borse assegnate. Più assegni nelle regioni del Sud, ma le borse più ricche sono al Centro. Crescono anche i fondi per alloggi e studentati.

18 Set 2019 - 17:12
 © ipa

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Il diritto allo studio? Passa, quando si parla di università e di formazione post-diploma, soprattutto attraverso una gestione virtuosa degli interventi che dovrebbero garantire – così come previsto dalla Costituzione - l’accesso all’istruzione anche a quei ragazzi che, pur essendo capaci e meritevoli, non possono permettersi le tante spese di cui è pieno il percorso che porta alla laurea o a un titolo di rango simile.

Ed è quello che, in misura sempre maggiore, stanno tentando di fare le Regioni (competenti in materia). In che modo? Con le borse di studio. Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Istruzione, l’anno accademico 2017/2018 ha fatto registrare un vero record: in totale sono state erogate 190.934 borse di studio, sufficienti a coprire il 97,5% degli idonei (che sono stati 195.797). Numeri che lasciano ben sperare anche per il prossimo anno accademico, ormai alle porte. A riportarli il sito Skuola.net

Dal 2011 borse di studio aumentate di oltre un terzo
Una crescita, quella dei sussidi in denaro, che nell’ultimo decennio ha visto un’accelerazione costante. Tranne una lieve flessione nel 2011/2012 (unico anno della serie col saldo negativo), dal 2010 ad oggi il numero delle borse è sempre cresciuto: dalle circa 139mila del 2010/2011 alle oltre 190 mila di oggi, il 36% in più. Ma quella dell'ultimo anno di riferimento è stata una vera impennata, con quasi 20mila borse in più erogate (nel 2016/2017 furono 171.105). Per una spesa complessiva pari a poco più di 564 milioni di euro (nel 2016/2017 furono messi a bilancio oltre 40 milioni in meno).

Quasi tutti gli studenti idonei ricevono il sussidio
Stessa dinamica per la copertura: ad esempio, dopo l’annus horribilis 2011/2012 (quando solo il 69,7% degli idonei poté usufruire della borsa), nel triennio 2012/2015 la quota tornò a salire, pur non superando mai l’80% dei presenti in graduatoria (dal 75,9% del 2012/2013 al 79,3%). Poi, complice la riforma dell’ISEE, le cose cambiarono nettamente: nel 2015/2016 ben il 93,7% degli studenti idonei ottenne la borsa. Da allora, però, i miglioramenti proseguirono con le stesse proporzioni di prima: 95,8% nel 2016/2017 e, come visto, 97,5% del 2017/2018. Alla fine, nel periodo 2010/2018 l’incremento degli idonei soddisfatti è cresciuto di oltre il 19%.

Le università assorbono il 95% del budget

Come prevedibile, il grosso dei fondi messi a disposizione dalle Regioni per il diritto allo studio sono assorbiti dagli atenei e dai loro iscritti. Limitandoci all’anno accademico 2017/2018, le università – tra corsi di laurea e post-laurea – hanno erogato più di 181mila borse (circa il 95% del totale); quasi 20mila in più rispetto a dodici mesi prima. Il resto è andato agli istituti per l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) – in pratica i Conservatori e le Accademie per le Belle Arti – che hanno messo a disposizione dei propri iscritti 6.794 sussidi (dai 6.032 del 2016/2017). Mentre gli altri istituti per la formazione terziaria hanno avuto in dote 3.783 borse (in lievissimo calo rispetto all’anno prima, quando furono 4.030).

Sulle borse di studio il Mezzogiorno batte il Nord
A livello geografico, invece, la parte del leone la fa il Mezzogiorno: le regioni del Sud, infatti, complessivamente nel 2017/2018 hanno assegnato 48.377 borse (46.483 per gli iscritti ai corsi di laurea universitari). A seguire il Nord-Est: 43.728 borse ma ‘solo’ 39.035 per i corsi di laurea): qui c’è il caso della Provincia di Bolzano, che prevede sostegni allo studio a residenti iscritti negli istituti della zona (ecco spiegato perché agli ‘altri istituti’ siano state assegnate 3.460 borse, cifra mostruosa rispetto alle altre aree, dove ci si ferma a poche centinaia). Terzo posto per le regioni del Centro Italia: 40.940 borse (più di 39mila agli universitari). Quarto posto per il Nord-Ovest: 36.126 borse (circa 34.500 agli atenei). Chiudono le Isole: 21.763 borse (solo 900 ad AFAM e altri istituti).

Ma gli assegni più ricchi sono al Centro
Anche se, poi, gli studenti che godono delle somme maggiori li troviamo al Centro: in media, 3.774 euro per beneficiario; il Sud è al terzo posto: 3.494 euro ciascuno, preceduto anche dal Nord-Ovest (3.515 euro pro capite). Al Nord-Est l’ammontare della borsa si aggira attorno ai 3.163 euro, nelle Isole crolla a 2.040 euro di media. Va comunque precisato che ogni Regione stabilisce autonomamente i criteri d’assegnazione delle borse. Inoltre, qui i numeri sono riferiti alla spesa effettiva sostenuta dalla Regioni nel corso del 2017 (per i beneficiari dell’anno accademico 2016/2017).

Numeri in crescita per gli alloggi universitari
Ma diritto allo studio non significa solo borse di studio. Certo, questa forma di sostegno rappresenta il 74% degli interventi messi in campo. Ci sono però alcuni strumenti che stanno crescendo. Come gli alloggi universitari. Nel 2017/2018 sono stati 36.006 i posti letto assegnati tra studentati e strutture degli altri istituti: sono la seconda fonte di aiuto dopo le borse, integrata da 4.546 contributi in denaro finalizzati al pagamento dell’alloggio. Nell’ultimo decennio, secondo le stime del Miur, la disponibilità di alloggi-posti letto è aumentata dell’11,2%. Consistenti, infine, anche i contributi per i trasporti pubblici: 11.577 interventi nell’anno accademico 2017/2018.

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