Tra tasse, alloggio, cibo, salute, materiale didattico e un po’ di svago la vita costa cara, anche per chi fa il pendolare o frequenta nella propria città. Specie al Nord
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Il “pezzo di carta” oltre che sudato può essere anche…salato. Il costo di mantenimento di uno studente universitario può essere più impegnativo di un mutuo. Basti pensare che, anche chi rimane “in sede” deve mettere in preventivo un esborso complessivo fino a 9 mila euro per ogni anno di corso. Cifra che, per un pendolare, sale a 10mila euro. E che per un fuori sede schizza a una media di 17mila euro, con punte di 19mila al Nord. A Milano, Bologna e Roma un letto in singola costa più di 500 euro al mese e, sull’intero territorio nazionale, quest’anno il prezzo medio di una stanza in affitto è aumentato del 7%.
A fare il “conto” di quanto può costare un titolo post scolastico tutto compreso (tasse, alloggio, pasti, trasporti, materiale didattico ed extra vari) è un recente rapporto elaborato da UDU - Unione degli Universitari - e Federconsumatori, che ci dice che in due anni l’ammontare medio pare abbia avuto, nei casi peggiori, un incremento di circa 5mila euro. Un fardello che, purtroppo, le politiche per il diritto allo studio, secondo i rappresentanti degli studenti, riescono solo in parte a compensare.
Ma come si distribuiscono queste spese? Il portale Skuola.net lo ha approfondito scandagliando tra le righe del report e combinandolo con un’altra autorevole fonte di riferimento: l’ultimissimo borsino degli affitti prodotto da Immobiliare.it Insights.
Stanze d’oro: il prezzo degli affitti
Perché, come è facilmente prevedibile, per chi frequenta - per scelta o per assenza di offerta didattica dalle proprie parti - l’università lontano da casa la voce di bilancio più consistente è proprio quella relativa all’alloggio. Per dormire in una stanza singola, la media nazionale di spesa si attesta sui 461 euro al mese, con un incremento, come anticipato, del 7% rispetto ad agosto 2023. Mentre per chi, in ottica risparmio, opterà per una “doppia” le stime parlano di una media di 266 euro mensili, anche qui con un aumento anno su anno del 7%.
Più in generale, a detta di un’altra indagine UDU, elaborata in collaborazione con CGIL e SUNIA (il sindacato degli inquilini), su scala nazionale per l’affitto bisogna prevedere comunque un esborso di 350 euro al mese, a cui aggiungere 80 euro circa al mese per spese condominiali e bollette.
Una situazione già di per sé impegnativa che, se la destinazione è uno dei grandi capoluoghi di regione o una città per tradizione a vocazione universitaria, si aggrava ulteriormente. Milano, Bologna, Roma e Napoli sono attualmente, secondo Immobiliare.it, le aree in cui le case per studenti costano di più. Nel capoluogo lombardo, una “singola” viene affittata in media a 637 euro e una stanza condivisa viene via attorno a 353 euro.
A Bologna e Roma, invece, una stanza tutta per sé supera i 500 euro di canone mensile medio (rispettivamente 506 e 503 euro). Mentre per le “doppie” le posizioni cambiano: Roma diventa seconda, con 283 euro medi mensili, Bologna scende al quarto posto, con 264 euro di media; in mezzo, si piazza Napoli (terza), a quota 271 euro medi al mese. Molto esose, a seguire, anche Firenze, soprattutto per le singole, e Siena, specialmente per la soluzione in doppia.
Non dimentichiamoci delle tasse universitarie
Nella lista delle spese - stavolta comuni a qualsiasi tipologia di studente - vanno poi menzionate, in ordine di importanza, le tasse universitarie. E qui il punto di riferimento torna a essere il rapporto UDU secondo cui, sebbene la “no tax area” esoneri gli studenti più svantaggiati dal pagamento delle quote, il loro importo medio pro capite nel 2022 è stato di quasi mille euro a studente, più precisamente 930 euro. E se stringiamo il cerchio alle fasce “paganti”, escludendo quindi gli esonerati, il valore si alza a 1.463 euro, con le università del Nord Italia generalmente più “esigenti” di quelle del Sud.
Anche gli studenti devono mangiare...
E poi, naturalmente, bisogna nutrirsi. Se ci si rivolge a una mensa universitaria, ma non si è beneficiari di borsa di studio o non si rientra in agevolazioni, per un pasto a prezzo pieno si dovrà pagare dai circa 5,50 euro ai quasi 7,50 euro. Chi, invece, ha la voglia e la possibilità di cucinare da solo il proprio pasto, dovrà andare al supermercato o al negozio sotto casa per ottenere gli ingredienti necessari. E, anche qui, la stangata è in agguato: il report calcola che, in base ai dati Istat sulla “spesa annua single 18-34 anni 2022”, solo per le derrate alimentari si devono sborsare circa 330,43 euro, per chi vive al Settentrione, e 223,53 euro per chi vive nel Mezzogiorno, con il Centro che si pone come via di mezzo, con 290,53 euro.
Per non parlare di chi azzarda ed esce a mangiare al ristorante. Ponendo il caso che l’universitario medio lo faccia 15 volte in un anno, poco più di una volta al mese, il rapporto UDU stima che il conto totale oscillerà mediamente tra i circa 266 euro (al Sud) ai circa 352 euro (al Nord). Se, a questo, aggiungiamo la colazione più o meno ogni mattina per un intero anno accademico, una merendina ogni tanto e una ventina di aperitivi, è facile raggiungere cifre a tre zeri. Alla fine, considerando la spesa al supermercato e i vari pasti, per un fuori sede il costo medio annuo per l’alimentazione ammonta a quasi 5mila euro (4.945,00€), quello mensile a 412,00 euro.
…e spostarsi
Capitolo “trasporto urbano”, altro elemento spesso indispensabile per gli universitari: l’analisi UDU fa notare che, almeno su questo, praticamente tutte le città analizzate prevedono tariffe agevolate per gli studenti. Il costo medio per muoversi è di circa 12 euro mensili e di 130 euro annuali. Molto diversa è, invece, la situazione per quanto riguarda gli spostamenti tra le regioni: in questo caso, il prezzo può variare e alzarsi a seconda del luogo di residenza, rendendo molto costosi i viaggi per i pendolari - arrivando a superare anche i 600 euro annui - e per i fuori sede che vogliono tornare a casa per le vacanze, per le feste o per specifiche evenienze (ad esempio, il voto). Circa 5 ritorni annuali, è stato calcolato, possono costare circa 600 euro all’anno a livello nazionale: 700 euro nel Nord Italia, 600 euro nel Centro, 300 euro nel Sud.
Materiale didattico, svago, cure, benessere psicologico: le spese non finiscono mai
L’elenco è destinato ad allungarsi ulteriormente se mettiamo nel paniere, cosa impossibile da non fare, il materiale necessario per studiare. Il prezzo, su questo punto, oscilla molto a seconda della facoltà scelta: ad esempio per Medicina, per i soli libri di testo, si dovranno considerare ogni anno ben 1.930 euro, mentre per Matematica potrebbero bastare solo 289 euro. In media, se valutiamo anche l’acquisto di strumenti informatici, la spesa annua per il materiale didattico è stimata in quasi 1.600 euro, circa 133 euro al mese.
A tutto questo va poi sommato un po’ di svago. Il costo medio per, ad esempio, eventuali attività culturali che a livello nazionale, nonostante le convenzioni stipulate dagli atenei con i vari enti, può arrivare mediamente 874 euro l’anno, circa 73 euro mensili. Oppure i costi per le attività sportive e per il benessere personale, che richiedono un sacrificio economico di circa 931 euro l’anno, 77,58 euro al mese.
Per fortuna, il medico di base non si paga. Peccato che però non sia così per tutti. Su un campione di 18 città universitarie analizzate, solo 4 hanno la possibilità di far accedere gratuitamente a questo servizio chi proviene da fuori regione. Per gli altri, invece, si dovrà preventivare una spesa annua che va dai 540 euro ai 403 euro circa, a seconda della zona di residenza, come emerge da dati Istat del 2022 elaborati da Federconsumatori.
Se, infine, si avesse bisogno di un sostegno psicologico, i prezzi lievitano ulteriormente: qualora si volesse consultare uno specialista una volta a settimana, la spesa da sostenere può arrivare a superare i 1.700 euro.
Davanti a costi così alti il diritto allo studio riesce a coprire tutte le spese, secondo il report, come detto solo in caso si tratti di universitari fuori sede esonerati da tasse e beneficiari di posto letto in residenza. Per questi ultimi l’importo massimo della borsa di studio - nel 2023 - era di 7.675 euro, sufficienti per sostenere tutto il necessario. Nei restanti casi, la borsa di studio massima di 3.086 euro l’anno per gli studenti in sede e di 4.474 euro per i pendolari non riuscirebbe a garantire il costo zero degli studi alla luce delle voci appena passate in rassegna.