Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha voluto rassicurare i maturandi sul senso delle prove, chiarendo alcuni dubbi emersi nelle ultime settimane
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Le tracce dello scritto di Italiano? “I maturandi le troveranno interessanti”. Quelle della seconda prova, sulle materie d’indirizzo? “Non particolarmente difficili, non inquieteranno lo studente medio”. L’orale? “Non sarà nozionistico, auspico che si svolga in una forma molto dialogica e serena, infatti è la raccomandazione che abbiamo dato anche ai commissari”.
Queste le anticipazioni sull’imminente esame di Maturità affidate dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, al portale Skuola.net, nel corso di una lunga intervista rilasciata per stemperare l’ansia dei maturandi. Durante la quale ha anche affrontato il suo passato, da studente del liceo classico, con 56/60 come voto di diploma. Facendo pure una proiezione sul futuro dell’esame di Maturità che, secondo lui, ancora oggi ha senso perché rappresenta una “cesura” tra l’adolescenza e l’età adulta, quando cioè si diventa “cittadini responsabili”.
All'esame ci sarà anche il Capolavoro? Il Ministro pone fine a ogni dubbio
Ma il Ministro ne ha anche approfittato per chiarire definitivamente alcuni dubbi, come quello relativo al Capolavoro dello studente, che una buona parte dei maturandi - 1 su 2 secondo un sondaggio di Skuola.net - riteneva fosse collegato all’esame di Stato: “Una fake news - commenta Valditara - che noi però abbiamo sempre smentito. Il Capolavoro è piuttosto uno strumento per far capire al giovane e ai suoi insegnanti quali sono le sue reali potenzialità”.
Valditara ricorda, infatti, che “leggendo le carte era chiaro sin da subito che non c'entrava nulla con l’esame. Poi però si è diffusa la voce che andava preparato per la Maturità. Ci sono stati addirittura parlamentari che hanno attaccato il Ministro dicendo che lo avevo prima introdotto all’esame per poi fare un passo indietro”.
Una ricostruzione fantasiosa, secondo Valditara: “Il Capolavoro - sottolinea - va di pari passo con l'idea della personalizzazione dell’esperienza scolastica. Tanto è vero che andrebbe predisposto anche negli anni precedenti. Per evidenziare le curiosità, i sogni e le predisposizioni dello studente, per poi potenziarli. È un modo per far emergere i talenti dei giovani. Lo abbiamo detto chiaramente nella circolare del dicembre del 2022, quella che ha introdotto anche il docente tutor. Non abbiamo mai detto che il capolavoro sarebbe stato richiesto come una nuova tesina alla maturità”.
Le rassicurazioni agli studenti
Questa notizia fuorviante ha tuttavia turbato le settimane di vigilia di molti maturandi. Ma il consiglio di Valditara, a proposito di agitazione, è di lasciare da parte l’ansia e godersi l’evento: “Il vostro nemico principale - afferma - è lo stress. Oggi rilassatevi, quello che avete imparato ormai lo sapete. Siete ragazzi eccezionali, abbiate la consapevolezza del valore che c’è in ognuno di voi”.
Un appello alla serenità che si estende anche alla prova orale, che non sarà un “esame nozionistico”. Anzi, Valditara auspica “che tutto si possa svolgere in una forma quanto più dialogica e in un clima di serenità”. Tradotto in termini pratici, i commissari hanno la facoltà di porre domande sulle materie di loro competenza ma nel contempo sono invitati a far emergere nel colloquio “la maturità e la consapevolezza acquisita”.
L'intelligenza artificiale? Può essere utile
Tra gli argomenti affrontati dal numero uno di Viale Trastevere c’è anche un accenno allo spettro dell’intelligenza artificiale, che mai come prima aleggia sulla Maturità. Giusto appunto, secondo un altro sondaggio di Skuola.net, ben 1 maturando su 4 si starebbe preparando aiutandosi con il supporto dell’IA.
Una pratica che, però, Valditara non condanna in modo assoluto: “L'intelligenza artificiale - sostiene - può essere estremamente utile per capire il grado di preparazione a cui si è arrivati. E da questo punto di vista è preziosa”. Allo stesso tempo, il Ministro avverte: “Non vi fate fare i temi e le traduzioni o gli esercizi, altrimenti non imparate niente. È un falso aiuto, ingannevole”.
La Maturità di Valditara: un esame quasi al top, ma col brivido
Durante l’intervista col Ministro, come detto, si è poi fatto un tuffo nel passato. Al tempo del Giuseppe Valditara studente. Che, proprio a proposito della Maturità, ricorda di aver preso “56/60”. Nonostante abbia seriamente rischiato di non arrivarci affatto all’esame: “Consapevole che alla maturità non sarebbe uscita matematica (faceva il Liceo Classico, ndr) io e un mio compagno non sostenemmo la seconda interrogazione. La professoressa lo scoprì a quindici giorni dalla decisione sull’ammissione minacciando di non ammetterci. In quindici giorni mi sono dovuto rifare il programma. Mi sono sognato per anni di dover ripetere per intero l’università perché non avevo sostenuto l’esame”.
Più in generale, il giovane Valditara era un ragazzo brillante ma non inchiodato perennemente sui libri, con la passione per “la storia, la letteratura latina, greca, italiana, la storia dell’arte”. Quindi odiava la matematica? Tranne quell’episodio, se la cavava bene. Ma la scintilla non è scoccata. Una condizione, a sua detta, frutto dei metodi didattici dell’epoca: “Non avevamo laboratori e nello studio non si partiva dalla realtà. C'era l'equazione scritta alla lavagna e se proprio non avevi il bernoccolo della matematica diventava complicato”.
L'in bocca al lupo del Ministro ai maturandi
Immancabile, infine, un personale “in bocca al lupo” ai maturandi: “Voi siete preoccupati per l'esame che state per affrontare, ma invece iniziate a immaginare quello che farete dopo. Questo è un momento di passaggio, è dopo che si costruisce il futuro”. Lo spunto anche per rispondere alla domanda sull’opportunità di svolgere ancora una prova di tal fatta: “Ha ancora un senso - assicura il Ministro - perché è una cesura tra un passato che è ancora quello dell'adolescenza e un futuro dove si diventa cittadini adulti, pienamente responsabili. Grazie anche allo studio fatto”.
Valditara, infatti, ricorda che “la scuola ha due funzioni. Rendere liberi, per far sì che si diventi persone mature, responsabili, senza alcun condizionamento, indipendenti; e la libertà si acquisisce con la cultura. E poi il lavoro: la scuola deve dare degli strumenti per entrare nel mondo del lavoro, della formazione superiore, con già una prospettiva. Questi due pilastri sono fondamentali”.