QUALE SCENARIO?

Voto in condotta, voto di classe? Ai licei nessun bocciato, ai professionali il picco

Le bocciature per insufficienza in “comportamento” tradizionalmente colpiscono di più negli Istituti Tecnici e Professionali

27 Set 2024 - 12:57
 © Ansa

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C’è una correlazione tra le sanzioni connesse al voto in condotta e il contesto familiare di appartenenza? Al di là dei ragionamenti di luogo comune che ci condurrebbero a una risposta affermativa, il portale Skuola.net ha voluto provare a trovare una risposta nei numeri per comprendere se un inasprimento delle norme in vigore prima della riforma Valditara - che comunque prevedevano già da anni la bocciatura alle superiori per il 5 in condotta - possano ridurre i fenomeni di violenza o grave indisciplina a scuola. Oppure se sia necessario accompagnare queste misure con un lavoro anche sulle famiglie d’origine.

Attualmente, infatti, la media dei bocciati a causa della condotta è quasi impercettibile se si guardano le scuole secondarie superiori nel complesso: gli ultimi dati a disposizione - relativi all’anno 2021/2022 - ci dicono che a non raggiungere il sei in condotta è appena lo 0,1% di chi frequenta le classi superiori: le medie sino a oggi erano escluse dalla misura. E, se domani si ripresentasse lo stesso scenario, solo un altro 2,4% - tanti hanno avuto il sei tondo - sarebbe in bilico, essendo a rischio “sospensione in giudizio”. Come si fa a recuperare un debito in condotta? Attraverso un elaborato sull’educazione civica: se non dovesse essere soddisfacente o non venisse presentato, a settembre si rischierebbe la bocciatura.

Nei tecnici e nei professionali la riforma potrebbe colpire duro

Tuttavia le cose cambiano in maniera quasi radicale a seconda del tipo di indirizzo scolastico. È il caso, in particolare, degli Istituti Professionali, dove la quota di fermati a causa del comportamento, sempre nel 2021/22, si è attestata allo 0,4% degli iscritti. E quelli arrivati a malapena alla sufficienza (sei) sono stati addirittura il 7,2%, circa uno su 14.

Leggermente meglio è andata negli Istituti Tecnici: qui i bocciati appaiono in linea con la media generale (0,1%) ma quelli a rischio (con non più di sei in pagella) sono stati un non trascurabile 3,4%.

Gli unici a temere poco o nulla sembrano essere gli alunni dei Licei: nel 2021/2022, in questi percorsi, di insufficienti in comportamento non ce ne sono stati affatto (almeno in termini statisticamente rilevanti) e un esiguo 0,6% ha preso solo sei.

I più a rischio sono gli studenti delle fasce sociali più "deboli"

Tra gli studenti che un’eventuale mano pesante, da parte di Consigli di classe “giustizialisti” che applicheranno in modo rigoroso la legge, potrebbe colpire di più la fetta più consistente - se si confermassero queste tendenze - sarebbero, quindi, quelli di estrazione medio-bassa. Visto che sono proprio loro ad affollare le aule degli Istituti.

In base all’ultimo rapporto AlmaDiploma, nei licei gli studenti diplomati provenienti da una classe sociale elevata (citazione letterale) sono il 33%, mentre ai Tecnici e ai Professionali calano rispettivamente al 18% e al 14,1%. All’altro estremo, la classe del lavoro esecutivo rappresenta la provenienza del 16,1% dei liceali diplomati contro il 29% e il 34% di coloro che terminano i percorsi tecnici e professionali.

Come diceva Agatha Christie, due indizi sono una coincidenza, tre fanno una prova. In questa trattazione manca la prova regina, perché non sappiamo se effettivamente chi all’epoca ha ottenuto basse valutazioni in condotta provenisse da contesti familiari meno favorevoli. Tuttavia un dubbio può e forse deve sorgere, perché in termini statistici una maggiore probabilità che ciò avvenga può sussistere.

Bisogna lavorare per evitare il peggio

Dando per buono questo dubbio, si potrebbero discutere tre punti di attenzione. Il primo è che il problema della violenza nelle scuole non risiede solo nell’indulgenza delle norme attuali, perché altrimenti i fenomeni di “cattiva condotta” si presenterebbero in maniera più o meno omogenea in tutti gli indirizzi scolastici.

Il secondo è che, probabilmente, un inasprimento del meccanismo sanzionatorio a carico dello studente, da solo, potrebbe essere l’anticamera di abbandono scolastico o, nella migliore delle ipotesi, di un ulteriore allargamento dei divari sociali. Infatti ai Tecnici ma soprattutto ai Professionali si registrano i maggiori tassi di rinuncia agli studi.

Per questo, vale la pena sottolinearlo, è importante la simultanea riforma della sospensione scolastica: lo studente non viene allontanato dalla scuola e basta, ma viene comunque coinvolto in un percorso di recupero fuori e dentro le mura scolastiche. Come anche la multa, fino a 10.000 euro, per chi aggredisce i docenti, pone in questione anche le famiglie in maniera indiretta (il portafoglio) che diretta. Spesso, infatti, sono gli stessi genitori a essere protagonisti di questi fattaccio.

Il terzo punto di attenzione riguarda, perciò, le famiglie: oltre alle sanzioni, potrebbe essere utile prevedere dei percorsi di accompagnamento e di supporto alle genitorialità, condotti da esperti della tematica, per prevenire o recuperare tutte quelle situazioni che manifestano il loro disagio con un voto in condotta insufficiente o quasi.
 

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