La tempesta è causata da potenti eruzioni solari, i primi effetti sono attesi già nelle prossime ore. Possibili disagi sulle reti elettriche e su Gps
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La Terra si prepara all'arrivo di una forte tempesta solare: i primi effetti dovrebbero manifestarsi già venerdì sera, mentre quelli più intensi sono previsti nella giornata di sabato, è la prima volta dal 2005. Il Centro di previsione meteorologica spaziale dell'agenzia statunitense Noaa ha aumentato il livello previsto per la tempesta a quello G4 "severo", il secondo più alto sulla scala, che prevede impatti sulla rete elettrica, sui sistemi di navigazione satellitare come il Gps e problemi a satelliti e veicoli spaziali, oltre alla maggiore probabilità di poter ammirare le aurore boreali anche a basse latitudini.
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Secondo gli esperti la tempesta potrebbe iniziare già nelle prossime ore. "Ma l’attività solare si manterrà intensa anche nel prossimo periodo, ci stiamo avvicinando al picco", dice all'Ansa Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste. La tempesta è dovuta all'intensa attività di un gigantesco gruppo di macchie solari, chiamato AR3664, che si estende per circa 200.000 chilometri, dunque 16 volte circa le dimensioni della Terra. Si tratta di una delle regioni più grandi e attive osservate in questo ciclo solare, che è iniziato a dicembre 2019. "La regione AR3664 è caratterizzata da una grande complessità, con campi magnetici molto intensi che causano una situazione particolarmente instabile - osserva Messerotti - ed è così grande che è visibile anche a occhio nudo, ovviamente sempre con un'adeguata protezione". La sua estensione lo mette in grado di rivaleggiare con un altro enorme gruppo di macchie solari, quello di Carington, che fece sentire i suoi effetti tra agosto e settembre 1859, provocando incendi negli uffici del telegrafo e innescando aurore vicino all'equatore.
Diverse espulsioni di massa coronale (CME) si stanno dirigendo verso la Terra. Un nuovo modello di previsione dello Space Weather Prediction Center della NOAA suggerisce che 2 o 3 di queste nubi di plasma solare potrebbero fondersi per formare una potente “CME cannibale“. Le CME cannibali si formano quando le CME in rapido movimento superano le CME più lente di fronte a loro: le onde d’urto interne create da tali collisioni innescano tempeste geomagnetiche nel momento in cui colpiscono il campo magnetico terrestre. Le eruzioni di massa coronale sono state originate tra l'8 e il 9 maggio nella regione attiva 3664 del Sole, che nei giorni scorsi ha generato anche numerosi brillamenti (cioè intense emissioni di radiazione elettromagnetica).