Lo studio di Harvard

Ricostruito l'impatto di un asteroide sulla Terra di 3 miliardi di anni fa

L'evento paradossalmente favorì lo sviluppo della vita. L'oggetto roccioso aveva un diametro di ben 50km: duecento volte più grande di quello che provocò l'estinzione dei dinosauri

22 Ott 2024 - 12:40
 © -afp

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Un gigantesco tsunami, il ribollire degli oceani e un cielo per anni coperto da un fitto strato di polveri: è l'apocalittico scenario che caratterizzò il nostro pianeta oltre tre miliardi di anni fa quando un grande asteroide, duecento volte più grande di quello che causò la fine dei dinosauri, colpì la Terra.  

A ricostruire lo scenario è stato uno studio dell'Università di Harvard pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti Pnas. Si tratta di un evento che paradossalmente favorì il fiorire della vita, ancora sotto forma microbica.

La ricostruzione della storia con i campioni di rocce

 Nel primo miliardo di anni di esistenza il nostro pianeta fu colpito numerose volte da grandi asteroidi e comete, impatti talmente violenti che uno di questi enormi portò anche alla formazione dell'attuale Luna. Di questa storia travagliata è difficile riuscire a ricostruirne i dettagli ma ora grazie a un lungo lavoro di analisi di campioni di rocce provenienti dalla cosiddetta cintura di rocce verdi di Barberton, in Sud Africa, nota per essere una delle porzioni di crosta terrestre più antiche del pianeta, i ricercatori hanno trovato tracce di uno di questi violentissimi impatti.

L'impatto dell'asteroide

 Secondo gli autori il nostro pianeta fu colpito 3,26 miliardi di anni fa da un meteorite di circa 50 km di diametro, 200 volte più grande di quello che 60 milioni di anni fa portò all'estinzione i dinosauri. Le tracce di metalli, polveri e isotopi indicano che l'evento produsse un enorme tsunami e il calore generato fece ribollire i mari. L'impatto, denominato S2, fece sollevare enormi quantità di materiali che oscurarono il cielo per anni, bloccando l'attività degli organismi fotosintetici, quelli che usano il Sole come le piante, e rimescolò i fondali mettendo in circolo grandi quantità di ferro e fosforo. Una trasformazione violenta che paradossalmente, sottolineano gli autori, potrebbe aver favorito la biodiversità portando alla fioritura di una grande quantità di forme di vita che per alcuni milioni di anni usarono soprattutto il ferro all'interno del loro metabolismo. Molti altri microrganismi vennero invece penalizzati ma questa nuova competizione, in uno scenario trasformato, in qualche modo rafforzò la loro capacità di resilienza favorendo il successivo sviluppo delle forme di vita che conosciamo oggi. 

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