© Afp
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Poco meno di due ore, per la precisione 108 minuti: tanto è durato, il 12 aprile 1961, il primo viaggio nello Spazio mai compiuto da un essere umano. A nemmeno quattro anni dal lancio dello Sputnik, che aveva inaugurato l'era spaziale, Jurij Gagarin entrò di prepotenza nella storia superando i confini dell'atmosfera a bordo della navicella Vostok 1. "Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini", è una delle sue frasi più celebri, probabilmente a causa delle evidenti connotazioni politiche. L'impresa, compiuta in piena Guerra Fredda, aveva lo scopo di rimarcare la supremazia dell'Urss sugli Stati Uniti. Una battaglia persa, poi, al fotofinish da Mosca, quando il 20 luglio 1969 gli americani compirono il primo allunaggio. Due giorni dopo quel 12 aprile di 60 anni fa, il regime sovietico organizzò per Gagarin diversi tour per il mondo, in "missioni di pace" e di propaganda. Fu ricevuto da grandissimi leader di statura mondiale, dalla regina Elisabetta II a Fidel Castro.